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Chiuso il sentiero di via Selandari:
«Itinerario pericolosissimo»

ANCONA - Il Comune ha ripristinato l'interdizione dopo la morte del broker trovato morto lo scorso 30 marzo lungo la falesia che affaccia sulla Scalaccia. Ma gli ambientalisti non ci stanno: «I percorso deve essere riaperto in totale sicurezza»

La recinzione che impedisce l’accesso al sentiero di via Selandari

 

di Giampaolo Milzi

Per la morte del giovane broker non resta che l’imminente archiviazione dell’inchiesta, ma «non è giusto che quel sentiero, che conduce ad uno dei punti con vista più straordinaria sul mare e parte del profilo costiero della città, resti chiuso per sempre». Parole di Giorgio Petetti, notissimo ambientalista, socio del circolo “Pungitopo” di Legambiente e della sezione Ancona di Italia Nostra. Insomma, il Sentiero del Belvedere di via Selandari non merita anch’esso una sorta di archiviazione. Il rischio c’è ed è forte. Perché dopo che intorno alle 8 del mattino del 30 marzo scorso è stato ritrovato il corpo senza vita  del 43enne Corrado Bellluci  tra gli scogli della falesia dov’era precipitato percorrendo quel ripidissimo stradello a Pietralacroce, l’Amministrazione comunale ha provveduto a chiuderne l’accesso installando una rete di recinzione e un cartello con su scritto “Pericolo di caduta”. «Un atto doveroso, perché, appunto, quell’itinerario nel verde è pericolosissimo, e la pubblica sicurezza va tutelata al massimo», ha dichiarato ieri Stefano Foresi, assessore municipale alle Manutenzioni. Il quale ha poi lasciato molto in sospeso il punto interrogativo sul quando sarà possibile un intervento dei suoi tecnici per una riapertura capace di conciliare sicurezza e fruibilità. Facendo capire che questo obiettivo non è ancora in programma. Eppure, molti anni fa, il Sentiero del Belvedere di via Selandari era dotato di staccionate di protezione lungo tutto il suo scosceso percorso di una ventina di metri fino al punto d’affaccio sul mare. Staccionate che erano state predisposte proprio dall’Amministrazione comunale. E che dopo tanto tempo si sono staccate o altamente deteriorate. Certo, nessuno potrà mai dire che, se quelle protezioni fossero state ripristinate, il 43enne Corrado Bellucci – il quale, calzando peraltro semplici scarpe di cuoio, pare che si sia anche distratto cercando di orientarsi consultando il suo cellulare – non sarebbe scivolato e piombato giù sugli scogli (conclusione che sta per segnare la fine delle indagini coordinate dal pm Rosario Lioniello).

Il panorama che si gode dal sentiero

Era stato il Comune ad intervenire per limitare i rischi dello stradello, perché «quell’itinerario non è compreso nella mappatura dei sentieri del Parco del Conero, e quindi il nostro ente non deve provvedere alla manutenzione», ha sottolineato il direttore dell’ente, Marco Zannini. Un punto sul quale Petetti, maestro alle scuole elementari e laureato in Scienze naturali, compie alcune precisazioni: «In realtà nelle carte planimetriche comprese nella variante generale del Piano del Parco del 2010 sono segnati anche i sentieri “non ufficiali” (che compongono con gli altri una rete fittissima delineata nella “Carta dell’accessibilità”, ndr), ovvero non soggetti a manutenzione, pur essendo aperti agli escursionisti. Ma del Sentiero Belvedere di via Selandari è segnalato solo il punto terminale, proprio perché altamente panoramico». Tanto che tempo fa, l’inserimento di tutto quel sentiero nella mappatura ufficiale, era stato chiesto al direttivo dell’ente Parco da varie associazioni ambientaliste, tra le quali il Pungitopo. Una richiesta motivata dal fatto che per tutti i viottoli dell’area naturalistica regionale protetta, pur essendo aperti al pubblico, essendo per lo più di proprietà privata, esiste la possibilità che vengano indebitamente chiusi. «E quindi vanno tenuti tutti sotto controllo, anche quelli non ufficiali», prosegue Petetti. Il quale ricorda poi come l’alta valenza del Sentiero del Belvedere di via Selandari sia certificata anche dall’evidenza che è compreso tra quelli del progetto – rimasto chiuso nei cassetti istituzionali – per realizzare un eccezionale itinerario unico lungo 10 chilometri che, partendo dalla Cattedrale di San Ciriaco e dal colle Guasco, attraversa il Parco comunale del Cardeto-Cappuccini, la cresta del Passetto e il colle di via Santa Margherita, la zona sentieristica di Pietralacroce delle Tre Valli (molto noto il Sentiero della Scalaccia, ndr) per arrivare fino a Portonovo e al Monte Conero». «Speriamo quindi – conclude Petetti – non solo che l’Amministrazione comunale riapra al pubblico in tutta sicurezza il Sentiero del Belvedere di via Selandari, ma anche che, in collaborazione con l’ente Parco del Conero, riprenda in mano il progetto della mega-passeggiata tra mare e verde Duomo-Portonovo-Monte Conero. Anche perché questo progetto, redatto dalle associazioni ambientaliste, è inserito, sulla carta, nel Piano del Parco del Conero».

Una telefonata prima di far perdere le sue tracce: il giallo del broker morto alla Scalaccia

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