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Inaugurazione Anno Accademico,
il rettore Sauro Longhi:
«Sogno una ‘cittadinanza globale’»

ANCONA - Il rettore si è commosso più di una volta durante il suo ultimo discorso di apertura della cerimonia. Aula magna gremita per un evento da annali nella storia dell'ateneo per la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

 

di Martina Marinangeli

Un traguardo importante, celebrato con tutti i crismi che si confanno ai grandi eventi. Che l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2018/2019 – il 50esimo per l’Università Politecnica delle Marche – non sarebbe stata come tutte le altre era cosa nota già dall’annuncio, circa un mese fa, della presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E la giornata di oggi ha confermato le aspettative. Polo di Monte Dago dell’Ateneo blindato, strada chiusa e forze dell’ordine tutte dispiegate per accogliere il Capo dello Stato, accolto in aeroporto dal prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto. A precedere il suo arrivo, quello del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che prima di varcare la soglia della Politecnica dall’ingresso riservato alle autorità e parlare direttamente a rettori e docenti in toga, si è confrontato con gli studenti del Gulliver che manifestavano contro le politiche del governo sul mondo universitario.                                                       

Poi l’ingresso del Presidente Mattarella: puntuale come un orologio svizzero, alle 11 entra in un’Aula Magna gremita e prodiga di applausi, accompagnato da Bussetti, D’Acunto, il governatore Luca Ceriscioli e la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli. In platea praticamente tutte le autorità del territorio, tra cui i vescovi Dal Cin e Spina, l’Imam Dachan, i parlamentari Coltorti, Verducci e Latini, il presdente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, il presidente dell’Autorità Portuale Giampieri, l’assessore regionale all’Istruzione Bravi, il direttore generale dell’Asur Marini, il questore Oreste Capocasa, il capo della polizia municipale Rovaldi e la giunta dorica al completo. E poi il presidente dell’Anci Mangialardi, i sindaci di Ascoli (Castelli), Macerata (Carancini) e Falconara (Signorini).
A dare avvio alle danze, l’Inno di Mameli, a cui fa seguito il primo degli interventi dal leggio, quello di Bussetti, incentrato su quanto fatto dal governo nel settore dell’istruzione. Relazione a cui ha fatto da contraltare quella del presidente del Consiglio studentesco Pasquale La Serra che, dopo aver ricordato «quei ragazzi che come noi credono nei valori della conoscenza, della ricerca e del volontariato: Giulio Regeni, Silvia Romano e Prince Jerry», ha invitato alla riflessione «tutta la comunità accademica e gli ospiti qui presenti sullo stato di salute del sistema dell’istruzione e sulla condizione dei giovani del nostro Paese. Le politiche giovanili e quelle a sostegno dell’istruzione, sono drammaticamente scomparse dall’agenda del governo e dal dibattito nell’opinione pubblica del Paese». Ha poi concluso sottolineando che «in un momento storico dove la paura del diverso, le politiche securitarie e discriminatorie si diffondono sempre di più nella popolazione, sono fiero di poter rappresentare una comunità studentesca che invece sembra non risentire del clima che si respira in Italia».

Un fil rouge, quello della «cittadinanza globale», a cui si è collegata anche la prolusione della professoressa Giulia Bettin sul «Valore economico dell’immigrazione»: «la discussione sui flussi migratori risulta non sempre fondata su dati oggettivi, e piuttosto basata su convinzioni ideologiche che poco hanno a che fare con la realtà in cui viviamo. E tra i Paesi europei, l’Italia è quello che registra il maggiore scollamento tra situazione reale e situazione percepita, con un distacco pari a oltre 17%». Cita Umberto Eco e fa riferimento ad Ellis Island ed al periodo in cui furono gli italiani ad essere migranti, prima di passare la parola al rettore Sauro Longhi, che si commuove più di una volta durante il discorso per la sua ultima inaugurazione di Anno Accademico. Definisce Giulio Regeni «un esempio per tutti noi» e sceglie tra le tante testimonianze raccolte, quella di Andrea, alunno della VB della scuola Primaria Martiri della Libertà di Jesi, in visita alla Facoltà di Medicina e Chirurgia nella terza edizione di Microgenius Scuola. Il giovane racconta che «il rettore ci ha fatto un discorso e si stava commuovendo dalla gioia e anche se non mi piace la scuola, in quel momento ho pensato che anche io vorrei diventare un ricercatore perché, come ha detto lui, è come essere un astronauta delle scienze, quindi diventerò un ricercatore per farmi felice e salvare molte vite. Io da oggi in poi mi impegno solo nello studio e spero di arrivare al punto massimo». Ed un sempre più commosso Longhi ha puntualizzato «Al punto massimo. Questo è quello che ho sempre chiesto e continuerò a chiedere ai miei tanti studenti», ripercorrendo poi i tanti successi della Politecnica, le sfide future e affidando un augurio alle conclusioni: «il mio sogno è di veder realizzata una “cittadinanza globale”, dove studentesse e studenti di culture diverse si incontrano per crescere insieme nella conoscenza e nello studio. Ad Andrea, che ha appena terminato le scuole primarie, ed ai tanti come lui che si vogliono impegnare nello studio per arrivare al punto massimo dobbiamo riservare il nostro impegno per fornire loro consapevolezza sulle azioni da fare, per evitare gli errori del passato. Alle studentesse e agli studenti chiedo aiuto per continuare questo mio sogno, sono loro che rendono immortali i nostri pensieri e i nostri studi, sono loro che rendono immortale l’Università Politecnica delle Marche».
Le conclusioni sono poi tutte per il Presidente Mattarella, che punta l’accento sull’importanza di non permettere alla violenza di cancellare la civiltà, citando la strage di stamattina in Nuova Zelanda. La cerimonia si è poi conclusa sulle note di “Beautiful that way” di Noa, colonna sonora del film “La vita è bella”.

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