A metà agosto era stato arrestato, per maltrattamenti nei confronti della moglie e dei figli minori, dai poliziotti del Commissariato di Osimo che, in applicazione delle nuove norme sul “codice rosso”, avevano raccolto la denuncia della giovane moglie straniera. A causa di quell’arresto, il Gip del tribunale di Ancona ha sottoposto il giovane cittadino albanese alla misura cautelare degli arresti domiciliari mediante il controllo del “braccialetto elettronico”, da scontare nel proprio appartamento di Osimo. Nonostante la misura, il giovane straniero, presentando domanda al Gip, è riuscito ad ottenere, all’inizio del mese di settembre, il permesso di assentarsi dal domicilio tutti i giorni, dalle ore 7 alle 19, con la relativa disattivazione del braccialetto, motivando la propria richiesta con la necessità di andare a lavorare, sostenendo di doversi presentare quotidianamente presso i cantieri navali di Ancona dove, a suo dire, lavorava per conto di un terzista della Fincantieri.
Grazie alle accurate indagini degli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Osimo, diretti dal vice questore Giuseppe Todaro, è stato accertato che, contrariamente a quanto dichiarato all’autorità giudiziaria nella propria richiesta, l’uomo era stato licenziato dal proprio datore di lavoro alla fine di agosto e non si era mai più presentato, da quella data, presso i cantieri navali di Ancona. Grazie alle indagini quindi, l’autorità giudiziaria ha immediatamente ripristinato, nei giorni scorsi, la misura cautelare degli arresti domiciliari, revocando il permesso per lavoro. È al vaglio degli inquirenti una possibile denuncia per le false dichiarazioni fornite dal soggetto ai giudici, oltre che una verifica sulle reali attività svolte dal soggetto, durante i permessi fruiti nei giorni scorsi.
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