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Leonardo Nobili nella Fabriano
che l’ha contestato
«Importante è il messaggio dell’opera»

FABRIANO - L'artista si è raccontato in biblioteca comunale. La sua installazione criticata dal primo cittadino: "Sono partito dal bello, ma non volevo diventare un artista di mercato, mi sono chiesto: cosa racconto dell'uomo?"

 

Leonardo Nobili presentato dal filosofo Valtero Curzi

 

di Sara Bonfili

Leonardo Nobili, l’autore della scultura “La porta dell’infinito” posizionata al’ingresso di Fabriano, amata e odiata dai fabrianesi, ha incontrato nel pomeriggio la cittadinanza nella biblioteca multimediale Romualdo Sassi. La scultura “La porta dell’infinito” in acciaio e vetro, realizzata nell’intenzione dell’autore con il fine di rappresentare la frantumazione dell’esistenza – leit motiv dell’artista di Montelabbate – era stata criticata da alcuni fabrianesi che non la capivano e la consideravano senza mezzi termini “brutta”. Soprattutto dal primo cittadino Gabriele Santarelli. La sua intenzione manifestata in più occasioni, era stata di togliere dalla principale rotatoria di Fabriano in cui era stata posizionata. Santarelli: “Non abbiamo mai nascosto il fatto che quell’opera non ci convince. Non ci convince nel suo significato”, e ancora “non ci convince nel suo posizionamento, non ci convince nel fatto che non sia mai stato accettato dalla maggioranza dei cittadini fabrianesi, però è giusto ascoltare il suo autore e magari avviare un dibattito”, aveva scritto Santarelli su Facebook, invitando comunque all’incontro con l’artista di oggi pomeriggio. Lo scultore di Montelabbate ha parlato a braccio con tanta modestia, quasi giustificandosi per il proprio linguaggio “estremo”. “Con ‘Frammenti nello spazio’ – ha detto oggi Nobili –  hanno iniziato a criticarmi: io ho ammesso di star seguendo un percorso che mi porta in avanti. A un certo punto mi sono detto, il bello e il brutto non mi importa più, ma mi pongo la domanda di cosa racconto alla società”. Nobili ha raccontato di essere partito dall’arte figurativa per poi interpretare diversi linguaggi artistici, dalla pittura alla scultura, dall’installazione alla fotografia, alla performance, fino al video d’arte, declinati nell’informale. Realizzò opere per scuola del libro di Urbino, litografie, sculture. Ha lavorato a Parigi, Monaco, New York. Nobili ha illustrato le tante opere proiettate alle sue spalle, cercando di sciogliere i significati dietro alla forma apparentemente incomprensibile: “Io scavo dentro l’anima. Ad esempio quando ho lavorato a New York, la sera vedevo un fiume rosso di luci, che ho rappresentato in questo modo”, dice indicando un’immagine di uno squarcio verticale rosso sangue in uno sfondo nero. “Con mie cosiddette ‘frantumazioni’, stravolgendo la realtà per portarla nel mio mondo, voglio rappresentare l’uomo attraverso l’arte. Non volevo diventare un artista di mercato ma lasciate un messaggio.

“Ho tanta esperienza alle spalle” – ha detto Nobili – “A New York ho frequentato Frances Whitney (la fondatrice dell’omonimo museo ndr), sono umile ma la mia ricerca per quasi 40 anni mi ha reso riconoscibile. Alcune mie opere sono state esposte al Moma,  alla Lobby Gallery Museum, in giro per il mondo. Non voglio piacere a tutti, ma raccontare cosa c’è dietro l’uomo”. Il Comune di Montelabbate, nel 2009,  ha dedicato all’artista uno spazio d’arte permanente dal nome “Spazio-Nobili Museum”.

 

Il giovane Leonardo Nobili al lavoro a New York

 

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