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Sisma, anniversario di proteste:
striscioni per Conte
e manifestazione in alta quota

TRE ANNI - Terre in moto e altre reti regionali si sono mosse per manifestare i disagi del territorio a oltre mille giorni dalle scosse del 2016. Domani protesta a Pantani di Accumoli contro i modelli di sviluppo «imposti dall'alto»

 

Lo striscione apparso nella notte

Un’escursione di protesta ai pantani di Accumoli e striscioni apparsi nella notte per “accogliere” il premieri Giuseppe Conte per il suo arrivo stamattina ad Ancona. E’ un terzo anniversario di proteste quello del sisma del 26 ottobre. Le reti attive sul territorio colpito, che abbraccia quattro regioni, hanno deciso di ricordare l’immobilismo in cui versa il Centro Italia con alcune azioni dimostrative. La manifestazione-escursione sarà domani (domenica 27 ottobre), mentre già nella notte sono comparsi alcuni striscioni che ironicamente e amaramente “autocertificano” la situazione del territorio a tre anni dalle scosse.

«Oggi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà ad Ancona e noi questa notte abbiamo voluto dargli il benvenuto nelle Marche affiggendo dei messaggi chiari, in città con in altri comuni dell’Appennino, in cui “certifichiamo” (anzi autocertifichiamo) lo stato delle cose in quello che chiamano cratere – spiega la rete Terre in moto Marche -. D’altra parte nel recente (ennesimo) Decreto Sisma varato proprio in settimana è stata introdotto lo strumento dell’autocertificazione. Noi non abbiamo voluto perdere tempo e abbiamo utilizzato immediatamente questa utile semplificazione per dire alcune cose».

Il documento afferma che: «È inammissibile lo stato in cui versa il territorio colpito dal sisma 2016/2017. I quattro governi che si sono succeduti fino ad ora (e tutti i partiti politici che ne hanno fatto parte) hanno creato una serie di strumenti completamente inadatti alla gestione della situazione. Non accettiamo che a fronte della ricostruzione assente vengano avallati, progettati, realizzati, interventi speculativi che danneggiano ulteriormente il territorio già in ginocchio. I terremotati non possono essere usati solo come strumento di campagna elettorale o come termine di paragone per speculazioni politiche al fine di attaccare altre fasce più deboli della popolazione». Inoltre la rete sottolinea di non accettare «l’applicazione delle Leggi Sicurezza (votate anche da parte dell’attuale maggioranza e tutt’ora in vigore) che colpiscono proprio chi vorrebbe far valere i propri diritti protestando legittimamente contro lo stato in cui versa il territorio». E infine: «L’ennesima proroga dello stato di emergenza certifica il fallimento di quanto fatto fino ad ora».

Sul fronte dei modelli di sviluppo “imposti dall’alto” muove anche la protesta di domani ad Accumoli, sempre lanciata da Terre in moto. Il ritrovo alle 10 a Forche Canapine con abiti e scarpe adatti alla camminata (si raggiungeranno i 1.500 metri di quota) e “un litro d’acqua a testa”. A darne notizia anche il comitato No Quake Lab Center, che da mesi protesta contro il progetto che riguarda il Piceno. La protesta nasce anche dopo l’incontro ad Arquata, lo scorso 19 ottobre, sul tema dei modelli di sviluppo per le aree terremotate: «Uno sviluppo economico sempre calato dall’alto, a favore di pochi, e di cui facciamo le spese ambientali, sociali e di spreco di risorse in troppi. Noccioleti al posto dei nostri boschi, grandi autostrade (sempre accompagnate da romantiche mulattiere qua e là), asfalto, cemento e grandi opere. Questo abbiamo ascoltato, e ritrovato nelle storie dei nostri vicini che ci hanno fatto riecheggiare molti elementi in comune alla nostra vicenda. Anche se quando è stato il nostro turno la platea ha sgranato gli occhi, sembrava inverosimile la realtà che ci trovavamo a descrivere. Abbiamo brevemente ricapitolato la faccenda: il mostro di cemento che vogliono alzare sulla collina vergine di Capodipiano (Venarotta), è un investimento pubblico con soldi destinati alle aree colpite dal sisma. Dopo le nostre proteste la Regione fu costretta a rimangiarsi l’allegato A del Patto per lo Sviluppo, che conteneva i progetti che avrebbero vinto i soldi messi a bando. Risorse europee indirizzate dal governo regionale, in un documento politico a cui erano già allegati i vincitori dei bandi. Un’assurdità talmente evidente che il parlamento suggerì vivamente al governatore Luca Ceriscioli di cancellare l’allegato. Peccato però che nei fatti i progetti siano rimasti esattamente gli stessi 94, e negli incontri pubblici le Regione continui a presentarli sfacciatamente. Tra questi il QuakeLab Center Vettore, un opera da 21 milioni di euro con i quali creerà 20 posti di lavoro slegati dal tessuto formativo locale. Nonostante gli eventi pubblici organizzati, le istituzioni regionali, con la complicità dell’Unione Montana del Tronto e della Strategia Nazionale per le Aree Interne, continuano ad essere sorde di fronte alle richieste che arrivano dal territorio – prosegue il comitato -, che sempre più fortemente si interroga sul proprio futuro e che non vede in una grande opera come quella del QuakeLab Center Vettore una risposta ai propri problemi. Le comunità devono tornare a decidere. Speculatori della montagna, il vostro tempo è finito».

(Fe. Nar.)

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