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“Così difendiamo il nostro ospedale”,
nasce il Comitato pro Carlo Urbani

JESI - Nasce un Comitato di volontari per la difesa dell'ospedale Carlo Urbani e della sanità jesina. Promotore e presidente, l'ex primario Franco Iantosca. Il 21 giugno la prima assemblea pubblica.

di Talita Frezzi

Un Comitato cittadino per difendere l’ospedale “Carlo Urbani” dal suo progressivo impoverimento. Si è costituito a Jesi grazie all’iniziativa dell’ex primario del reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dottor Franco Iantosca.
Il dirigente medico, 69 anni, napoletano d’origine ma jesino d’adozione, ormai in pensione da 10 mesi e 29 giorni, ha trascorso ben 40 anni dentro all’ospedale cittadino nella struttura del Viale della Vittoria prima e al Carlo Urbani poi. E ha assistito a un processo di sgretolamento dei servizi che, per chi continua ad amare il proprio lavoro, significa profonda rabbia e indignazione, ma anche la volontà di fare qualcosa di concreto. Così con lo spirito del dialogo e della collaborazione costruttiva nasce il Comitato cittadino per la salvaguardia e la difesa dell’ospedale “Carlo Urbani” e della sanità dell’Area vasta 2.

I volontari del Comitato in difesa dell’ospedale Carlo Urbani

– Dottore chi fa parte del Comitato?
«Il Comitato raccoglie una ventina di volontari, il mio vice è Luca Bernardi, un giovane che combatte contro la distrofia muscolare Duchenne ma molto attento alle dinamiche cittadine».
– Le vostre finalità?
«Certamente non abbiamo fini di lucro, anzi lo scopo è quello di operare nella prospettiva del recupero e del conseguente mantenimento della piena funzionalità dell’Ospedale “Carlo Urbani” che purtroppo sta perdendo tutto… Vogliamo contrastare il progressivo depotenziamento e depauperamento in atto del nosocomio cittadino con un dialogo costruttivo con le istituzioni e il mondo politico».
Le criticità su cui intendete lavorare?
«E’ evidente la drammatica riduzione dei posti letto (da 640 a neanche 200), poi l’accorpamento dei reparti, la carenza di personale medico e paramedico, il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato, i tagli sulla sanità pubblica (una riduzione di 4 milioni e 400.000 euro) poi l’assenza di primari (quello di Ortopedia non è stato ancora nominato pur se il concorso è stato fatto a febbraio), le liste d’attesa, il mancato tour over di medici e infermieri. Poi la chiusura della Reumatologia».
– Non tralascia nulla…
«Infatti abbiamo molto di cui parlare e molto su cui lavorare. C’è anche la questione del pronto soccorso, che adesso può contare su un nuovo, valido primario il dottor Caroli che ha fatto anche esperienze professionali all’estero con me e che conosco bene da molti anni. Potrà fare molto per risolvere i problemi, ma penso che non sia questione di spazi da ampliare quanto di personale da incrementare. Bene al miglioramento del comfort degli spazi per i degenti, ma servono più medici e infermieri…».
– La vostra prima azione come Comitato?
«Per prima cosa ci presenteremo alla città con una assemblea pubblica in programma per il 21 giugno alle ore 18,30 presso la sede della ex seconda circoscrizione di via San Francesco, abbiamo il patrocinio del Comune e abbiamo invitato a partecipare i sindaci di tutti i Comuni della Vallesina e alcuni dirigenti della sanità dell’Area vasta e regionale».

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