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Il grido di allarme del sindaco:
«Posti letto Covid
quasi esauriti negli ospedali»

FABRIANO - Gabriele Santarelli è preoccupati perchè «le ambulanze che arrivano nei Pronto soccorso rischiano di non riuscire a scaricare i pazienti che trasportano e soprattutto gli anziani positivi nelle Rsa non possono essere trasferiti per questo motivo nei presidi ospedalieri»

 

 

«Stanno finendo i posti nei reparti Covid di tutta la regione e non parlo delle famose terapie intensive ma dei posti letto Covid in generale. Le ambulanze che arrivano nei Pronto Soccorso rischiano di non riuscire a scaricare i pazienti che trasportano. Gli utenti/pazienti positivi nelle strutture di Residenza per anziani non possono essere portati negli ospedali per mancanza di posti letto e per questo vengono assistiti come meglio si può all’interno delle strutture stesse grazie allo sforzo sovrumano di infermieri, medici e Oss costretti a turni massacranti. Questa è la situazione che stiamo vivendo». Il grido di allarme è lanciato dal sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. La città della carta è in prima linea in questa seconda ondata dell’epidemia. Ieri è deceduto un altro ospite della casa di riposo Santa Caterina di Fabriano, dove è scoppiato un focolaio di contagi. E’ il terzo decesso che si registra in questa Rsa. Fino a ieri i casi positivi alla Sars CoV2 nella città della carta erano 236, 512 le persone poste in quarantena.

Il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli

«Da 12 giorni mi sto occupando solo di questa situazione senza più rispondere nemmeno al telefono se non per parlare con la direzione sanitaria, il Ministero o la Regione, con il prezioso supporto del senatore Sergio Romagnoli e della consigliera regionale Simona Lupini ma la coperta è corta e non ci sono grossi margini di manovra. – rimarca Santarelli – Non è mio costume fare allarmismo e non è mia intenzione farlo nemmeno ora ma qui si tratta di capire bene la criticità della situazione e smetterla di inventarsi esperti virologi e di commentare e contestare qualsiasi restrizione che ci viene imposta. Nel nostro Paese purtroppo la parola “prevenzione” è sempre stata piuttosto antipatica e assente. Le restrizioni che ci sembrano assurde sono misure necessarie a prevenire possibili scenari peggiori. I prossimi ad avere bisogno di un posto letto che non c’è potrebbe essere uno chiunque di noi o una persona a noi cara. In fondo è sufficiente rispettare solo poche e semplici regole facendo attenzione sia agli ambienti domestici che a quelli esterni senza per forza dover rinunciare a fare una vita normale. Mando un forte abbraccio e le mie più sincere e sentite condoglianze alle famiglie degli ospiti della Rsa Vittorio Emanuele II deceduti negli ultimi giorni».

Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci, durante un consiglio comunale in video-conferenza

Sotto pressione anche il Carlo Urbani di Jesi che cone il ‘Profili’ di Fabriano è un ospedale Covid, secondo il piano pandemico regionale. Qui proprio ieri è andata quasi esaurita la disponibilità di posti in terapia intensiva con 7 pazienti intubati, altri 12 erano ricoverati invece in semi intensiva, 26 nei letti Covid e 8 al pronto soccorso. I posti Covid ricavati all’ospedale jesino nellì’ipotesi più ampia, sono 76 (più i 6 del modulo esterno in fase di allestimento). Per  accogliere i pazienti con positività, i posti letto ordinari  del ‘Carlo Urbani’ (comne avviene negli altri ospedali Covid) lavorano a regime ridotto e diversi reparti come Cardiologia e Neurologia, Urologia, Chirurgia e Ortopedia, sono stati accorpati, come ha spiegato nel corso dell’ultima seduta consiliare il sindaco Massimo Bacci.



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