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Luca Santarelli: «Presto operativo
il Covid Hotel di Senigallia»

ANCONA - Discussa stamattina dall'Assemblea legislativa delle Marche l’interrogazione del consigliere regionale di Rinasci Marche che chiedeva chiarimenti sui tempi di attivazione del servizio e sui criteri previsti per l’individuazione delle strutture alberghiere destinate all’isolamento fiduciario

Luca Santarelli

 

 

 L’attivazione sul territorio di Covid hotel al centro dell’attenzione di un’interrogazione con la quele il consigliere di Rinasci Marche Luca Santarelli sollecita la Giunta a chiarire i tempi di avvio del servizio e i criteri per l’individuazione delle strutture ponendo l’accento sull’importanza di punteggi premiali per chi ha svolto analoga attività nella prima fase della emergenza sanitaria.

«Mi ritengo parzialmente soddisfatto – dice – della risposta dell’assessore Saltamartini. La Giunta ha aprovato un accordo quadro con le associazioni di categoria per l’individuazione delle strutture destinate a Covid hotel e a oggi ne sono già state definite idonee dieci, due per provincia». Secondo l’esponente di Rinasci Marche i Covid hotel sono di «fondamentale importanza per risolvere le problematiche legate all’isolamento fiduciario senza mettere a rischio i famigliari”. Nello stesso tempo consentono di decongestionare gli ospedali “liberandoli da tutti quei pazienti che non hanno più bisogno di assistenza ospedaliera». Accolta da Santarelli con particolare favore la decisione dell’Esecutivo di rimettere in funzione alcune strutture alberghiere già attive nella fase uno della pandemia, come il Covid Hotel di Senigallia gestito dalla Caritas «che tornerà operativo entro questa settimana insieme a un altro Hotel Covid utilizzato nella precedente fase epidemiologica nel comune di Montecassiano». Insime metteranno a disposizione della comunità 90 posti letto.

L’esponente di Rinasci Marche non manca, inoltre, di ribadire la necessità di potenziare la medicina del territorio sottolineando anche l’importanza di «inserire a pieno titolo la figura dell’infermiere di famiglia, con un adeguato compenso economico, nel circuito di sostegno per contrastare il diffondersi del Covid- 9». Contribuirà a «decongestionare le nostre strutture sanitarie, offrendo nuove opportunità ai pazienti che non hanno bisogno dell’ospedalizzazione”. Santarelli torna, infine, a sottolineare l’esigenza, già evidenziata nel corso della campagna elettorale, di istituire un albo regionale degli Operatori Socio Sanitari, “con il passaggio – conclude – dall’area tecnica all’area socio sanitaria, così come previsto dalla legge Lorenzin».

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