di Federica Serfilippi
Due anni di indagine per smantellare un traffico illecito di rifiuti pericolosi, accatastati in due depositi della provincia anconetana: Agugliano e Falconara. In tutto ci sono venti indagati. Quattro le persone colpite da misure e cautelari reali e personali su ordine del gip del tribunale di Ancona nell’ambito dell’operazione “RAEhELL”. L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona e portata avanti dai carabinieri forestali, è iniziata nel luglio 2017 quando sono stati trovati 10mila tonnellate di rifiuti pericolosi vetrosi nel piazzale di un capannone di Agugliano. Di lì, i forestali sono risaliti a un traffico illecito di rifiuti partito dal 2010 e che ha coinvolto nel tempo almeno 3 ditte, tutte con sede legale in provincia di Rimini ma operanti anche nell’Anconetano. In pratica, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, non venivano smaltite in maniera idonea le parti vetrose dei tubi catodici delle vecchie tv e monitor di pc. Anziché attivare un preciso processo di smaltimento, i rifiuti venivano accumulati sia ad Agugliano che in un capannone di Falconara per essere frantumati (a volte con delle mazze e non con apparecchiature specifiche) e poi abbandonati. Sono stati stimati guadagni illeciti per quasi 2 milioni di euro in circa 9 anni. Il gip ha disposto il sequestro di 3.190.000 euro a carico di sei persone e due aziende (una con sede legale a Rimini, l’altra in provincia di Ancona), accusate di associazione a delinquere e attività organizzata per i traffici di rifiuti. Sono stati posti sotto sequestro inoltre 12 camion utilizzati per trasportare le scorie vetrose nei siti nella provincia anconetana e 11.000 tonnellate di rifiuti pericolosi. Le misure cautelari hanno riguardato quattro persone residenti in provincia di Arezzo: un 34enne è finito agli arresti domiciliari, un 68enne e un 66enne hanno l’obbligo di dimora mentre a un 56enne è stata applicata la misura interdittiva: non potrà ricoprire più ruoli apicali nelle società a cui era legato. Una ditta, stando ai riscontri, sarebbe stata portata al fallimento per evitare le ingenti spese di smaltimento dei rifiuti. «Quella appena conclusa – ha detto il generale Fabrizio Mari, comandante regionale dei carabinieri forestali – è una delle più importanti attività investigative registrate nell’ambito dei rifiuti pericolosi. Il materiale sequestrato ad Agugliano dovrà essere smaltito». Da valutare, attraverso analisi specifiche, l’impatto che le polveri del materiale vetroso possano aver avuto sull’ambiente circostante.
(servizio aggiornato alle 16.05)
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