facebook rss

«Giù le mani dal Rojava! Erdogan killer»
L’urlo della piazza
contro la guerra in Siria (Foto)

ANCONA - Circa 200 manifestanti si sono ritrovati questa mattina davanti alle Muse per prendere le difese dei curdi. Il presidio si è concluso con l'arrivo sotto al palazzo che ospita il consolato turco

 

di Marco Benedettelli (foto di Giusy Marinelli)

La manifestazione si è conclusa davanti al Consolato turco. Dopo il presidio in piazza della Repubblica i circa duecento manifestanti radunati nel capoluogo hanno sfilato per qualche decina di metri fino alla sede diplomatica del governo di Ankara di via XXIX Settembre, in protesta contro l’attacco al popolo curdo della Siria del nord-est sferrato questi giorni. “Giù le mani dal Rojava. Erdogan Killer”, la scritta sul drappo portato alla testa del corteo che è partito spontaneamente.

La manifestazione in piazza della Repubblica

Si è conclusa pacificamente la prima delle due manifestazioni oggi in programma ad Ancona, coordinata dalla Ambasciata dei diritti Marche con la partecipazione dei militanti dei centri e laboratori sociali del capoluogo, di attivisti dei movimenti e di comuni cittadini, dalla provincia di Ancona e non solo. Oggi alle 18 si replica in piazza Roma, con il secondo presidio contro la guerra in Rojava, coordinato assieme ad altre sigle da Altra idea di città, che comunque ha partecipato alla manifestazione mattutina con qualche suo esponente. Sulla scalinata del palazzo della Rai regionale non ci sono stati simboli di partito, solo la bandiera dell’Ambasciata dei diritti Marche e poi i cartelli contro il presidente della Turchia. Fra i presenti, anche Andrea Nobili, Garante regionale dei diritti delle persona che questi giorni ha annunciato di aver annullato la sua visita a Istanbul ad una conferenza sui diritti dell’uomo, in segno di protesta contro l’aggressione turca. Il primo dei due sit-in previsti in giornata ad Ancona è stato scandito dagli interventi al microfono degli attivisti, che hanno ricordato il ruolo essenziale nel processo verso la stabilizzazione di quella tormentata area ricoperto dalla Federazione democratica della Siria del Nord. Il Rojava, Stato auto proclamato a maggioranza curda e abitato anche da assiri, turkmeni, yazidi, arabi – hanno sottolineato i manifestanti – ha dato luogo a un governo basato sulla parità di genere, l’ecologia, la partecipazione assembleare e oggi è aggredito nell’immobilismo delle istituzioni europee. La mattinata è proseguita poi fra musica, cori, volantini, lo sventolare di drappi del Ypg e del Ypj, le unità di protezione popolare, la prima maschile, la seconda composta da donne, che hanno combattuto nel nord della Sira contro l’avanzata dell’Isis, liberando le proprie città sotto assedio e poi versando un contributo essenziale alla respinta delle truppe nere del Daesh. Sulla porta a vetri del palazzo di via XXIX Settembre dove ha sede il Consolato di Turchia è stata tracciata anche la scritta “Erdogan Assassino” in vernice spray viola, lasciata già prima che il corteo giungesse a destinazione, accompagnato dalle forze dell’ordine e dagli agenti della Digos.

Tutti in piazza per dire no alla guerra in Siria di Erdoğan

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X