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Coronavirus, l’Usb:
«Grave la scelta di sospendere
la chirurgia programmata»

IL SINDACATO esprime forti critiche ai provvedimenti riguardanti l’emergenza Coronavirus attraverso una dura lettera al direttore generale dell’Asur Marche Nadia Storti, ai direttori delle cinque Aree vaste marchigiane e al presidente della Regione Luca Ceriscioli

«E’ gravissima la decisione di sospendere le operazioni chirurgiche programmate, ridurre i posti letto e svuotare interi reparti tutto a discapito dei servizi alla cittadinanza marchigiana». L’Usb Sanità Marche, a firma di Mauro Giuliani, Milena Montesi e Stefano Tenenti, ha rivolto una dura lettera aperta al direttore generale dell’Asur Marche Nadia Storti, ai direttori delle cinque Aree vaste marchigiane e al presidente della Regione Luca Ceriscioli. Forti le critiche ai provvedimenti riguardanti l’emergenza Covid 19.

«Così facendo – affermano i tre sindacalisti – si contrae ulteriormente, di fatto, la sanità pubblica invece di affrontare l’emergenza ripristinando reparti chiusi negli ultimi anni come ad esempio le Malattie infettive di Ascoli e Macerata per assolvere l’emergenza in atto. Così come è fondamentale utilizzare risorse per dotare le attuali  Rianimazioni e terapie intensive. Gli ospedali delle Marche in questi anni sono stati svuotati da una politica sanitaria pubblica deficitaria». Cosa chiede l’Usb? «Immediata assunzione straordinaria di personale anche a tempo determinato per coprire l’attuale carenza  di organico e dare respiro agli operatori sanitari già sfiancati da anni di turni massacranti , riposi saltati e diritti negati. Poi stabilizzare immediatamente, come previsto dalle norme attuali, quei lavoratori che da anni si trovano in condizione di precarietà per coprire le gravi carenze di organico dopo anni di tagli del numero dei dipendenti e aumento della spesa per i privati concvenzioinati. E’ anche urgente reinternalizzare i servizi a partire dall’assistenza domiciliare che in questa emergenza è essenziale e che deve essere pubblica».

L’Usb insiste nel condannare la sospensione dell’attività chirurgica programmata. «E’ un danno evidente per i pazienti – afferma – e anche un errore comunicativo perché si dà conferma  di una gestione dell’emergenza che avviene a scapito della normale attività sanitaria invece di ampliare l’offerta». Il sindacato denuncia poi la criticità, a suo parere, della tutela della salute degli operatori difronte all’emergenza Covid 19. «Deve essere garantita – sottolinea nella lettera aperta – la sicurezza con l’uso degli appositi Dpi (Dispositivi di protezione individuali) forniti non con il contagocce ma nella giusta misura e in modo tempestivo”. Infine: “Risulta ogni giorno più chiaro come tutto quello che nel corso degli ultimi dieci anni, dalla nascita dell’Asur, è stato sottratto alla sanità pubblica, in termini di personale e servizi, posti letto, chiusure di interi reparti e conseguente congestione dei Pronto Soccorso, chiusura di ospedali e esternalizzazione dei servizi, abbia ridotto la sanità pubblica delle Marche in condizioni da dubitare della tenuta del sistema».



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