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Il palco si trasforma in teca di vetro
e trasloca in piazza:
ecco ‘L’attore nella casa di Cristallo’

ANCONA - Dal 15 giugno, nel piazzale di fronte alle Muse ogni sera due artisti verranno richiusi in un box trasparente e offriranno la loro arte al pubblico, in una performance che rappresenta l'attuale condizione del mondo del teatro

Il rendering dello spettacolo

 

di Adriana Malandrino

In tanti ricordano ancora i performer egiziani Raafat El Bauomy e Ahmed El Gendy ballare sott’acqua in una teca trasparente alla Mole Vanvitelliana durante Mediteranea 16, la Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo del giugno 2013, che portò ad Ancona oltre 200 artisti da tutto il mondo. Stavolta è Marche Teatro a proporre gli attori in case trasparenti poste sul piazzale davanti al Teatro delle Muse. Si torna in scena dal 15 al 28 giugno e la ripresa è affidata a Marco Baliani, attore e autore di successo che, forte della sua esperienza, riconcilierà il pubblico con la dimensione teatrale che purtroppo manca da tre mesi. È stato presentato questa mattina, durante una conferenza stampa via web, ‘L’attore nella casa di cristallo’, scritto e diretto da Baliani, prodotto da Marche Teatro da un’idea di Velia Papa, scenografia e luci di Lucio Diana, costumi di Stefania Cempini. Ogni sera due attori/attrici simbolicamente rinchiusi ciascuno dentro una grande teca trasparente, offriranno la propria arte al pubblico, in una performance che rappresenta l’attuale condizione del mondo del teatro in cui artisti e pubblico devono rigorosamente mantenersi separati. Gli attori/prigionieri che si alterneranno nelle teche esposte al pubblico sono: Eleonora Greco, Giacomo Lilliù, Michele Maccaroni, Petra Valentini. La direttrice Velia Papa: «Siamo felici di riaprire il teatro con un evento spettacolo che si adatta perfettamente al nostro presente, parla di noi, di questo periodo, della condizione degli attori e degli artisti di teatro. Ci siamo ispirati a quello che è accaduto, siamo stati prigionieri nelle nostre case, senza avere contatti con gli altri, ovvero privandoci dell’essenza del nostro vivere sociale, costretti in una condizione di solitudine- spiega la Papa- Il teatro può essere fatto solo dal vivo, nel contatto con gli altri, ma ci è stato negato. Gli attori non sono riusciti a lavorare e anche nel prossimo futuro siamo incerti. Il distanziamento sociale in sala altera il rapporto platea-palco e svilisce il rapporto di comunicazione diretta tra attore e spettatore, quella corrente di energia che è fondamentale. Abbiamo quindi voluto pensare a un futuro distopico con un teatro abolito, in una società incentrata su accumulazione della ricchezza e non su aspetti umanistici o di elevazione della nostra capacità di immaginare e pensare la vita. La citazione di partenza è dal romanzo di Philip K. Dick “The man in the High Castle”. Gli attori sono chiusi dentro teche trasparenti, vivono in spazi angusti, cercano di affermare il loro essere attori, cercano di non dimenticare il repertorio, la loro vita. E per realizzare questo progetto abbiamo pensato all’unica persona che potesse fare questo lavoro, con cui lavoriamo da tempo, che è Marco Baliani. L’unico secondo noi davvero incline a fare un esperimento così. Con lui abbiamo prodotto uno spettacolo sul depistaggio dentro un tribunale, esperienza per nulla scontata. Anche stavolta Marco ha costruito una regia perfetta e una drammaturgia particolarissima».

Marco Baliani (Marco Parollo ph)

Lo spettacolo immagina un futuro distopico in cui il teatro è stato abolito per far spazio a più sani divertimenti «capaci di contribuire alla crescita del Prodotto Interno Lordo». Gli attori vivono rinchiusi in case trasparenti ed esposti allo sguardo del pubblico. A loro, nella loro condizione di totale solitudine, non resta che ripetere ciò che ricordano del loro antico mestiere: brandelli di testo, passi di danza, brani di canzoni, per non perdere la memoria e per sperare di poter tornare presto al tempo in cui i teatri erano colmi e gli attori gratificati dagli applausi. Un telo posto sulle teche sarà il segno della fine dello spettacolo, la simbolica chiusura del sipario. Un omaggio, come ha spiegato Baliani, all’artista Christo. «Gli attori sono una specie in via di estinzione, tenuti come animali nello zoo. Come gli animali ingabbiati, non sono più parte delle relazioni sociali come natura vorrebbe- racconta Baliani- In queste case di cristallo macinano un eterno loop. Hanno solo un testo di mezz’ora, composto di frammenti di testi noti e ricordi da me rielaborati, e poi ricominciano a recitarlo, non hanno più coscienza del tempo che passa. È il simbolo dell’attore tacitato, al quale è stato impedito di esprimersi. Abbiamo pensato di fare uno spettacolo che mettesse il dito tra i nervi scoperti di quello che è successo. Ogni attore ha un tema per un testo molto variegato, che è come un arazzo. La cosa spiazzante è che gli attori non hanno più percezione di chi li sta ascoltando. Manca empatia- continua Baliani- Per loro sarà molto difficile recuperarla, recuperare la fiducia dello spettatore. Il mondo di prima non tornerà più. Le produzioni teatrali si dovranno misurare con linguaggi che non conoscevano. Per esempio per questo spettacolo il pubblico ascolta con una cuffia, ascolta la casa 1 o la casa 2, può decidere chi seguire e guardare. Gli attori si agitano molto lì dentro, come tutti i prigionieri in gabbia. In questi anni con Marche Teatro- conclude- abbiamo sempre sperimentato, arrivando a una sorta di post-narrazione, non ce ne sono molti di teatri in Italia che osano sperimentare in questo modo». Il pubblico potrà assistere in numero limitato, in ottemperanza alle vigenti prescrizioni, alla performance che sarà ripetuta due volte a sera; agli spettatori verrà consegnato un auricolare personale e una radio ricevente (che sarà sanificata) per poter ascoltare le parole degli attori scegliendo quale casa ascoltare. Prenotazione on line obbligatoria su geticket.it, biglietto €9 incluso l’auricolare monouso che rimarrà allo spettatore. Ogni sera alle ore 21 in doppia replica. Per informazioni info@marcheteatro.it, servizio telefonico di biglietteria 071 52525, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30. Il desk della biglietteria in via della Loggia aprirà ogni sera un’ora prima delle recite (www.marcheteatro.it). L’evento si inserisce nell’ambito del progetto Marche Crea finanziato dalla Regione Marche.

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