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Superbonus, gli emendamenti di Curti:
«Proroga oltre il 2024 e reintegro fondi.
La ricostruzione non diventi un click-day»

SISMA - Il parlamentare Pd, già sindaco di Force, annuncia iniziative per apportare modifiche al provvedimento «perchè quelle che sono state fatte non risolvono il problema di fondo e aprono scenari allarmanti per il 2025. Va eliminato il vincolo di budget. La normativa è nebulosa sulle deroghe: vale per progetti che si avviano o che devono concludersi entro il 2024?»

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Augusto Curti

Il tema del Superbonus resta al centro del dibattito e delle polemiche. Dopo la presa di posizione delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, ad intervenire è il deputato democrat Augusto Curti, già sindaco di Force, uno dei Comuni del cratere sismico.  La situazione: «Le parziali modifiche dell’ultima ora apportate al provvedimento non risolvono il problema di fondo e, contemporaneamente, aprono scenari allarmanti per il 2025. Condivido pertanto le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dai rappresentanti di categoria e, in sede di conversione del decreto, avvierò una serie di iniziative attraverso la presentazione di emendamenti. In primo luogo chiederemo un’estensione temporale della deroga oltre il 2024 per la cessione del credito e lo sconto in fattura, ma al contempo solleciteremo l’eliminazione del vincolo di budget che rischia di trasformare la ricostruzione in un sanguinoso “click-day”».

I punti da chiarire: «Il Governo, tramite un’interpretazione autentica, dovrà poi chiarire se la normativa, alquanto nebulosa in proposito, preveda tale deroga a favore dei progetti che si “avviano” oppure per quelli che “devono concludersi” entro il 2024». Il rischio dell’aumento beffa secondo l’analisi del parlamentare del Pd: «È importante prestare massima attenzione anche a un’ipotesi che sta prendendo corpo nelle ultime ore, secondo cui l’esecutivo valuta una revisione a rialzo dei prezziari, al fine di adeguare il contributo di ricostruzione all’incremento dei costi. Se si deciderà di optare per questa soluzione, deve essere chiaro che ciò sarà possibile solo se il Governo stanzierà nuove risorse aggiuntive necessarie a garantire tale aumento. È del tutto evidente che, in caso contrario, di fronte a un aumento del contributo senza il reintegro dei fondi, il plafond stanziato dai precedenti governi per l’intera ricostruzione sarebbe gravemente compromesso, risultando insufficiente a coprire la totalità dei progetti».

(l. pat.)

 

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