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«La verità sui lupi? Non attaccano
l’uomo piuttosto ne hanno paura»

LO ZOOLOGO Paolo Forconi sfata miti e leggende sul predatore che sempre più spesso viene avvistato nelle nostre campagne e nelle zone costiere. Racconta come bisogna comportarsi se ci si imbatte in un esemplare e come si possono tutelare gli animali domestici. «E’ una specie protetta che si muove in coppia, in autunno con la cucciolata, che difende il suo territorio dagli intrusi e che va alla ricerca di cibo, anche rifiuti. Il vero pericolo è rappresentato dagli ibridi»

Il lupo (foto d’archivio)

 

 

Dai monti dell’Appennino alle colline, fino al mare. Si sono moltiplicati negli ultimi anni gli avvistamenti di lupi anche nelle zone urbanizzate vicino alla costa della provincia di Ancona. Il lupo è un animale selvatico protetto dalla legislazione italiana, che nella narrativa popolare ha sempre vestito i panni del cattivo e che nell’immaginario collettivo continua a incutere paura. Chi si occupa di studiare gli animali preferisce però sfatare il mito negativo e tranquillizzare tutti:  il lupo persegue la nostra stessa missione, quella di vivere più a lungo possibile. «E non dobbiamo avere paura di lui perché è lui piuttosto ad avere paura di noi» conferma Paolo Forconi, zoologo dello Studio Faunistico Chiros di Macerata.

 

Forconi, da esperto, ci spiega come mai i lupi sono scesi dai monti a valle? Oltre che nelle campagne dell’Osimano e nell’entroterra montano sono stati visti muoversi nel Parco del Conero, a Numana e perfino a Senigallia…

«Grazie alla protezione normativa si sono riprodotti e sono aumentati. Tutto qui. E’ normale che vadano in dispersione e colonizzino le zone collinari fino al mare. Sono rimaste forse libere alcune zone costiere ma a breve saranno colonizzate anche quelle. La premessa è che il lupo è un animale territoriale. La coppia ha un suo territorio e lo difende dagli altri lupi. Se una zona è occupata, il maschio e la femmina cercano zone libere dove ci sia cibo, soprattutto cinghiali e caprioli. I lupi si nutrono però anche di rifiuti, scarti e  carcasse di altri animali ad esempio quelle lasciate incustodite anche negli allevamenti di animali. E’ importante pertanto smaltire correttamente i rifiuti».

Lo zoologo Paolo Forconi

Quindi la convivenza uomo-lupo è possibile?

«Certo è possibile ma è necessario assumere delle precauzioni per tutelarsi da questi predatori. Intanto bisogna proteggere gli animali degli allevamenti con recinti elettrificati oppure utilizzando i cani da guardiania come i pastori abruzzesi. I lupi possono inoltre predare i cani di piccola taglia e mangiarli mentre quelli di grande taglia possono essere considerati come dei concorrenti. Essendo un animale territoriale, il lupo non ammette intrusi nel suo spazio. Può aggredire e scontrarsi con i cani più grossi per scacciarli. Tutti i cani da compagnia e gli animali domestici in sintesi vanno protetti di notte, o in casa o in un recinto dove non possono entrare i lupi. E a passeggio nelle zone dove siano stati avvistati lupi, i cani vanno sempre tenuti al guinzaglio. Se poi c’è un assalto, per gli allevatori sono previsti rimborsi per i danni provocati al bestiame e credo ancora contributi regionali per i recinti elettrificati. Ecco, le istituzioni dovrebbero poter incentivare l’attuazione di sistemi di prevenzione contro i danni»

Ma se si muovono in branco?

«E’ difficile in questo periodo avvistare branchi di lupi. Di solito in questa stagione si muovono in coppia, maschio e femmina. Poi in autunno la famiglia aumenta con la nascita in media di 5 cuccioli, con ampia probabilità che uno possa morire. Quindi in autunno tra genitori e cucciolata si possono vedere branchi di 6-7 lupi. Una volta diventati ‘adulti’ i giovani lasciano la famiglia per crearne a loro volta una propria. Se questo non accade subito e restano, continuerà a procreare solo la coppia originaria. La popolazione dei lupi insomma si riproduce facilmente ma una sola volta all’anno, certo non come quella dei cinghiali. Gli ungulati riescono a fare anche due cucciolate se c’è abbondanza di cibo».

