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L’Arpam e la ricerca ‘Snapshot’:
una fotografia del mare tra Senigallia
e Ancona durante e dopo la pandemia

COVID 19 - L'indagine sulle conseguenze nel sistema marino-costiero durante l’emergenza coronavirus e il lockdown coinvolge in maniera sinergica il Cnr Irbim, l’Università Politecnica delle Marche e l’Agenzia ambientale

Il mare di Ancona

 

 

Il mare di Ancona e i ricercatori Arpam protagonisti nel progetto ‘Snapshot’. Sono iniziati nei giorni scorsi lungo la costa dorica i primi campionamenti nell’ambito del progetto Snapshot, una ricerca dedicata allo studio delle conseguenze sul sistema marino-costiero del Mar Mediterraneo derivanti dal lockdown del Paese durante l’emergenza Covid-19. «Attraverso l’utilizzo di metodologie coerenti con le direttive Eu lo studio, che coinvolge oltre 15 siti costieri italiani da Venezia a Genova attraversando tutta la penisola, valuterà lo stato ambientale del mare al termine della fase di lockdown, avvalendosi di open data ed integrando misure provenienti dai siti osservativi (tra cui il sito di Senigallia gestito da Irbim Cnr) con campagne di misura in mare in siti costieri soggetti a massimo impatto antropico. – spiega una nota ufficiale – Il progetto, che nella Regione Marche vede coinvolti in maniera sinergica il Cnr Irbim, l’Università Politecnica delle Marche e l’Agenzia ambientale Arpa Marche, vede le attività a mare condotte a bordo del natante Tecnopesca II del Cne lungo punti di prelievo situati tra Senigallia ed Ancona, ma non mancherà di coinvolgere la popolazione, in un approccio di Local Ecological Knowledge, raccogliendo evidenze anche dalle osservazioni dirette dei cittadini».

La Rotonda e la spiaggia di Velluto di Senigallia (foto d’archivio)

Molte le domande a cui Snapshot cercherà di dare risposta: Quali gli effetti della situazione eccezionale di lockdown sulla qualità delle acque, sull’ecosistema marino, e sull’inquinamento? Con la riapertura delle attività, tutto tornerà – e in quanto tempo – come era prima? È possibile immaginare una ripresa in cui il rispetto per l’ambiente e per i suoi limiti possa conciliarsi con le necessità degli esseri umani? Possiamo coinvolgere la popolazione in un percorso di raccolta di evidenze di tipo partecipativo che porti a una più diffusa consapevolezza dei problemi ambientali e degli impatti sulla salute dell’ecosistema marino? «Il progetto Snapshot – prosegue il comunicato – intende contribuire al dibattito pubblico, partendo da questi quesiti, attraverso campagne di osservazione a mare che coinvolgono scienziati e cittadini nel comune intento di produrre una serie di “istantanee” (snapshot) dal mare durante e dopo il lockdown, nel rispetto delle misure di distanziamento sociale previste». La campagna riguarda alcuni degli ambienti marini costieri (hotspot) mediterranei maggiormente interessati dalle pressioni antropiche, spesso connesse proprio a quei settori economici e produttivi interrotti, e continuerà nel tempo per apprezzare i cambiamenti anche dopo la ripresa delle attività. Le misure, infatti, saranno replicate per dodici mesi consecutivi, fino a Maggio 2021.

«Il lockdown ha determinato l’improvvisa interruzione di numerose attività economiche del Paese, molte delle quali sappiamo avere conseguenze dirette ed indirette sull’ecosistema marino – illustra il direttore del Cnr Irbim Gian Marco Luna – Con Snapshot andiamo ad indagare le conseguenze del fermo e della ripresa sulle reti alimentari, sulla presenza di sostanze inquinanti e di micro-plastiche, nonché le conseguenze della riduzione del traffico marittimo, includendo anche il rumore sottomarino che sappiamo essere un importante fattore di disturbo per molti organismi marini». Il direttore del Disva UnivPm Francesco Regoli evidenzia inoltre che dalla ricerca ci si aspetta «indicazioni importanti per distinguere meglio gli effetti cronici e a lungo termine delle attività umane sull’ambiente marino, rispetto a quelle alterazioni che invece sono più rapidamente recuperate con l’interruzione di una pressione antropica diretta. Informazioni di questo tipo sono essenziali per pianificare azioni di prevenzione e di mitigazione dell’inquinamento e, più in generale, del disturbo ambientale, consentendo una gestione più consapevole per la protezione dell’ambiente marino». Infine, il direttore di Arpa Marche Giancarlo Marchetti sottolinea come «una regione che vanta quasi 180 km di costa non può non avere tra le proprie priorità la conoscenza e la tutela dell’ambiente marino. Questo è ancora più vero quando accadimenti mai sperimentati prima come l’attuale lockdown ci offrono, pur nella drammaticità del momento, l’occasione di confrontare e capire quanto e come l’impatto antropico incida su questo inestimabile patrimonio, e altrettanto quanto e come sapremo ridisegnarne il profilo nel futuro prossimo. Arpa Marche aderisce quindi al progetto Snapshot con entusiasmo e fiducia, salutandone con favore, tra gli altri, l’aspetto partecipativo e di coinvolgimento della cittadinanza che per l’Agenzia che dirigo rappresenta certamente un fondamentale strumento nella direzione della creazione di valore pubblico».



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