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In sedici mesi 41 casi di donne
vittime di violenza visitate
all’Accettazione geriatrica dell’Inrca

ANCONA - E' il dato relativo al presidio sanitario dorico e al Pronto soccorso di Osimo è emerso oggi nell'ambito del corso, organizzato dall’Unità Operativa di Neurologia

Un momento del convegno Inrca

 

Violenza su donne e fragili, sanità e legge fanno squadra all’Inrca. Un percorso comune ai vari Pronto soccorso della Regione Marche per rispondere ai casi di violenza e maltrattamento su donne, anziani e persone fragili. L’idea è stata discussa  oggi presso l’Auditorium dell’Inrca di Ancona nel corso dell’evento intitolato “La violenza sulle donne: l’intervento del professionista sanitario”. Al corso, organizzato dall’Unità Operativa di Neurologia diretta dal dottor Giuseppe Pelliccioni, hanno preso parte, oltre a medici e operatori sanitari, anche rappresentanti della Procura, polizia e carabinieri. Un confronto tra medicina e legge, per avviare un dialogo comune, dalla segnalazione alla presa in carico del paziente.

«Prendere in carico una situazione di maltrattamenti non è semplice – ha detto il direttore sanitario Inrca Riccardo Luzi – dobbiamo rivedere i nostri protocolli anche alla luce delle indicazioni date dai rappresentanti di pubblica sicurezza. Penso alla repertazione di tracce biologiche o alla segnalazione  dei casi procedibili d’ufficio».«La violenza di genere è troppo spesso sottaciuta anche per vergogna – ha detto la direttrice generale dell’Inrca, Maria Capalbo – Questa è violazione dei diritti umani, quindi è importantissima la formazione degli operatori e la presa in carico deve essere a 360 gradi. E’ fondamentale, dunque, delineare una rete non solo sanitaria. Il Pronto soccorso è solo la prima barriera, il resto lo fa la prevenzione. Nessuno deve rimanere più solo». Nel corso della prima parte, gli argomenti sono stati affrontati da Valeria Cigliola, sostituto procuratore presso il Tribunale di Ancona, che ha fatto da relatrice sulle normative in vigore, richiamando anche l’obbligo per i sanitari di segnalare all’autorità giudiziaria gli episodi di violenza o maltrattamenti.  Con lei Daniela Iscaro, commissario della Polizia di Stato – della Divisione Anticrimine della Questura di Ancona e Felicia Basilicata, comandante della Compagnia carabinieri di Senigallia.

La prima ha raccontato come funziona il braccialetto elettronico e quali sono le possibili azioni di prevenzione, quale l’ammonimento da parte del questore. La seconda ha spiegato qual è il modus operandi di una pattuglia inviata sul luogo di una segnalazione e il tipo di approccio con la vittima. La presidente dell’Associazione Donne e Giustizia, Roberta Montenovo, ha spiegato come lavorano i centri antiviolenza. Loredana Buscemi, medico legale dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona, ha fatto luce sulle tecniche di repertazione. La seconda parte è stata dedicata agli anziani e alle persone fragili. Antonio Cherubini, direttore dell’Unità Operativa Geriatria dell’Inrca, ha citato diversi studi scientifici secondo cui il 70% degli anziani maltrattati è di sesso femminile. L’identikit della vittima “tipo” è una persona con decadimento cognitivo, scarse risorse economiche, basso livello di istruzione e che vive con un caregiver violento. In Pronto Soccorso si presenta solitamente con ulcere da decubito, scarsa igiene, disidratazione. «La società percepisce l’anziano come un peso – spiega Cherubini – per fortuna non sono tutti così. Gli anziani che hanno una peggior valutazione del loro invecchiamento hanno anche una salute peggiore. Non vanno dal medico perché per loro è normale cadere a 85 anni». Negli ultimi 16 mesi sono stati gestiti 41 casi di donne vittime di violenza presso l’ Accettazione Geriatrica Inrca di Ancona e il Pronto Soccorso Inrca di Osimo.           «In questo percorso, – aggiunge la dg Capalbo – il nostro Istituto, proprio per la vocazione di unico istituto di ricerca che si occupa di anziani, spesso fragili e talvolta anch’essi vittime di violenza e maltrattamento, ritiene una tappa fondamentale creare una rete ed una condivisione di percorsi unificati, che permettano ad ogni Azienda della nostra Regione di procedere e gestire allo stesso modo tale tipo di utenza».

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