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Bonarini: “Meno omicidi stradali,
ma serve cambio di mentalità”

ANCONA - Il rappresentante dell'Associazione italiana familiari vittime della strada è intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Incidenti mortali in diminuzione anche grazie al reato di omicidio stradale. "Chiediamo giustizia, no giustizialismo. Processi celeri e rigorosi" ha dichiarato Piero Bonarini

Piero Bonarini all’inaugurazione dell’anno giudiziario

 

Reato di omicidio stradale, gli incidenti mortali in calo, ma per l’associazione familiari vittime della strada non basta. “La giustizia potrà orientare i cittadini al rispetto dei diritti umani e della legalità, se nel dopo-incidente garantirà l’accertamento non della semplice verità processuale, bensì della cruda verità dei fatti, mediante indagini accurate, processi celeri e rigorosi” ha dichiarato Piero Bonarini, socio e rappresentante regionale dell’Aifvs, intervenendo durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta nel tribunale di Ancona. Per l’associazione “è tempo di operare in sinergia: istituzioni e cittadini insieme, condividendo l’obiettivo primario della scrupolosa osservanza delle norme, per garantire i diritti fondamentali della persona, quali la vita e la salute, ed al fine di prevenire l’incidente stradale, oltre che di tutelare le vittime”. “Non può essere ritenuto un caso – ha aggiunto Bonarini – che, dopo l’introduzione del reato di omicidio stradale, nel periodo dal 25 marzo al 31 dicembre 2016 rispetto al corrispondente periodo del 2015, si sono verificate le riduzioni di incidenti stradali (- 3,1%), dei morti (- 6,2%), dei feriti (-3,7%). Dati statistici importanti, ma certamente da migliorare nel futuro, ed in tal senso è di fondamentale importanza l’operato della magistratura”. L’associazione ha infatti ribadito di ritenere il “sistema giudiziale italiano sbilanciato a favore dell’imputato, e comunque del tutto inadeguato per la tutela dei familiari delle vittime della strada. L’assenza – sino all’introduzione del reato di omicidio stradale – di una normativa ad hoc era un chiaro sintomo dell’inadeguatezza della legge, ma anche l’applicazione della legge non ha consentito di dare giustizia ai familiari delle vittime della strada”. Tra le proposte dell’associazione quindi quella di estendere “alle Marche il protocollo operativo firmato da Regione Lazio, magistratura, presidi sanitari e forze di polizia. Un’iniziativa che merita di essere diffusa, per mettere a sistema il cambiamento” .
“Non si tratta di vendetta o di giustizialismo, – ha spiegato Bonarini – ma di essere consapevoli che in una società civile non si possono distruggere impunemente i diritti umani, per atti di prepotenza, di trasgressione delle
norme, e di omissione. La legge 41/2016 compie, pertanto, un primo passo nella direzione del cambiamento di
mentalità e di cultura: non è più il tempo di sottovalutare le responsabilità personali”. L’associazione italiana familiari vittime della strada ha anche citato la direttiva europea 2012/29/UE sui diritti delle vittime di reato, la quale, “oltre a fornire un catalogo di diritti da garantire, indica la necessità di formazione degli operatori della giustizia, affinché si mantenga con i familiari delle vittime un rapporto rispettoso, sensibile, professionale, non discriminatorio”.

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