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La Crocifissione del Tiziano
ha lasciato San Domenico
Per riaprire la chiesa servono 1,2 milioni

ANCONA – Il dipinto è stato trasferito oggi dai carabinieri alla Pinacoteca, dove sarà visibile insieme alla Pala Gozzi fino a novembre. Per il luogo di culto colpito dal sisma ci sono solo i primi 120mila euro, ma l’intera ristrutturazione ne chiede molti di più

Le operazioni di spostamento del dipinto di Tiziano dalla chiesa di San Domenico

 

di Giampaolo Milzi

Il trasferimento della preziosa Crocifissione del Tiziano Vecellio, resa necessaria dal successivo posizionamento di una rete ampia quanto l’intero edificio di culto. Questa la delicata operazione compiuta stamattina dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale (Ntpc) ad Ancona, in base alle direttive dell’Ufficio comunale Riqualificazione e arredo urbano-Edilizia storico monumentale diretto da Patrizia Piattelletti. E sotto l’attento sguardo di padre Giordano Bonecher, così affezionato al presente e soprattutto al futuro della chiesa di San Domenico, eretta tra il 1765 e il 1788 su progetto dell’architetto romano in posizione dominante su piazza del Plebiscito. L’intervento, durato complessivamente un paio d’ore, si è svolto senza intoppi.
Il posizionamento della rete, per il quale l’amministrazione comunale ha stanziato 120mila euro, avverrà nei prossimi giorni. Un accorgimento resosi necessario per evitare che eventuali pezzi di intonaco della grande volta e di tutta la copertura interna della chiesa possano cadere, assieme a calcinacci, fino al pavimento e generare ulteriori danni oltre a quelli, molto gravi e in parte strutturali, causati dal terremoto dell’anno scorso. La bella notizia è che il grande dipinto ad olio realizzato da Tiziano nel 1558 sarà presto esposto al primo piano della vecchia ala della Pinacoteca civica “Podesti” di via Pizzecolli. Precisamente nella sala “veneta”, di fronte alla Pala Gozzi, l’altro capolavoro già presente del Tiziano (tecnica mista su tavola, 1520), raffigurante l’apparizione della Madonna col Bambino ai Santi Francesco d’Assisi, Biagio e al committente dell’opera inginocchiato, il mercante di Ragusa Alvise Gozzi. Un accoppiamento suggestivo, straordinario, che durerà fino a novembre, quando la Pala Gozzi verrà trasferita per una mostra fuori Ancona e la Crocifissione tornerà a San Domenico.

Tiziano, La Crocifissione con la Madonna, San Giovanno e San Domenico, 1558, Ancona Chiesa di S. Domenico

Dove però avrà una collocazione diversa, già ideata moli mesi fa, da quella originaria: non più sullo sfondo dell’altare maggiore, ma avanzata di 5-10 metri (sospesa grazie a sottilissimi cavi) per moltiplicare il suo suggestivo effetto visivo ai fedeli e turisti che entrano in chiesa.
La predisposizione della rete, oltre al montaggio esterno di due assi cerchiati in acciaio per rinforzare la parte esterna dell’abside che dà su via Zappata, costituiscono solo la prima fase del generale e complesso cantiere di cui necessita la chiesa di piazza del Plebiscito, di proprietà comunale. “Un cantiere da 1 milione 200mila euro, per lavori che riguarderanno il restauro e il consolidamento della navata unica, del presbiterio e dell’intero tetto. – ci ha spiegato ieri mattina padre Giordano, dei Dominicani – E purtroppo, per quanto ne so io, il Comune non ha la minima idea di come e dove reperire tutti quei fondi”. Pessimista, dunque, padre Giordano, sulla tempistica della completa opera di risistemazione della chiesa. “Penso che se ne parlerà in concreto fra due-tre anni”.

San Domenico riapre sei mesi dopo il sisma, ma solo due ore al giorno

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