Maxi inchiesta sulla mafia nigeriana: 32enne arresti eseguiti tra l’Italia e l’estero. In manette anche un 29enne domiciliato a Falconara. E’ stato arrestato questa notte nella sua abitazione dalla Squadra Mobile di Ancona. Gli agenti sono stati delegati dalla procura di Bari, titolare dell’inchiesta partita per reati come tratta di essere umani, lesioni personali, risse, violenza sessuale, sfruttamento della prostituzione, estorsione e rapina. Per alcuni arrestati c’è anche l’accusa di associazione a delinquere. Il 29enne, Gods Pawara Agedu, è stato condotto nel carcere di Montacuto a disposizione dell’autorità giudiziaria. Stando alle risultanze investigative, farebbe parte della gang denominata ‘Viking’. Le misure cautelari sono state eseguite anche in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto e all’estero: in Germania, Francia, Olanda e Malta. Le indagini hanno permesso di scoprire due distinte associazioni a delinquere di stampo mafioso, di natura cultista, operanti nella provincia barese quali cellule autonome delle fratellanze internazionali denominate ‘Supreme Vikings Confraternity – Arobaga’ e ‘Supreme Eiye Confraternity’. L’attività investigativa ha preso avvio dalle denunce, sul finire del 2016, di due cittadini nigeriani ospiti del Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Bari, che avevano subito pestaggi, rapine e ripetuti tentativi di condizionamento per essere ‘arruolati’. I dettagli contenuti nelle denunce hanno permesso di capire che molte delle violenze commesse dagli ospiti nigeriani del CARA non erano casi isolati, ma si inserivano in un contesto di scontri tra le due principali gang criminali. Entrambe avrebbero reclutato nuovi adepti attraverso cruenti riti di iniziazione consistenti in prove di coraggio e, per prevalere l’una sull’altra, commettevano violenze, rappresaglie e punizioni fisiche. Stando alle indagini, uno dei principali interessi delle bande criminali era quello di fare entrare clandestinamente le connazionali nel Centro di accoglienza e farle prostituire non solo all’interno della struttura ma anche al di fuori. Altra attività delinquenziale portata avanti dai due gruppi era quella dello sfruttamento dei nigeriani che mendicano davanti ai supermercati ed altri esercizi commerciali di Bari e provincia i quali erano costretti a dare una parte dei loro miseri ‘guadagni’. Per la polizia, si sono registrati casi di inaudita violenza nei confronti di coloro che non accettavano di aderire alle confraternite o che non ne rispettavano le regole. Le vittime hanno raccontato agli investigatori di veri e propri pestaggi, frustate, pugni, calci e bastonate con l’utilizzo di spranghe, mazze e cocci di bottiglia. Nei confronti delle donne nigeriane, in particolare, è emersa anche la vessazione psicologica riservata ad un ceto ritenuto inferiore, buono solo a soddisfare le esigenze sessuali della comunità maschile e, soprattutto, a produrre denaro attraverso lo sfruttamento della prostituzione.
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