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Il “Bomba Day” in un Palarossini deserto:
«La paura più grande?
I ladri nelle case vuote»

ANCONA - Neanche 200 le presenze stimate all'interno del palazzetto che alla vigilia dell'evacuazione era pronto ad ospitare 4 mila persone. Venti quelle assistite negli spogliatoi con un'assistenza dedicata. Sul parterre, tavolate per mangiare e animazione per i più piccoli. La voce degli evacuati: «Era necessario fare tutto questo? Sì, però che ansia le abitazioni vuote» - VIDEO

Il parterre del Palarossini

 

 

di Federica Serfilippi

Era pronto ad ospitare migliaia di persone, se ne sono presentate neanche 200. Palarossini quasi deserto in occasione del Bomba Day e allestito da ieri per far fronte alle esigenze dei cittadini costretti ad evacuare dalla zona rossa. Il palazzetto è stato più che altro raggiunto da quei cittadini che si sono mossi con i bus messi a disposizione dell’Amministrazione comunale. Tra l’animazione dedicata ai bambini, il the e i biscotti offerti, la mattinata è proceduta senza intoppi. Una ventina le persone anziane che sono state assistite negli spogliatoi per problemi di deambulazione e spostate dalle loro case anche grazie ai volontari della Croce Rossa, della Croce Gialla e di tutti gli altri enti assistenziali. A metà mattinata, il palazzetto è stato raggiunto anche dalle persone (poco più di una decina) che avevano trovato posto al Palascherma di Pietralacroce. È rimasto invece aperto il Palabrasili di Collemarino (28 ospiti), struttura anche questa dotata di animazione per i bambini. Al Palarossini attorno a mezzogiorno sono arrivati il sindaco Mancinelli, che ha fatto visita agli anziani dislocati negli spogliatoi, l’assessore Foresi e il comandante dei vigili Liliana Rovaldi. Tra le persone presenti al palazzetto, c’è chi plaude la gestione del Bomba Day da parte dell’Amministrazione, chi teme per la  tutela della propria abitazione.

Il sindaco Mancinelli in mezzo agli operatori Anpas

«Abito in via Urbino – dice una donna originaria del Trentino e da 15 anni residente ad Ancona – e il risveglio è stato traumatico con tutte quelle sirene in strada. Non avverto tanto il senso di pericolo per qualcosa che potrebbe andare storto, ma per il mio appartamento. Ho paura dei furti e che qualcuno possa entrare in casa mia ed occuparla. Dove sono le migliaia di persone previste al Palarossini? Mi sa che in tanti hanno aggirato l’ordine di abbandonare la zona rossa. Come faccio per mangiare? vado al bar». Accanto a lei c’è un gruppo di nigeriani e di senegalesi. I primi abitano in via Dalmazia, i secondi in corso Carlo Alberto e sono arrivati al palas con i bus dei punti di raccolta. «Stiamo insieme, facciamo gruppo per passare la giornata. Tutte le informazioni per l’evacuazione sono state giuste, corrette e necessarie». Dello stesso parere una famiglia di tunisini con figli piccoli che abita agli Archi: «Ci siamo svegliati molto presto, ma l’organizzazione è stata ottima e le persone qui al palazzetto sono molto gentili. Certo, è una giornata diversa delle altre, ma con la bomba non si scherza. Era necessario tutto questo. Grazie alle autorità italiane». Due residenti di via Fiorini: «Abbiamo la borsa frigo con i panini, stiamo bene. Ma ci sono più volontari che cittadini evacuati».

 

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