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Ritorno a scuola, Mancinelli:
«Servono risorse per la sicurezza,
altrimenti non ce la faremo»

IL SINDACO di Ancona alla vigilia della ripartenza degli istituti superiori e la necessità di ottenere fondi, in assenza dei quali «"scuole aperte" rischia di restare uno slogan bello, politicamente corretto, ma incapace di reggere a lungo termine»

foto d’archivio

 

«In assenza di maggiori investimenti “scuole aperte” rischia di restare uno slogan bello, politicamente corretto, ma incapace di reggere a lungo termine. E questo è estremamente pericoloso». Così il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli in uno stralcio del messaggio postato sui social alla vigilia della ripartenza in presenza (50%) degli istituti superiori. Due parole d’ordine: responsabilità e sicurezza. «Buon rientro a tutti i ragazzi che da domani riprenderanno ad andare a scuola in presenza – ha detto il primo cittadino -. È un’ottima notizia perché la scuola è sicuramente molto di più di lezioni e valutazioni fatte attraverso uno schermo. La scuola è soprattutto quella socialità in cui si formano i nostri ragazzi, si costruiscono le loro relazioni, si alimentano i loro sogni e si insegna loro ad incanalarli in un percorso di vita. Non si può nascondere tuttavia quanto sia complesso consentire la riapertura con un virus che non dà tregua. Noi potenziamo i servizi di trasporto pubblico (circa 30 corse in più per le scuole), destiniamo una parte del personale della polizia municipale al presidio delle fermate, abbiamo fatto appello con un buon riscontro ai volontari del servizio civile per presidiarne altre. Abbiamo messo in piedi un servizio innovativo di trasporto pubblico come il 6Smart. I ragazzi arrivano a scuola con un bus prenotato e in totale sicurezza. E’ un servizio pilota, per alcune scuole, unico nelle Marche e che sta riscontrando tanto interesse anche a livello nazionale. Tutto questo però ha bisogno di più strutturazione, più continuità. Sono necessarie risorse economiche dalla Regione e dal governo centrale. Non si può pensare di garantire la sicurezza per mesi con i volontari, o servizi così personalizzati con le risorse falcidiate dei Comuni, come stiamo facendo adesso».

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