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Chirurgia, ultima frontiera a Torrette:
“Interventi mininvasivi
aumentano la sopravvivenza dai tumori”

ANCONA – A sottolineare il fiore all’occhiello dell’azienda Ospedali Riuniti è il professore Mario Guerrieri, direttore della Clinica Chirurgica. "Si possono sfruttare gli orifizi già presenti per natura sul corpo dell’uomo per arrivare alla parte da operare". La specialità delle operazioni con minore impatto sul paziente taglia il traguardo di 25 anni di attività. Si pensa già al futuro. "Le sale operatorie ibride - annuncia Michele Caporossi, direttore generale dell'ospedale regionale - dove più professionisti di specialità diverse lavoreranno insieme con il supporto di tecnologia sempre più elevata e sullo stesso malato"

Il bilancio di 25 anni di Chirurgia mininvasiva all’ospedale di Torrette

 

Il direttore generale Michele Caporossi (al centro)

 

di Marina Verdenelli

Riduce il dolore e i costi con un aumento della vita in casi di tumore. E’ la chirurgia minivasiva. Fiore all’occhiello dell’azienda Ospedali Riuniti di Torrette, ad Ancona, che taglia il traguardo di 25 anni di attività. Un quarto di secolo pensando già al futuro: le sale ibride dove più chirurghi di specialità diverse lavoreranno insieme con il supporto di tecnologia sempre più elevata e sullo stesso paziente. Dal cuore, ai reni passando per le patologie oncologiche e ginecologiche, gli interventi mininvasivi si dimostrano sempre più efficaci nella cura del malato.

Mario Guerrieri

«Da un piccolo foro – spiega Mario Guerrieri, direttore della clinica Chirurgica – si riesce ad asportare un tumore. I benefici per i pazienti sono notevoli. Non vengono ridotte le difese immunitarie con queste operazioni e quindi così si aumenta la sopravvivenza». Per le patologie del retto e del colon Torrette è prima in Italia in termini di chirurgia mininvasiva. «Arriviamo – specifica Guerrieri – dove non riesce l’endoscopia e senza tagli per l’asportazione di polipi. Il giorno dopo il paziente si alza. Con questo tipo di chirurgia si possono sfruttare anche gli orifizi già presenti per natura sul corpo dell’uomo, per arrivare alla parte da operare». In 25 anni Torrette ha effettuato 3mila operazioni al colon, 1.200 colecistectomie laparoscopiche, mille operati di chirurgia rettale e 300 interventi al surrene (sopra il rene), una eccellenza in Italia. «Ho visto nascere la chirurgia toracica mininavasiva – dice Armando Sabbatini, direttore Chirurgia Toracica Ospedali Riuniti – 25 anni fa, quando l’ospedale era ancora in centro, all’ex Umberto I. Nel 2016 abbiano superato il 90% degli interventi con questa proceduta».

Armando Sabbatini

Quello della Chirurgia Toracica è stato «il primo reparto a livello nazionale – sottolinea Majed Refai, della struttura operativa semplice di Chirurgia Toracica mininvasiva di Torrette – ad incrementare questi interventi. Da una tecnica triportale, con tre incisioni si è passati via via a quella uni portale, con una sola incisione di 3,5 centimetri. E’ utilizzata per diverse patologie come i noduli polmonari». In Cardiochirurgia si contano 1.200 interventi l’anno (il dato nazionale è fermo ad una media di 600). «Più di cento al mese – dice Marco Di Eusanio, primario della Cardiochirurgia di Torrette da settembre – con un incremento dell’attività pari al 70%. Il paziente contrae meno infezioni perché l’incisione è minima e quindi è minimo anche il trauma. Si riduce anche l’anestesia perché dopo due ore il paziente è sveglio e da già fisioterapia». E per il futuro? «Si sta già lavorando alle sale operatorie ibride – annuncia Michele Caporossi, direttore generale dell’azienda Ospedali Riuniti – con costi tra i 6-7 milioni di euro già finanziati dalla Regione. Più specialisti opereranno insieme lo stesso malato. Aspettiamo di fare il bando».

Majed Refai

Marco Di Eusanio

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