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Festa della Repubblica, Mancinelli:
«Il futuro si costruisce solo insieme»
Prefetto: «Non dimenticare le nostre radici»

ANCONA - Le parole del primo cittadino Mancinelli contenute in video diramato sui social prima della cerimonia che si è tenuta al Monumento ai Caduti con la deposizione della corona e la lettura del messaggio del presidente Mattarella

Il sindaco al Monumento

 

«Il 2 giugno è la data di nascita dell’Italia repubblicana e democratica che i nostri padri e i nostri nonni seppero costruire uscendo dalla macerie di vent’anni di dettatura e della devastante Seconda guerra mondiale. Oggi, di fronte a un’altra grande ma imparagonabile difficoltà mondiale, siamo di fronte a un bivio: dalle grandi tragedie una comunità può uscire frantumata, dispersa o con una rinnovata consapevolezza che il futuro si può costruire solo insieme, con un patto rinnovato tra tutti noi per costruire un paese più forte, dentro una casa più grande che oggi è l’Europa. Credo che questo possa accadere, non è scritto dalle stelle, sta nelle mani di ognuno di noi». Queste le parole contenute nel video messaggio diramato sui social dal sindaco Mancinelli prima di presenziare alla cerimonia istituzionale (in forma ridotta rispetto agli altri anni) che alle 10,30 è iniziata al Passetto, al Monumento ai Caduti. Come da programma, è stata deposta una corona d’alloro ed è stato letto il messaggio del presidente Mattarella. All’evento erano presenti il prefetto Antonio D’Acunto con i maggiori rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose.

Il prefetto D’Acunto

Il messaggio del prefetto: «Dallo scoppio della pandemia sono trascorsi tre mesi, particolarmente faticosi e dolorosi per questo territorio. Un periodo di interruzione di quasi tutte le attività produttive, di chiusura dei tradizionali luoghi di incontro, di impossibilità per le persone, anche legate tra di loro da vincoli d’affetto, di frequentarsi. Dalla fine del secondo conflitto mondiale, per la prima volta, gli italiani, specie i giovani, hanno sperimentato una consistente riduzione delle proprie libertà fondamentali, seppur motivata dalla necessità inderogabile di tutelare il bene primario della salute. E’ stato necessario, infatti, compiere un delicatissimo compito di ponderazione tra valori costituzionali altrettanto fondamentali e portanti quali il diritto alla libertà e il diritto alla salute per citare i più importanti, senza dimenticare la libertà di culto, il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione.  I cittadini della provincia di Ancona hanno risposto a questa criticità senza precedenti con forte senso di responsabilità e, come in tutto il Paese, con sentimento di orgoglio nazionale.
Per siffatto motivo, nella consapevolezza che dopo la pandemia nulla sarà più come prima, è più che mai importante oggi, 2 giugno 2020, trarre da questa drammatica esperienza le conseguenze più costruttive e riflettere con consapevolezza rinnovata sul significato della Festa della Repubblica.  L’Italia, come non dobbiamo stancarci di sottolineare, per l’articolo 1 della Costituzione, “è una repubblica fondata sul lavoro”. Le conseguenze del lock-down e della grave emergenza sanitaria, viceversa, con la difficoltà per molte attività a riprendere, rischiano di aumentare la forbice di divario tra ricchi e poveri, di creare nuove povertà, di minare pericolosamente la tenuta di sistemi democratici fondati sull’attività lavorativa dei propri cittadini. Occorre pertanto in questo momento storico rivedere i paradigmi di sviluppo, avendo sempre come punto di riferimento la dignità umana. La nostra tradizione giuridica vanta importanti capisaldi di tutela della dignità della persona, in primo luogo la citata Carta Costituzionale.
Non dobbiamo dimenticare le nostre migliori radici, che hanno fatto del nostro Paese uno dei più sviluppati nel panorama internazionale, e che vanta un sistema sanitario nazionale che garantisce la cura a tutti i cittadini. Ma bisogna fare attenzione! In questa fase così delicata, occorre un grande senso di responsabilità dei cittadini con comportamenti improntati al massimo rispetto degli altri e distanziamento sociale, specie da parte dei giovani che non debbono lasciarsi andare a comportamenti sbagliati. Mi auguro – per concludere – che la Festa della Repubblica del 2020 costituisca un punto di partenza simbolico per restituire centralità ai suoi valori costitutivi, valori di solidarietà e di coesione sociale, traguardi che non possono prescindere dall’impegno dei singoli e di tutte le Istituzioni».

(foto di Giusy Marinelli)

Giampieri e Mangialardi

Mancinelli e il questore Pallini

Il contrammiraglio Moretti

Il questore Pallini

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