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Daspo urbano, stretta sulla movida
e città plastic free:
Le nuove regole di polizia urbana

ANCONA – Il Consiglio comunale ha approvato oggi a maggioranza il documento di 36 articoli che sostituisce il precedente regolamento, datato 1933. Mancinelli: «Un aggiornamento alla realtà del terzo millennio. L'obiettivo è anche garantire la massima efficacia possibile degli strumenti di prevenzione e repressione»

La polizia locale, foto d’archivio

 

di Martina Marinangeli

Daspo urbano, stretta sulla movida e città plastic free. Il nuovo regolamento della polizia urbana, approvato oggi a maggioranza in Consiglio comunale, aggiorna e sostituisce il precedente datato 1933 e si traduce in 36 articoli che allineano la normativa ai tempi correnti. Il disco verde dell’aula arriva dopo un dibattito fiume e la discussione di 60 emendamenti, molti dei quali accolti nell’articolato. A partire da quello che vieta e sanziona il bagarinaggio, aggiunto last minute e diventato l’articolo 36 del documento. «Un aggiornamento del regolamento esistente alla realtà del terzo millennio – la descrizione dell’atto nelle parole della sindaca Valeria Mancinelli, affiancata nell’illustrazione dalla comandante della polizia locale Liliana Rovaldi –, con attualizzazioni resesi necessarie alla luce delle evoluzioni intervenute nei decenni nei comportamenti sociali e nei modi in cui i cittadini e le attività usano gli spazi pubblici. L’obiettivo è anche garantire la massima efficacia possibile degli strumenti di prevenzione e repressione. Un lavoro che dovrà essere portato avanti nel tempo». L’articolato è approdato in aula dopo diversi passaggi nelle varie commissioni ed al testo definitivo hanno contribuito consiglieri sia della maggioranza che dell’opposizione: «questo percorso dimostra che quando ci si confronta nel merito delle cose, alcune posizioni restano diverse, ma si trovano anche soluzioni condivise», il plauso di Mancinelli.

Il sindaco Mancinelli e la comandante Rovaldi

Ma quali sono le novità principali del nuovo regolamento? Innanzitutto, la formalizzazione del Daspo urbano nell’articolo 22 del documento: l’ordine temporaneo di allontanamento, previsto in caso di illeciti commessi in una determinata zona, si applica nel raggio di 150 metri da scuole, università, fiere e mercati pubblici, pubblici spettacoli, parchi, presidi sanitari, monumenti e luoghi di culto. Le zone individuate nel regolamento sono il Piano, gli Archi, il centro storico, il Passetto, stadio del Conero e Palaprometeo ed ospedale di Torrette. Prevista anche una sanzione pecuniaria tra i 100 ed i 300 euro. C’è poi la stretta sulla movida, con il divieto di vendita di alcolici dalle 21 alle 7 per gli esercizi commerciali, mentre per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande è concessa la vendita per asporto in bicchiere fino all’1 (fino alle 3 se consumata al tavolo). Il regolamento prevede la chiusura fino a 20 giorni dell’attività che causa  rumori e schiamazzi. Non si potrà inoltre circolare dalle 21 alle 7 con contenitori di vetro aperti. Viene poi vietato l’uso di posate, bicchieri e cannucce di plastica in tutte le aree pubbliche, non solo nelle spiagge. Per i venditori ambulanti, c’è il divieto di esercitare la professione a meno di 200 metri dai locali dove vengono svolte manifestazioni o ritrovi, salvo specifica autorizzazione. Il raggio aumenta a 500 metri in caso di vicinanza a cimiteri, ospedali e mercati in attività. L’articolo 14 vieta, infine, «il gioco del pallone sul suolo pubblico». Critica la capogruppo del Movimento 5 stelle Daniela Diomedi: «Un pastrocchio che prevede divieti già previsti come reato ed è stata inserita anche una funzione della polizia locale che non esiste, cioè la possibilità di convocare le parti in conflitto verbalizzando le conclusioni e gli impegni assunti. Per legge, questa competenza è demandata esclusivamente alle forze di polizia ed ai carabinieri».

 

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