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Aborto, sit-in ad Ancona e Jesi:
«La Regione arretra,
le donne avanzano»

PRESIDIO con striscioni nel capoluogo di fronte al palazzo che ospita il consultorio. Protesta anche il Collettivo Transfemminista. «La giunta, composta quasi interamente da uomini, ha intenzione di rivedere le linee guida che regolano la somministrazione della pillola abortiva ru486»

Presidio all’ex Crass (ph. AiC)

«La Regione arretra, le donne avanzano»; «La Regione contro le donne». Sono i contenuti degli striscioni che questa mattina hanno guidato i presidi di protesta a Jesi ed Ancona. In entrambi i casi, nel mirino è finita la giunta regionale e l’ipotetica revisione delle politiche sanitarie in tema di aborto e somministrazione della pillola ru486 che, secondo le linee guida del ministero, può essere somministrata anche dai consultori e in day hospital. Proprio di fronte al consultorio dell’ex Crass di Ancona si sono ritrovate alcune donne, con tanto di striscione.

Presidio a Jesi (ph. Collettivo Transfemminista)

A raccogliere il loro grido, il gruppo Altra Idea di Città: «Nonostante le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria le donne marchigiane si stanno organizzando per un’ ampia mobilitazione contro le dichiarazioni dell’ Assessora Latini, e dell’ Assessore Saltamartini che lasciano presagire un forte arretramento sulle politiche socio sanitarie e a contrasto della violenza sulle donne. La Regione ha dichiarato guerra alle donne e al loro diritto di scelta sui loro corpi. Le donne resisteranno e non faranno sconti sulla loro libertà di esistere». Presidio anche a Jesi, di fronte al poliambulatorio Asur di via Guerri, da parte del Collettivo Transfemminista: «Oggi anche a Jesi, come in molte altre città delle Marche, siamo scese in strada per manifestare la nostra rabbia e la nostra indignazione nei confronti delle posizioni espresse dalla giunta regionale. Non faremo un passo indietro rispetto ai nostri diritti, messi ancora una volta in discussione. Questa volta è il turno della giunta regionale che, composta quasi interamente da uomini, ha intenzione di rivedere le linee guida che regolano la somministrazione della pillola abortiva ru486, da agosto disponibile anche nei consultori e in day hospital. Questo attacco si va ad aggiungere ad una situazione già compromessa in quanto l’aborto sicuro in troppi territori italiani non è ancora garantito, a causa del mancato rispetto della legge 194. Pericolose, sessiste e razziste sono dunque le dichiarazioni di Saltamartini e della Latini, ma non sono passate inosservate. Non faremo un passo indietro.  La regione attacca, le donne rispondono!»

(Redazione CA)

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