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Farah ai famigliari: «Perdonatemi,
quel giorno non ero drogato»
Il pm chiede 12 anni

OMICIDIO STRADALE - Il 34enne marocchino ha parlato in udienza questa mattina al tribunale di Macerata: «Piango tutte le sere per quello che è successo. Quella sera avevo bevuto due vodka Red Bull e un bicchiere di vino a cena. Ho fatto un sorpasso e c’è stato l’incidente». L'accusa ha chiesto il sequestro conservativo dei beni

 

Marouane Farah all’arrivo in tribunale

 

di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)

Omicidio stradale a Porto Recanati, il pm chiede 12 anni per Marouane Farah. L’imputato in aula: «Chiedo scusa alla famiglia e ai bambini, piango tutte le sere. Non ho fumato droga quel giorno». Farah questa mattina è stato al tribunale di Macerata.

Vando Scheggia, avvocato difensore di Marouane Farah

La volta scorsa, al processo che si sta svolgendo con rito abbreviato, Farah non si era presentato perché, aveva fatto sapere al suo legale, non si sentiva in condizione di esserci a causa delle lesioni riportate nell’incidente del 3 marzo. Quello in cui hanno perso la vita Gianluca Carotti, 47 anni e Elisa Del Vicario, 40, una coppia di Castelfidardo che era in auto con i bambini piccoli. Farah, dice l’accusa, si mise alla guida dopo aver bevuto e assunto droga e invase lungo la statale Adriatica, a Porto Recanati, la corsia opposta. Da qui il devastante schianto tra le due auto che ha spezzato le vite a Gianluca e Elisa. Sull’incidente ha detto «avevo sorpassato un’auto e poi ho visto i fari dell’altra vettura». Ma secondo i testimoni invece stava andando a zig zag e non ci sarebbe stato nessun sorpasso. Farah ha ricostruito la giornata. Ha detto di aver passato la mattina con i figli, di aver accompagnato la moglie al lavoro e poi che la sera erano andato da lui due amici con cui poi era uscito.

Ha detto: «Siamo stati in un locale di Civitanova, ho bevuto due vodka Red Bull e poi siamo andati a cena in un pub di Porto Recanati. A cena ho bevuto un bicchiere di vino». Dopo ha riferito che doveva andare a prendere la moglie al lavoro a Porto San Giorgio e che doveva riaccompagnare gli amici. È stato allora che è avvenuto l’incidente. Farah ha detto del sorpasso e poi che ha perso il controllo e c’è stato lo schianto. Inoltre ha chiesto scusa ai famigliari «e ai due bambini. Ci penso sempre, piango tutte le sere». Ha negato di aver assunto droga: «Non fumo mai quando esco, solo a casa». Il pm Enrico Riccioni ha chiesto il sequestro conservativo dei beni di Farah, che recentemente voleva vendere una moto di sua proprietà, in vista dei risarcimenti alle famiglie delle vittime. Poi c’è stata la requisitoria in cui il pm ha chiesto la condanna a 12 anni per Farah.

 

 

 

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