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Occupy Cnr,
i precari del centro di ricerca Ismar
in lotta per la stabilizzazione

ANCONA - Circa la metà del personale dell'Istituto specializzato in studi marini non ha contratti stabili. Il Gruppo Precari Uniti Cnr ha deciso così di occupare la sede di largo Fiera della Pesca aderendo ad una mobilitazione nazionale che coinvolge tutti i centri di ricerca. Il coordinatore di Ancona Betti: «L'istituto ha attratto negli anni importanti investimenti nazionali ed europei ed è protagonista di studi all'avanguardia grazie al lavoro dei precari»

I lavoratori precari e strutturati che hanno indetto l’assemblea permanente del Cnr-Ismar di Ancona

 

Il Gruppo Precari Uniti Cnr di Ancona ricevuti dal sindaco Valeria Mancinelli

 

di Agnese Carnevali

I lavoratori del Cnr-Ismar di Ancona occupano la sede del centro di ricerca di largo Fiera della pesca rivendicando la stabilizzazione dei precari. La metà del personale di Ancona non ha un contratto stabile, 35 persone su 70, che da anni consentono all’istituto di portare avanti le più avanzate ricerche in ambito marino: dagli studi sulla crescita e l’economia blu alla pesca al monitoraggio dello stato di salute del mare Adriatico ma anche degli altri mari italiani. Un’attività che ha fatto del Cnr-Ismar un punto di riferimento ed un segno distintivo della città, tanto da diventare parte integrante del progetto Waterfront 3.0 che vede l’istituto trasferito e potenziato nella palazzina accanto al Nautico, all’ingresso dello stabilimento Fincantieri. L’alta specializzazione costruita anche sul lavoro di chi si trova in una condizione precaria da oltre 15 anni, con una media di precariato che si attesta attorno agli 8. «L’Istituto di Ancona lavora molto e negli anni ha attratto molti investimenti anche dall’esterno, progetti nazionali ed europei, producendo studi all’avanguardia − afferma il coordinatore del Gruppo Precari di Ancona, Mattia Betti −. Un lavoro svolto, in particolare negli ultimi dieci anni che hanno visto il blocco delle assunzioni, oltre che dal personale strutturato, anche in larga parte dal personale precario, senza il quale la ricerca e gli studi non potrebbero andare avanti. Come Ismar ci occupiamo di pesca, biologia, microbiologia, oceanografia. Molti di noi “esterni” siamo spesso fuori in mare, in Adriatico ma anche negli altri mari d’Italia, qualcuno persino in Antartide per portare avanti i progetti».

Gli anni di mobilitazione non sono serviti per vedere riconosciuti i propri diritti. Ed anche il recente emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato il 29 novembre, che ha previsto lo stanziamento di 110 milioni di euro in 3 anni per la stabilizzazione del personale precario di tutti gli Enti Pubblici di Ricerca, non basta neanche a coprire i soli 3 mila lavoratori precari del Cnr aventi diritto alla stabilizzazione secondo i requisiti dell’articolo 10 della legge Madia.

Oggi è scattata dunque la protesta, ad Ancona come nelle altre città sedi del Cnr, con la decisione di indire un’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori precari, con il supporto del personale strutturato e del responsabile di sede, Mauro Marini. Una mobilitazione intrapresa dal Gruppo Precari Uniti Cnr di Ancona insieme ai colleghi nella stessa situazione degli istituti di Roma, Pisa, Palermo, Bologna, Sassari, Cosenza e Sesto Fiorentino, tutti pronti a scendere in piazza Montecitorio il 15 dicembre per chiedere l’aumento dei fondi per la stabilizzazione non solo dei ricercatori, ma di tutto il personale dei centri, compreso quello amministrativo e tecnico, ad oggi escluso dall’emendamento del Senato. «Una divisione aberrante anche in termini di ricerca − riprende Betti −. Ciascun progetto è possibile perché c’è lavoro di squadra ed ognuno svolge un ruolo fondamentale per il buon esito della ricerca».

L’INCONTRO CON IL SINDACO

In attesa del presidio di Montecitorio, in città la protesta è arrivata dentro a Palazzo del Popolo dove una delegazione dei precari dell’Ismar è stata ricevuta oggi pomeriggio dal sindaco Valeria Mancinelli. Un incontro di circa un’ora alla fine del quale il sindaco ha assicurato il massimo sostegno alla causa con la proposta di approvare in Consiglio una mozione od un ordine del giorno dei capi gruppo a favore della stabilizzazione del personale.

In corso l’Ismar di Ancona ha un progetto di data collection acustici per conto del ministero dell’Ambiente, un’importante commessa Eni per il monitoraggio delle piattaforme nel mare Adriatico, un progetto di Blue growth (crescita blue) sostenuto anche da Comune ed Autorità di sistema portuale, è coinvolto nella Marine strategy framework directed, un progetto volto a studiare lo stato di salute delle acque del mare ed il progetto “Tarta life” contro la cattura delle tartarughe nell’Adriatico. «Stiamo sviluppando dei sistemi di modifica delle reti per evitare che i pescatori catturino le tartarughe».

 

 

 

 

 

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