di Laura Boccanera
Vendevano scatole vuote a chi li aveva contattati pensando di comprare scarpe. Una truffa da oltre un milione di euro è stata scoperta dai carabinieri della Compagnia di Civitanova. Otto persone si sarebbero finte stocchisti: in realtà, ottenuto il pagamento della fornitura dal cliente, gli lasciavano la merce da ritirare da uno spedizioniere ma di scarpe nemmeno l’ombra, solo scatole e scatole vuote. Una truffa da oltre un milione di euro nella quale erano caduti oltre 50 titolari di attività commerciali finiti nel tranello orchestrato da un’associazione formata da 8 persone che sono state denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e tutte orbitanti nelle province di Macerata, Ancona, Fermo e Pescara. A scoprirla gli uomini della Compagnia dei carabinieri di Civitanova diretta dal maggiore Enzo Marinelli, assieme ai colleghi della stazione di Montecosaro che hanno scoperchiato il vaso di pandora. A Montecosaro c’era una vera e propria organizzazione criminale secondo le indagini dell’Arma che progettava truffe messe a segno in tutta Italia. Oltre 50 gli operatori commerciali raggirati dal gruppo. La tecnica della truffa consisteva nel vendere ad alcuni negozi dei lotti di calzature: i denunciati contattavano alcune ditte proponendosi come degli stocchisti e concordavano lotti, modelli e tipologie di calzature da vendere.
Per confermare la vendita chiedevano il pagamento di un acconto. Da quel momento confermavano all’acquirente che il deposito era a disposizione su bancali sigillati con cellophane in una ditta di spedizione e che il lotto sarebbe stato disponibile non appena il saldo fosse stato versato interamente. Ma appena liquidata la somma per i commercianti arrivava l’amara sorpresa. Le scatole sigillate e custodite infatti erano completamente vuote. Le indagini a tappeto dei carabinieri hanno permesso di ricostruire nel dettaglio l’architettura della truffa, i componenti del sodalizio criminale e individuarne i ruoli: la mente era l’intestatario della ditta di stock fittizia a cui gli acquirenti dovevano versare la somma pattuita. C’era poi chi si occupava della logistica e del magazzino impacchettando le scatole vuote con minuzia, caricarle, trasportale e scaricarle di nuovo presso la ditta di spedizione e infine gli intestatari di altri conti correnti nei quali il titolare della ditta fantasma girava immediatamente le somme incassate dalla vendita. Su questi conti correnti negli ultimi 5 mesi sono stati versate somme per 1 milione e 200mila euro.
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