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Nuova antenna a Varano:
protestano residenti e Comune
Deciderà il tribunale

ANCONA - Udienza al Tar il 10 marzo per decidere la legittimità della richiesta di Iliad di installare su un terreno privato un ripetitore di telefonia mobile alto 18 metri. Il comitato dei varanesi: «Temiamo che un pennone del genere possa essere causa di elettrosmog»

 

Foto d’archivio

 

di Giampaolo Milzi

Inizia ad elevarsi, sebbene ancora sulle carte delle beghe giuridiche, il traliccio alto 18 metri, con tanto di antenna in cima, che ha in cantiere la compagnia telefonica Iliad, sul fianco di una collinetta nella bella e salubre Varano. La complessa questione, che vede schierati su fronti opposti da un lato il Comune di Ancona e il neonato comitato di residenti locali e dall’altro la Iliad, è già approdata al Tribunale amministrativo regionale (Tar), che per ora sembra avallare gli intenti della compagnia. Una querelle iniziata in realtà all’inizio della scorsa estate, quando la Iliad ha chiesto l’autorizzazione all’Ufficio Ambiente municipale di poter installare la struttura, un ripetitore per telefonia mobile, in un terreno di proprietà di una signora. Che non è però l’unica interessata dalla vicenda, perché sono parecchie le abitazioni di chi abita da quelle parti: esattamente sono coinvolti i civici dal 336 al 361. E così è nata la fronda, un gruppo di una trentina di residenti della frazione che, ha detto un loro portavoce, temono che «un pennone così alto possa essere causa di elettrosmog, tra l’altro uno di noi ha problemi di cuore ed è portatore di peacemaker, e che il traliccio determini una diminuzione del valore immobiliare e agricolo dell’area». Ma tant’è. Pur rivoltisi al Comune per stoppare ciò che ritengono «un pericolo», fino ad ora hanno ottenuto poco o nulla. Come citato, il Comune si era già mosso. Ricevuta la richiesta di permesso con relativo progetto dalla Iliad, aveva prima risposto con un preavviso di diniego, motivandolo con vari motivi ostativi. Poi aveva chiesto e ottenuto dai manager Iliad chiarimenti, che pur rivelatisi fortemente contestativi, non avevano impedito all’Ufficio Ambiente, a fine agosto, di emettere il diniego definitivo.

L’assessore all’ambiente Polenta e il sindaco Mancinelli

Ma ad ottobre la Iliad ha presentato ricorso al Tar contro il diniego e il Tribunale ha intimato con ordinanza al Comune di “sciogliere” quel no entro il 10 marzo. Perché? Perché nel frattempo la normativa di settore è cambiata, favorendo le aziende che intendono installare tralicci per telefonia. Ciò in base all’entrata in vigore con forza di legge (settembre scorso) del decreto n° 76/2020, il cosiddetto “decreto semplificazioni”, che fa carta straccia dei “piani antenne” dei Comuni (mappe e regolamenti che indicano dove possono o non possono essere collocate certe strutture che emanano onde elettromagnetiche) e spiana la strada alle imprese che quelle antenne le vogliono montare. Frattanto il 4 febbraio alcuni rappresentanti della Iliad, sicura di spuntarla alla fine, si sono presentati a casa di tre residenti vicini al terreno scelto per l’antenna, annunciando che dovranno accedervi per farvi passare betoniere e altri mezzi proprio funzionali al cantiere per il traliccio.
A questo punto occhi puntati sulla nuova udienza del Tar fissata per il 10 marzo. Il Comune, costituitosi parte in causa, si sta preparando. Scarse, da quanto è si appreso da fonti ben informate, le speranze che l’esito dell’istruttoria che il Comune presenterà in udienza abbia successo. Un pessimismo, del resto, trapelato martedì nel corso di una lunghissima riunione serale in Comune tra una delegazione dei residenti del comitato varanese e i funzionari dell’Ufficio Ambiente. Pessimismo basato sul fatto che, dopo l’entrata in vigore del decreto semplificazioni, l’unica competenza residuale in materia rimasta al Comune è quella di verificare se il sito prescelto per il traliccio sia compatibile coi livelli massimi di inquinamento elettromagnetico previsti dalla legge italiana, senza possibilità di introdurre ulteriori limitazioni.

Tar Marche

A favore della Iliad giocano vari fattori: il terreno prescelto non si trova né troppo vicino a scuole, ospedali, o altri luoghi particolarmente “sensibili”, né troppo a ridosso di abitazioni; e pare che le emissioni del traliccio così come prospettato non superino le soglie di legge per l’elettrosmog. Dunque è molto probabile che il Tar annullerà il provvedimento di diniego del Comune ritenendolo infondato e intimando allo stesso Comune di autorizzare il progetto traliccio. Ma il comitato dei residenti non molla. Intendono chiedere tramite la procedura dell’accesso agli atti di esaminare il progetto Iliad. E, in previsione di ciò che considerano il peggio, pensano di contattare un avvocato specializzato nel settore. Il compito del legale? Se il Tar dovesse dar ragione alla Iliad, potrebbe tra qualche tempo ricorrere allo stesso Tar per impugnare, chiedendone l’annullamento, l’atto autorizzativo del pilone con antenna che il Comune sarebbe stato costretto ad emanare. E quell’annullamento sarebbe l’ultima speranza per il comitato.

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