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Chiusura di Ostetricia e Pediatria,
il comitato: “Presidio a oltranza”

FABRIANO - La protesta a staffetta sarà inscenata da lunedì' mattina davanti all'ingresso del presidio ospedaliero del 'Profili'. L'annuncio stamattina del coordinatore Katia Silvestrini durante la nuova mobilitazione. "Andremo avanti con determinazione finchè non avremo risposte: la legge regionale prevede che la montagna e il suo territorio abbiano una loro dignità. Invece ce l'hanno tolta" commenta anmareggiata

La manifestazione di protesta indetta stamattina dal Coordinamento cittadino per la salvaguardia dell’ospedale Profili

 

A partire da lunedì mattina gli attivisti del Coordinamento cittadino per la salvaguardia dell’ospedale ‘Profili’ si alterneranno in staffetta, tra le ore della mattina e quelle del pomeriggio, in presidio permanente davanti alla struttura sanitaria di Fabriano. Una protesta silenziosa, ostinata e determinata da inscenare fino a quando non saranno riaperti il Punto nascita e il reparto di Pediatria, il primo chiuso del tutto, l’altro ridotto a semplice ambulatorio per carenza di medici. Ad annunciarlo stamattina davanti all’anfiteatro dei 100 partecipanti alla nuova mobilitazione di protesta organizzata proprio all’ingresso del ‘Profili’, è stata Katia Silvetrini, portavoce del coordinamento. La battaglia a garanzia del diritto alla salute tutelato dalla Costituzione proseguirà quindi ad oltranza, anche in attesa della sentenza del Tar Marche sul ricorso per salvare il reparto di Ostretricia, presentato dal Comune di Fabriano.

“Quello che sta accadendo al Profili – ha sottolineato la Silvetrini insieme ai componenti del Comitato – rappresenta il fallimento della politica. Quando si deve ricorrere alla giustizia, nello specifico al Tar, la politica abdica al suo ruolo primario. Noi diciamo no allo smantellamento del nostro ospedale. Abbiamo la volontà ferma e precisa di andare avanti. La situazione rispetto a due anni fa qui a Fabriano è peggiorata, perché il cantiere con le opere incompiute della Quadrilatero ci ha creato molti più disagi. Credo che nel preambolo dello statuto regionale la montagna e il suo territorio devono avere una loro dignità, che invece, stando ai fatti, ci hanno tolta del tutto. Il Tar analizzerà le carte ma dovrà prendere atto che la Regione sta conducendo mosse che contraddicono l’articolo 17 bis della legge 8/2017, quella sulla ricostruzione post terremoto. Nel caso del nostro ospedale non è stato convocato neppure un tavolo di concertazione”.



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