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Riapertura della stazione marittima,
no al Lungomare nord e lavoro:
Rubini presenta il programma

ANCONA - Ribaltare la parola d'ordine della proposta elettorale della lista civica Altra Idea di Città, riassunta in dieci punti. Ribaltare politiche ed approcci che hanno contraddistinto finora l'amministrazione della città: dalla mobilità alla cultura, dall'ambiente all'urbanistica fino al lavoro ed ai servizi

I candidati di Altra Idea di Città alla presentazione del programma, da sx Loretta Boni, Loredana Galano, il candidato sindaco, Francesco Rubini, Valerio Cuccaroni, Riccardo Picciafuoco

 

Ribaltare. La parola d’ordine del programma di Altra Idea di Città. Ribaltare politiche ed approcci portati avanti fino ad oggi dall’attuale amministrazione comunale. Centro, frazioni, lavoro, ambiente, bilancio i temi principali articolati in dieci punti, frutto dei tavoli di discussione aperti ai cittadini. Al primo punto una nuova idea di bilancio partecipato al quale destinare il 20/25% – contro l’attuale 5% – delle risorse comunali, per «creare un percorso davvero condiviso che non si limiti ad una votazione online», commenta il candidato sindaco Francesco Rubini.

Poi l’accesso alla città: via il traffico privato dal centro con l’aumento delle zone a traffico limitati ed il potenziamento del trasporto pubblico locale, navette in partenza dai parcheggi scambiatori, e corsie preferenziali contrassegnate da cordoli. E in tema du ribaltamento «l’immediata riapertura della stazione marittima con la ripresa del progetto di metropolitana di superficie − afferma Rubini −. La progettazione è già molto avanzata, le stazioni ci sono, penso a Torrette, Ancona Stadio, Aspio, ed in totale abbandono. Una rete che può servire oltre 300mila persone dell’hinterland nord e sud della città». Nessuna paura che la limitazione del traffico automobilistico possa spopolare il centro, anzi. «È vero l’esatto contrario. Il nostro slogan è meno macchine più persone − sostiene il candidato sindaco −. Fino ad oggi si è puntato sulla sosta veloce, che spesso si traduce poi in sosta in doppia fila. Questo però porta le persone a non vivere il centro, ma ad arrivare, magari fare un acquisto rapido e fuggire, questo non è rilancio né del centro né del commercio. Con gli operatori puntiamo ad istituire un tavolo permanente anche per organizzare turnazioni di aperture ed eventi a partire dall’ora diciamo dell’aperitivo. Lungo i corsi principali la maggior parte dei bar chiude alle 7, le 8 di sera e questo non aiuta a rivitalizzare la città». E nell’ottica di dare nuova vitalità al centro pugno duro contro i privati proprietari di immobili abbandonati e/o chiusi che non si fanno carico del decoro e dell’igiene degli edifici e dunque della città. «Il decoro urbano deve essere garantito anche dai soggetti privati che hanno tutto il diritto e la facoltà di tenete sfitti dei palazzi, penso all’esempio emblematico dell’ex hotel Roma & Pace». Ma per un immobile privato abbandonato ce ne è un altro pubblico altrettanto abbandonato. «Su questo la nostra linea è chiara − spiega ancora Rubini − il patrimonio immobiliare pubblico va riutilizzato mettendolo a disposizione del pubblico, un altro modo per ridare funzioni ed attività ai luoghi abbandonati della città, un’operazione che garantisce, in centro come anche nelle periferie, una maggior sicurezza dei luoghi, abbandonando la logica securitaria delle città chiuse come in uno stato di guerra. La repressione fine a se stessa non ha mai prodotto nulla se non l’aumento dei conflitti sociali». A chiudere l’intervento di Rubini il passaggio sui parchi «da mettere a sistema e che vogliamo legati alla dinamica dello sport all’aperto» e le grotte del Passetto da inserire nel patrimonio dell’Unesco.

Riccardo Picciafuoco (foto d’archivio)

Da Riccardo Picciafuoco arriva di nuovo il no secco al Lungomare nord «che dovrebbe sorgere in una delle zone più inquinate di Ancona affianco ad una strada che domani dovrà essere di quattro corsie ed attraversata dai tir e della ferrovia. Forse su quell’area dovremmo capire cosa vuole fare il Comune e non Rfi con l’amministrazione pronta ad andargli dietro. Sulla Flaminia allargata si crei una corsia preferenziale per i bus così che possano impiegare 5 minuti per collegare Ancona con Torrette e non 45 come accade ora». Passaggio dal 10 al 60 per cento per quanto riguarda l’intermodalità portuale con un migliore utilizzo dell’Interporto «che ora fa logistica di poco conto» ed attenzione alla città non solo in termini di centro e periferie, ma anche di campagna «con gli incentivi all’agricoltura, meglio se biologica, quale strumento di sicurezza idrogeologica», gli altri punti toccati da Picciafuoco.

Focus sul lavoro da parte di Loretta Boni, che annuncia «il ripristino della pianta organica del Comune. Oggi i dipendenti comunali sono 700, insufficienti a garantire la qualità, ma anche il funzionamento dei servizi. Molte, troppe le funzioni comunali esternalizzate, spesso con gare al massimo ribasso, ed i settori scoperti, il Comune non ha più nemmeno il suo geologo ed in casi di emergenza non si sa a chi rivolgersi, così anche per molte manutenzioni. Se le amministrazioni locali sono schiacciate dai tagli hanno la possibilità di creare lavoro buono e di qualità, anche spingendo sul recupero del patrimonio e facilitando con agevolazioni la creazione di nuove attività».

Ribaltare. La parola ritorna in tema di cultura. «Vogliamo ritornare ai bandi, inesistenti da più di dieci anni per l’assegnazione di spazi e risorse alle tante associazioni del territorio − le parole di Valerio Cuccaroni − e ridare spazio alle fondazioni culturali che sono state messe ai margini dall’egemonia di Marche Teatro che si rifiuta di fare rete con gli altri soggetti. Ricordo che ad Ancona operano, o dovrebbero, anche il Consorzio Marche Spettacolo e Amat. E forse in pochi sanno che Ancona è sede di un’Accademia delle belle arti del Miur, la Poliarte. Spazio dunque anche a questi soggetti con la riapertura della scuola di musica parificata che era il Pergolesi».

 

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