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Di Stefano presenta il “Patto per l’export”:
«Va declinato sul territorio,
è al servizio delle Pmi»

INCONTRO online organizzato da Camera Marche in cui il sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri ha illustrato le opportunità del piano. Il presidente Sabatini: «Progettto che ha diversi punti in comune con la nostra visione e il nostro programma di interventi»

 

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Manlio Di Stefano con Gino Sabatini

Ospite di Camera Marche, nell’ambito di un incontro webinar molto partecipato, il Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri Manlio Di Stefano, che ha illustrato a imprese marchigiane, associazioni di categoria, operatori economici e attori dello sviluppo locale, le opportunità del piano export. «La mia partecipazione qui oggi – ha dichiarato – vuole essere una testimonianza dell’attenzione del Governo e della Farnesina in particolare alla promozione delle nostre produzioni sul territorio verso i mercati internazionali. Sono convinto che questo passaggio sia un presupposto essenziale per la più ampia proiezione economica e culturale dell’Italia nel mondo».

di-stefano-sabatiniPresentando il “Patto per l’Export” firmato in Farnesina lo scorso 8 giugno come «un vero e proprio accordo che recepisce istanze di 147 associazioni rappresentative di tutti i settori produttivi, che hanno preso parte a 12 tavoli settoriali di ascolto», il Sottosegretario ha sottolineato che «il Patto si deve declinare sul territorio e al servizio anche e soprattutto delle Pmi, realizzando la più piena collaborazione fra istituzioni e realtà territoriali, tra cui un ruolo centrale possono certamente avere le Camere di Commercio». Il presidente Sabatini ha evidenziato come l’azione di Camera Marche vada nella stessa direzione delle strategie del Ministeri. «Il piano export ha diversi punti in comune con la nostra visione e il nostro programma di interventi. Le Pmi marchigiane hanno un gap di globalizzazione che deve essere velocemente azzerato, e questo accade da prima dell’emergenza Covid-19. Abbiamo pagato a caro prezzo l’esserci rivolti a un unico mercato (in passato i Paesi arabi per il mobile, o la Russia per la calzatura in tempi più recenti). Il made in Marche continua ad avere una fortissima penetrazione in Paesi come Germania, Francia e Gran Bretagna: mercato storici (e ormai mercati interni in quanto europei), e nazioni evolute che affrontano ora crisi sanitaria e conseguente crisi economica. Stiamo stimolando e accompagnando le pmi a un cambiamento, guardare a più mercati, ad essere più flessibili e veloci; questo vuol dire principalmente: digitalizzazione, dei processi produttivi e delle forme di commercializzazione».

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