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Veglia, candele e corteo
guidato dall’arcivescovo Angelo Spina
per chiedere il dono della pace

OSIMO - Dopo la funzione in cattedrale iniziata al buio, centinaia di persone ieri sera hanno partecipato alla marcia per le vie del centro nell'anniversario del primo anno di guerra in Ucraina. Dall'inizio del conflitto bellico la Caritas diocesana ha accolto in città sei nuclei familiari, in particolare donne con bambini, e ha portato avanti tanti interventi, come i corsi di lingua italiana e il supporto necessario per il vestiario e i beni alimentari.

La marcia per la pace promossa ieri dalla Diocesi di Ancona Osimo, sfila in piazza del Comune a Osimo

 

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, è stata organizzata una veglia di preghiera per la pace nella concattedrale di Osimo, presieduta dall’arcivescovo Angelo Spina. Ieri sera, venerdì 24 febbraio, centinaia di persone, provenienti da tutta l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, hanno partecipato a questo momento di preghiera per chiedere al Signore il dono della pace in Ucraina e in tutte le altre parti del mondo dove sono in corso le guerre. La veglia – ricorda una nota della Diocesi – è stata vissuta in comunione con quelle organizzate a Roma e in altre parti d’Italia. Al buio, con accesa solo la luce dell’ambone, è iniziata la veglia ascoltando alcune parole di Papa Francesco: la lettera enciclica “Fratelli Tutti” in cui il Pontefice invita ad «armare i figli con le armi del dialogo, insegniamo loro la buona battaglia dell’incontro», e il documento sulla fraternità universale di Abu Dhabi, firmato nel 2019 dal Santo Padre e dal Grande Imam di Al-Azhar, i quali dichiararono «di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio».

L’arcivescovo e i presenti hanno poi pregato insieme per chiedere a Dio il dono della pace: «Signore, che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino. Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace». Mons. Angelo Spina ha sottolineato che «la veglia è iniziata con le luci spente, perché è stato un anno duro in cui abbiamo visto le tenebre e il buio della guerra. Eleviamo la nostra preghiera a Dio perché ci doni la pace». L’arcivescovo ha quindi pregato per tutte le «vittime della guerra. Uomini, donne, ragazzi, bambini. Queste morti di fratelli e sorelle gridano pace», e ha rivolto un pensiero a tutti «coloro che soffrono e hanno negli occhi l’orrore della guerra e la paura delle bombe». Ha poi ringraziato la Chiesa locale di Ancona-Osimo e la Caritas diocesana. In questo anno dall’inizio della guerra, tante famiglie hanno accolto nelle loro case persone ucraine fuggite dalla guerra, che sono state ospitate anche dai parroci nelle case parrocchiali. La Caritas diocesana ha accolto ad Osimo in alcuni locali di proprietà della Lega del Filo d’Oro sei nuclei familiari, in particolare donne con bambini, e ha portato avanti tanti interventi, come i corsi di lingua italiana e il supporto necessario per il vestiario e i beni alimentari.

«Questa è la via della pace, – ha commentato l’arcivescovo – quando si aprono le mani, gli occhi, ma soprattutto il cuore per accogliere fratelli e sorelle che fuggono dall’orrore della guerra. Papa Francesco ha definito più volte la guerra una follia, eppure ancora continua. Siamo quindi chiamati ad essere artigiani di pace, con la preghiera e la solidarietà. Pensiamo a San Francesco di Assisi, un soldato che partecipò alla battaglia tra Perugia e Assisi, ma poi si convertì e nel 1219 partì da Ancona per incontrare il sultano in Egitto, un uomo di un’altra religione e di un’altra cultura. Mentre si combatteva la quinta Crociata, Francesco partì per vivere l’incontro e il dialogo. Celebre è anche una sua preghiera: “Signore, fa di me uno strumento della tua pace”. La pace è un dono di Dio e, quando la riceviamo, diventiamo strumenti di pace».

Dopo l’intervento dell’arcivescovo è iniziata la marcia, il cammino nelle vie del centro di Osimo. Centinaia di persone sono uscite dalla chiesa e, dopo aver acceso le candele con il fuoco di un braciere, si sono incamminate. Tra i presenti, alcuni hanno mostrato dei cartelli con la scritta “Pace” nelle varie lingue in cui si sta svolgendo oggi un conflitto. Giunti in Piazza del Comune è stato infatti letto l’intervento del Papa sulle guerre presenti nel mondo. Dopo l’Angelus del 27 febbraio 2022, il Santo Padre ha ricordato le guerre nello Yemen, in Siria, in Etiopia, Libia, Afghanistan, Sudan, Sud Sudan, Iraq, Palestina, Kurdistan, Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centro Africana, Camerun, Burkina Faso, Mali, Costa d’Avorio, Niger, Nigeria, Mozambico, Colombia e ha detto: «Con il cuore straziato ripeto: tacciano le armi». Giunti infine in Piazza del Teatro, una ragazza ucraina, a nome di tutte le famiglie accolte e sostenute dalla Caritas diocesana, ha letto una lettera di ringraziamento: «Con l’inizio della guerra, diversi milioni di ucraini sono partiti per i paesi europei, lasciando le loro case, salvando se stessi e i loro figli dalla morte. La Caritas di Ancona-Osimo si è presa cura di noi e ha fatto tutto il possibile per farci sentire al sicuro. Grazie a tutti gli italiani per la loro accoglienza e ospitalità».

 



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