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Dalla Provincia alla Regione
«Organizzazione assente,
dipendenti penalizzati»

IL CASO - Il dirigente Risorse umane di palazzo Raffaello aveva parlato di una situazione aggravata dal passaggio dei lavoratori da un'ente all'altro, per questo sono state programmate ulteriori 129 assunzioni. I sindacati non ci stanno

«La Regione, dopo l’arrivo del personale delle Provincie, non ha mai riorganizzato il lavoro e non ha messo in grado i colleghi di mettere a frutto la professionalità nei settori di appartenenza». Questa la replica delle segreterie regionali per la Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil al dirigente delle Risorse umane Piergiuseppe Mariotti, che nel provvedimento con cui stabiliva 129 nuove assunzioni chiariva che il trasferimento di personale dalle ex provincie a palazzo Raffaello, cioè alla Regione, non solo non aveva aiutato, ma aveva addirittura complicato le cose per l’ente (leggi l’articolo). Dei trasferiti «tanti – dicono i sindacati – sono utilizzati e collocati in servizi dove stanno perdendo la professionalità acquisita, e impediti di fatto a trasferirsi in altri servizi più consoni. A riprova di ciò la mobilità interna effettuata recentemente ed unilateralmente dall’amministrazione, per il volere di Mariotti, ha scientemente bypassato la possibilità di trasferimento Ancona su Ancona, incentrandola solo su una improbabile mobilità, andata pressoché deserta, dalle sedi decentrate della Regione verso Ancona. Altri dipendenti, inoltre, lavorano in settori legati alle funzioni trasferite totalmente dimenticati dall’amministrazione (vedi ad esempio gli Iat) o addirittura ritrasferiti in corsa (vedi ex strade funzioni Anas)». Quindi ben vengano le assunzioni, dicono, «non risolveranno comunque da sole i problemi strutturali della Regione. Come organizzazioni sindacali e Rsu – concludono Cgil, Cisl e Uil – ci aspettiamo una riorganizzazione reale e degna di questo nome, che migliori la qualità dei servizi offerti ai cittadini marchigiani da parte degli Uffici decentrati regionali esistenti. Attraverso una migliore e condivisa distribuzione del personale esistente, valorizzandone le capacità e le attitudini e non attraverso un inutile, per la collettività, impraticabile accentramento ulteriore verso Ancona».

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