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Nuovo Dpcm: le Marche in zona “gialla”
Coprifuoco nazionale alle 22

COVID - L'Italia divisa in zone di rischio. Nella nostra regione bar e ristoranti restano aperti fino alle 18, centri commerciali chiusi nel weekend. Attese le comunicazioni del Governatore Acquaroli

 

Chiusure differenziate in base alla fascia di rischio a cui appartiene ogni regione: rosse (alto rischio), arancione (intermedio) e gialle (sicuro). E’ questa la novità del Decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmato nella notte e ancora non pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Le Marche attualmente sono indicate nella fascia gialla ma il governatore Francesco Acquaroli ha annunciato la possibilità di micro zone rosse. Inoltre il governo ha assicurato il coinvolgimento dei presidenti di regione nella definizione delle zone.
Nel Dpcm Conte valido dal 5 novembre al 3 dicembre Alle misure per zona si affiancano provvedimenti validi su tutto il territorio nazionale tra cui A queste si affiancano, secondo la bozza, provvedimenti validi su tutto il territorio nazionale: coprifuoco alle 22 (salvo motivi di salute e lavoro), nel trasporto pubblico capienza dimezzata del 50%, mascherina obbligatoria a scuola anche quando si è seduti al banco, vietati i concorsi ad eccezioni di quelli che riguardano il personale della sanità e vietate le crociere.

Al momento la divisione dovrebbe essere la seguente: nella zona rossa dovrebbero essere Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d’Aosta. In bilico la Campania. Zona arancione Puglia, Sicilia, Liguria e probabilmente il Veneto. Tutte le altre sono zone verdi. Le Regioni hanno chiesto che la valutazione del rischio epidemiologico venga fatta in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione regionali. E il governo ha promesso un “coinvolgimento”.

Nelle zone gialle alle scuole superiori, ci sarà la didattica a distanza al 100%. Nel trasporto pubblico, è prevista una capienza dimezzata: 50 per cento su bus, metro e treni regionali. I centri commerciali sono chiusi nel weekend e nei giorni festivi. Si fermano anche i musei, le mostre, le sale bingo. Bloccate le crociere. Vengono sospesi i concorsi pubblici, anche quello della scuola. Con l’eccezione di quelli che riguardano il personale della sanità. Sarà consentito l’accesso ai parchi, sempre rispettando la regola del distanziamento di un metro.

Nelle zone arancioni bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie qui resteranno chiusi sempre e non più solo dopo le 18. Sono salvi però parrucchieri e centri estetici. Dovrebbe essere vietato ogni spostamento in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio, salvo comprovate ragioni di lavoro, studio, salute. Per il resto valgono tutte le regole delle zone verdi: 50 per cento di capienza sui mezzi pubblici, didattica a distanza integrale alle superiori, stop ai musei e coprifuoco dalle 22.

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Nelle regioni rosse ad alto rischio è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, e perfino gli spostamenti all’interno del territorio, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. Resteranno chiusi bar, pasticcerie, ristoranti (che potranno effettuare solo servizio a domicilio), e tutti i negozi che non vendono beni essenziali. La didattica a distanza in queste regioni scatterà già dalla seconda media (salvo le attività con minori disabili).  Restano aperti i negozi di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti. E le industrie.

La firma del decreto è arrivata dopo un lungo braccio di ferro con le Regioni iniziato già da domenica mattina. In particolare è rimasto irrisolto il nodo relativo ai ristori.  Sull’elaborazione dei dati – decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione – il decreto “garantisce il coinvolgimento” delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull’emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura “sentiti” i presidenti delle Regioni, si sottolinea nella lettera. La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno “tempestive”.



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