Quali sono le buone regole da adottare se ci si imbatte in un lupo?

«Sostanzialmente nessuna: anche se il lupo continua a guardarci e scrutarci a distanza non c’è alcun pericolo. Il lupo teme l’uomo, non si avvicinerà e se ne andrà da solo»

Insomma la favola di Capuccetto Rosso e il Lupo è pura invenzione

«No, quelle aggressioni accadevano davvero in Italia fino al 1800 e oggi continuano a succedere nei Paesi in via di sviluppo, ad esempio in India dove è ancora diffusa la povertà e dove i bambini di 8-10 vengono mandati a pascolare le pecore da soli. Il lupo può attaccare le pecore e anche i bambini, prede ancora più facili delle pecore perché corrono più piano. Ma in Europa non c’è notizia di questo genere di attacchi da molto tempo. In Val d’Aosta è stata registrata la presenza di branchi di lupi che si muovevano a ridosso di un paese e i residenti hanno espresso preoccupazione per i bambini, Ma è evidente che i bambini vanno protetti e che nessuno di noi lascerebbe da solo un piccolo,  in qualsiasi contesto. Dalle nostre parti il problema non sussiste proprio. Ripeto i lupi hanno più paura di noi e scappano. Domandiamoci semmai quante aggressione da parte dei cani invece oggigiorno avvengono».

Il Nord Europa adotta metodi estremi per tenere sotto controllo la popolazione dei lupi. Sono mutuabili anche in Italia?

«In tutti i paesi del mondo, anche nel Nord Europa, si spara ai lupi. Da noi lo fanno solo i bracconieri che purtroppo esistono. In Francia, ad esempio, il lupo si era estinto ed è ritornato da pochi anni arrivando proprio dall’Italia. Ci sono più di 500 lupi in Francia e vengono abbattuti per contenerli. Secondo l’ultimo monitoraggio i lupi in Italia sono invece più di 2000, forse già 3000. Siamo in attesa di conoscere i risultati dell’ultimo censimento nazionale completato lo scorso inverno. La popolazione sta aumentando e prima o poi si arriverà forse anche da noi a questa soluzione drastica. In Italia dobbiamo piuttosto far fronte al problema degli ibridi. Se in alcuni casi il lupo riconosce il cane come un competitore o preda, in altri casi lo considera proprio come un partner. E questo succede con gli esemplari ibridi nati dall’incontro tra una femmina di lupo sola e un cane. Può succedere che la lupa nel periodo dell’estro si accoppi con il cane, partorisca in natura allevando i cuccioli ibridi. Il fenomeno puà creare inquinamento del patrimonio genetico del lupo e una potenziale amplificazione dei danni per l’uomo».

Come si riconoscono gli ibridi?

«Hanno un colore strano del mantello ma si comportano a tutti gli effetti come un lupo essendo stati allevati da una madre lupa. Il fenomeno rispecchia un po’ quello che è successo con i cinghiali incrociati con i maiali: sono nati esemplari più grandi e più prolifici e quindi possono amplificare i danni all’agricoltura. Il fenomeno dell’ibridazione lupo-cani sarebbe proprio da evitare»

Per farlo basta contenere il randagismo?

«In parte sì ma non si tratta solo di cani randagi ma anche di cani padronali che scappano alla ricerca della femmina. La soluzione adottata all’estero, in questi casi, è sempre quella dell’abbattimento. Sono state anche sperimentate le sterilizzazioni degli ibridi, catturati e poi rilasciati in natura ma è un’operazione complicata o per lo meno si può affrontare se gli esemplari sono pochi. Nelle Marche per fortuna non abbiamo ancora questo problema invece in alcune zone della Toscana e del Lazio la popolazione degli ibridi arriva addirittura al 50% rispetto a quella dei lupi e così diventa impossibile catturarli per sterilizzarli. In caso di segnalazioni di ibridi si deve agire tempestivamente, prima che il problema finisca fuori controllo»

(m.p.c.)

 

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