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Il papà racconta il suo Mattia:
«Un capolavoro fatto dalla mamma,
sognava di diventare uno chef»

DRAMMA PER CIVITANOVA - Giordano Perini ha trovato la forza di parlare del figlio 16enne morto questo pomeriggio sotto a un treno alla stazione di Loreto. «Surreale parlare di lui al passato. Aveva tante passioni e la testa sulle spalle»

 

Giordano Perini con il figlio Mattia

 

di Laura Boccanera

«Voleva fare lo chef, era un ragazzo d’oro, pieno di passioni e con la testa sulle spalle, sua mamma ha fatto di lui un capolavoro». L’orgoglio di un padre per quel figlio speciale si mescola con le lacrime. Giordano Perini, allenatore di calcio e per tanti anni commerciante a Civitanova (ha gestito il negozio di abbigliamento Maracanà), ancora non si capacita che sia proprio successo al suo Mattia. Morire a 16 anni sotto ad un treno in transito, dopo aver trascorso la mattinata a scuola, a fare ciò che amava di più. Tra il cordoglio e la voce strozzata parla di suo figlio, «era proprio unico, non perché era mio figlio, lo diranno tutti i padri, anzi il merito è tutto della mamma, ma lui era proprio speciale. Con la testa sulle spalle e tante passioni, il calcio, lo studio. Pensa, questa estate dopo la scuola a 16 anni compiuti è andato a lavorare da Sandwich time, voleva proprio diventare uno chef».

La stazione di Loreto questo pomeriggio, dove è avvenuto l’incidente

La passione per la cucina aveva trovato la giusta collocazione nel percorso di studi intrapreso, l’istituto alberghiero Einstein Nebbia di Loreto dove anche questa mattina si era recato in treno. «I professori ne elogiavano l’educazione e la bravura, ancora non mi capacito, mi sembra surreale star qui a parlare di lui al passato». All’uscita dall’istituto scolastico però, nel percorso di ritorno Mattia ha incrociato la morte. Si trovava vicino alla linea gialla del binario, nelle orecchie le cuffiette con la musica, come migliaia di adolescenti. E il volume non gli consente di sentire che il Frecciargento in transito fischia in transito a forte velocità, non sente neanche i compagni che lo chiamano e il treno lo risucchia sul binario. La mamma Simona Baiocco, commerciante (viveva con lei a Montecosaro), e il padre Giordano non sono riusciti neanche a vederlo ancora, quando sono arrivati alla stazione Mattia giaceva già sotto un lenzuolo lungo il binario.

«Simona lo stava aspettando alla stazione di Montecosaro per portarlo a casa – racconta ricostruendo i minuti prima della tragedia – ma il treno aveva ritardo, lui non arrivava e ha iniziato a preoccuparsi, a fare delle telefonate. Le hanno detto che c’era stato un incidente alla stazione e mi ha chiamato, insieme siamo andati su. Ma quando siamo arrivati era tutto transennato, c’era la polizia, non l’abbiamo neanche potuto vedere. La mamma è distrutta, ho cercato di rimanere lucido, ma ancora non mi rendo conto, mi sembra impossibile». Il corpo di Mattia è stato portato all’ospedale Torrette di Ancona, a disposizione dell’autorità giudiziaria e prima di domani non sarà possibile per i genitori donargli un ultimo estremo abbraccio. Mattia lascia anche la sorellina, Sofia di 8 anni. Ancora non sa quello che è accaduto al suo eroe.

Mattia ha attraversato con le cuffiette: non ha sentito le urla dei compagni e i richiami del macchinista

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