facebook rss

Porto, le priorità
di Ida Simonella: «Dragaggi, spostamento
dei traghetti e della dogana»

ANCONA - Ha le idee chiare la candidata sindaco del centrosinistra su come innovare lo scalo dorico. Nel suo progetto c'è anche via della Loggia libera dal traffico

Ida Simonella

 

Ida Simonella, mappa alla mano, traccia il futuro del porto di Ancona. Penisola, nuove banchine e loro elettrificazione, dragaggi, spostamento dei traghetti, dogana e viabilità. La candidata sindaca del centrosinistra fa il punto sullo scalo dorico e sgombra il campo da chiacchiere e va dritta alle soluzioni. Punto primo: la “penisola”.

La mappa del porto di Ancona

«La madre di tutte le soluzioni è un’idea di circa vent’anni fa – spiega in una nota Simonella –. Collegare la banchina rettilinea con la diga esterna, ricavandone punti di attracco per i traghetti. Parrebbe che lo Stato, condizionale d’obbligo, si impegni a trovare 300/400 milioni per realizzarla. Sono sinceramente contenta se accadrà. Nel 2011 ho collaborato, come esperta Istao, con il gruppo di lavoro che aveva determinato il primo assetto di “penisola”, i nomi sulla pubblicazione – “Studio di fattibilità ampliamento porto commerciale di Ancona” – lo dimostrano».

«Detto questo – prosegue Simonella – qualche dubbio ti viene quando la destra e il suo candidato a sindaco dicono che si farà tutto in 5 anni. Affermazioni che sanno di tragico. Perché la “penisola” non sta neanche nel piano regolatore del porto. Avrà percorsi di progettazione e autorizzativi, penso solo alle valutazioni strategiche e ambientali, che non si augurano. E poi gare non proprio da codice Salvini, e infine realizzazione». Non opinioni, ma dati di fatto. E per dimostrarlo la candidata Simonella fa esempi concreti. «Per avere un parametro prendo ad esempio la banchina 27: deve ancora essere realizzata. Era prevista nel piano regolatore del 1988, la gara d’appalto risale al 2014. Per una serie di contenziosi tra primo e secondo classificato si è arrivati a chiudere la questione nel 2022. Ma ancora i lavori non partono. E dureranno 5 anni. È quel segmento che sulla mappa è indicato con il numero 27. Ecco pensiamo in proporzione alla “penisola”, che peraltro comincia a vedere la luce dopo il completamento delle banchine 27-28-29 che ancora non ci sono. Come si suol dire: “A pensar male…” Se sono dunque felice della possibilità della penisola, dico con altrettanta franchezza che non vorrei che il progetto distogliesse l’attenzione da quello che si può e si deve fare subito, senza interrompere processi avviati da qualche anno».

Chiarita la questione “penisola”, Simonella traccia le priorità dello scalo. La prima: dragaggi. «Non si draga più dal 2014 – sottolinea –. L’altro giorno Tajani ha detto, cito testualmente: “Il porto non pesca… le portacontainer vanno a Gioia Tauro”. Una frase che a chi ne sa un po’ di porti e infrastrutture fa ribaltare dalla sedia. Ma la domanda è: a chi la racconta questa cosa? Non si è capito. Non si draga non perché manchino i soldi, ma perché i processi autorizzativi, in larga parte in capo alla Regione Marche, non vanno avanti. A chi parlava, dunque, Tajani? Forse ai suoi. Perché ai vertici delle istituzioni che hanno competenze sui dragaggi ci sono tutti esponenti di Centrodestra e non si vede l’ombra di un dragaggio». Seconda priorità: i traghetti alle banchine 19-20-21. «I silos erano stati abbattuti per riorganizzare più funzionalmente gli spazi – continua la candidata sindaca –. In attesa della “penisola” direi che vi si possono spostare i traghetti allocati oggi sotto il Guasco. I vantaggi? Presto detti. Logistici: tutta l’area extra Schengen, ormai solo Albania, sarebbe collegata direttamente alla viabilità di Mandracchio e Via Mattei senza passare sotto la città storica. Ambientali: meno mezzi pesanti entrerebbero fin sotto il Guasco: 140mila km l’anno in meno, è stato calcolato, e le emissioni delle navi tenderebbero a ristagnare meno e a spostarsi verso mare. Non lo dico io, ma il pluricitato Pia. Con l’elettrificazione delle banchine poi, finanziata da Pnrr, risolveremmo le emissioni delle altre. Strategici per la città: spostando l’area extra Schengen si può alleggerire la facility vicino all’ingresso Fincantieri. Questo renderebbe meno pesante il sistema di sicurezza verso il porto antico, con beneficio di tutti in termini di accessibilità. È l’operazione per fasi che iniziammo nel 2015 con il primo abbattimento delle reti e la riapertura del porto antico».

Priorità numero tre: spostamento della linea doganale all’altezza delle reti, proposta avanzata dal Comune. «Questo – illustra Simonella – consentirebbe di spostare una parte della viabilità cittadina sotto il porto (sulla mappa la linea tratteggiata in giallo) e, con apposita struttura, collegarla con lungomare Vanvitelli. Vecchio progetto pure questo, complicato ma fattibile. Unico davvero possibile per concepire via della Loggia liberata dal traffico». Per concludere dunque: «Sì alla “penisola”, no ad usarla come alibi per fermare quei processi già avviati e che possono trovare compimento presto. Progetti meno roboanti, ma davvero capaci di cambiare la vita di tutti. Da subito».



Articoli correlati

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X