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Simonella: «Stazione marittima,
non si torna indietro»

ANCONA - Ad un anno e mezzo dallo stop ai treni si attende il progetto di riqualificazione dell'area. L'assessore al Porto: "Necessaria una strategia d'insieme, che consideri le trasformazioni già in atto nella zona, dal Mandracchio all'ex Fiera, dalla Mole al Porto Antico"

L’assessore al Porto Ida Simonella

 

 

di Agnese Carnevali

Stazione marittima, non si torna indietro. Ma a un anno e mezzo dallo stop ai treni non c’è ancora un progetto di riqualificazione dell’area occupata dai binari e della pensilina, rinnovata qualche anno fa. Di certo c’è solo la realizzazione di una rotatoria al posto del passaggio a livello del Mandracchio per migliorare l’accesso alla Mole ed all’area dell’ex Fiera. Nessuna possibilità, dunque, di ripristinare il servizio di trasporto ferroviario, come auspicato ieri (28 marzo) in aula dal consigliere Pd Enzo Giancarli (leggi l’articolo). «La stazione è inserita in un’area in evoluzione, che sarà interessata anche da interventi di abbellimento e decoro urbano e non solo di riorganizzazione della viabilità – afferma l’assessore al Porto Ida Simonella -. Dovremo studiare insieme agli altri soggetti istituzionali coinvolti nella gestione della zona un progetto complessivo di riqualificazione, partendo da alcuni elementi già in campo». Ovvero? «L’Autorità portuale ha già detto di voler spostare l’area di sosta dei tir dal Molo Rizzo allo scalo Marotti – riprende Simonella – per continuare nel percorso di recupero del Porto Antico, tutta l’area del Mandracchio è in trasformazione, con gli interventi sull’ex Fiera ed il nuovo ruolo assunto dalla Mole quale polo espositivo di rilievo regionale. In questo quadro, sarà elaborato un progetto d’insieme».

Dunque lo smantellamento di binari e stazione è un percorso irreversibile? «A meno che non siano delle novità di cui non sono a conoscenza, sì – la risposta dell’assessore -. L’ipotesi presentataci da Rfi per eliminare i passaggi con le croci di Sant’Andrea e mettere in sicuerezza la tratta, operazione non derogabile, avrebbe significato e significherebbe tutt’oggi, bloccare il traffico da e per il porto per 6, 7 ore al giorno, con conseguenze pesanti sulla città. Senza contare – prosegue – che avremmo dovuto prevedere delle reti attorno alla Mole, che sta vivendo un momento di sviluppo importante nel suo nuovo ruolo di polo espositivo».

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