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Bar e ristorante alla Mole, l’opposizione attacca
Marasca: «Servizi per la crescita del contenitore»

ANCONA – Approvato dal Consiglio comunale l'aumento delle destinazioni d'uso, tra cui quella commerciale. «Si consentono superfici di vendita fino a 2.500 mq come i supermercati» insorgono M5S e Daniele Berardinelli. L'assessore ribatte: «Nessuna svendita e nessuna deriva, la Mole resta un contenitore culturale. Oggi fatto un enorme passo avanti per lo sviluppo»

La corte interna della Mole riflessa nell’opera di Velasco, foto Giusy Marinelli

Per l’assessore alla cultura Paolo Marasca è stato fatto un enorme passo avanti per la crescita del polo culturale della Mole. L’opposizione invece prefigura la strada aperta a catene commerciali e negozi di ogni tipo nel pentagono progettato da Vanvitelli. A scatenare la polemica è stata l’approvazione in Consiglio comunale della variante urbanistica che aggiunge alla Mole l’uso U4/2: commercio al dettaglio. “Il cambio d’uso consente la superficie di vendita tra 251 e 2.500 metri quadri” attacca la consigliera M5S Daniela Diomedi. Il consigliere Fi Daniele Berardinelli ha presentato un ordine del giorno, respinto dalla maggioranza, per chiedere che i servizi commerciali possano essere solo temporanei, per evitare che venga snaturato l’uso del contenitore di pregio. “Stanno distruggendo la nostra città, svendendo o chiudendo le eccellenze. Senza vergogna hanno bocciato il mio ordine del giorno che chiedeva solo chiarezza” sbotta Berardinelli. Nessun pericolo invece secondo l’assessore Marasca, anzi.

Il consigliere Daniele Berardinelli

“Gli spazi sono di proprietà comunale e non c’è nessuna intenzione di vendere o svendere: il progetto della Mole è chiaro e definito, va ben oltre l’orizzonte di questa amministrazione ed è quello di fare della Mole un polo culturale di livello nazionale” commenta Marasca. “Ad oggi però non era possibile nessun tipo di servizio: né un bar, né un ristorante, nemmeno un bookshop. Abbiamo perso sponsor importanti per questo divieto ad ogni attività commerciale. Non possiamo organizzare mostre di livello e mettere le macchinette del caffè” aggiunge Marasca.

“Con questo aumento delle destinazioni d’uso è stato fatto un passo avanti enorme per la crescita della Mole come contenitore culturale: quando i lavori di ristrutturazione saranno finiti potremo contare su 20mila metri quadri di spazi e ci sarà posto anche per i necessari servizi di livello che potranno fare da cornice ad una grossa offerta culturale, come accade in tutti i poli culturali del genere. Tra l’altro, la mancanza di servizi è stata spesso lamentata dalla stessa opposizione”. Nessun rischio per Marasca che la norma diventi poi il grimaldello per scardinare l’uso di pregio del Lazzaretto, anche involontariamente.

L’assessore Paolo Marasca alla Mole

Le concessioni dei locali comunali infatti saranno sempre a discrezione del Comune. “Un supermercato non sarebbe nemmeno tecnicamente possibile: servono 100 metri quadri di parcheggi per ogni 100 metri quadri di superficie di vendita. In questi ragionamenti c’è una malafede rallenta tantissimo la crescita della città” conclude Marasca.

(E.Ga.)

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