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Whirlpool, Di Maio riconvoca le parti
A Comunanza non si ferma
l’esodo dei lavoratori

COMUNANZA – Nuovo summit il 21 giugno. Intanto sono passati da 27 a 40 i dipendenti che hanno scelto l’esodo volontario dall’1 luglio in cambio di 85.000 euro. Il commento dei sindacalisti locali sulla vertenza Napoli. Marini (Fiom): «Dovevamo siglare l’accordo per la proroga degli ammortizzatori sociali da aprile a dicembre 2020. Ma ora è tutto fermo». 

La delegazione dell’Ugl presente a Roma

di Maria Nerina Galiè

Quello che sta accadendo nello stabilimento Whirlpool di Napoli, con il conseguente braccio di ferro tra azienda e Governo, apre nuovi scenari sul futuro di tutti i siti produttivi italiani, tra cui quello di Comunanza dove i dipendenti se la vedono da anni con il calo di produzione e di lavoro. L’intenzione di vendere il plant campano, poi ritirata per il momento, ha innescato una miccia che potrebbe portare alla completa revisione del piano industriale 2019-2021 (leggi l articolo). Alla base del pericolo c’è la firma degli atti di revoca degli incentivi statali firmati dal ministro Di Maio martedì 11 giugno in diretta Facebook. Una vera e propria minaccia nei confronti nei confronti dall’azienda la quale, nel tavolo nazionale del 12 giugno al Mise, non ha nascosto le possibili ripercussioni sugli investimenti per il prossimo triennio. Al momento è tutto sospeso, in attesa che il colosso delle lavatrici trovi una soluzione alternativa e condivisibile per Napoli.  Dovrà farlo entro le 10 di venerdì 21 giugno, data in cui è stato convocato il nuovo incontro sempre al Mise.  

Da sinistra Angelo Forti (Fim) e Raffaele Bartomioli (Uilm)

Nel frattempo a Comunanza Paolo Marini (Fiom) l’11 giugno ha accompagnato il quarantesimo collega a firmare l’esodo volontario a partire dall’1 luglio prossimo in cambio di 85.000 euro. Fino al 3 giugno l’avevano fatto in 27. «Si è creato un clima di paura – ha commentato Marini – e l’incentivo sembra ora un’opportunità migliore. Prevediamo che da qui al 30 giugno si arriverà a una sessantina uscite. Per di più, con il “caos Napoli”, non è stato possibile siglare l’accordo per la proroga degli ammortizzatori sociali fino a dicembre 2020. Al momento siamo fermi ad aprile del prossimo anno». Marini inoltre ha ricordato il delicato ruolo dei sindacati, che consiste nel conciliare le esigenze di chi fa politica, il Ministro, e chi deve guardare alle strategie aziendali, la multinazionale. «A noi invece interessa solo tutelare i lavoratori e garantire il lavoro. Inutile nascondere che il nostro stabilimento, rispetto a Napoli, è meglio organizzato. Siamo stati noi a fronteggiare un’emergenza che si era creata in Polonia nell’autunno scorso», ha aggiunto. 

«Dalla conclusione dell’incontro del 12 giugno – ha affermato Fabio Capolongo, della Ugl – ho avuto l’impressione che l’azienda stia cercando di prendere tempo, ponendo le basi, se necessario, per avere motivo di rivisitare il piano triennale. Non aveva soluzioni pronte, non so se le avrà la prossima settimana e alla fine sarà sua l’ultima parola. Se non ha utili per tenere in piedi uno stabilimento, lo chiude. La Whirlpool comunque ha problemi di vendita solo in Europa».  

Per Raffaele Bartomioli (Uilm) il pericolo maggiore è la possibilità che venga toccato il piano industriale. «Vorrebbe dire rimettere tutto in discussione – ha ribadito –  e la possibilità non è per nulla remota. Riguardo a Napoli l’azienda ha detto che non si “disimpegnerà”. Non ha assicurato che ne manterrà la proprietà. La sensazione che ho avuto, rientrando a Comunanza dopo Roma, è di un sempre maggiore disorientamento e confusione. Andiamo avanti tra mille incertezze». 

Napoli e Comunanza, “due stabilimenti gemelli” erano stati definiti più volte durante la fasi della trattativa per l’accordo quadro. 

COMUNANZA – Comunanza dà lavoro adesso a 451 persone. Lo scorso anno sono stati fabbricati 573.000 elettrodomestici tra lavasciuga e lavatrici di cui 120.000 Aqualtis, della linea Hot Point Ariston. Gli investimenti di 18 milioni e 600.000 euro per il prossimo triennio lo vedono futuro polo dell’incasso con il ritorno (perché era nata a Comunanza) della piattaforma dalla Polonia e l’introduzione del nuovo modello da 8-9 chili il cui prototipo è già all’interno dello stabilimento. E, forse, Unica, il prodotto di ultima generazione in corso di progettazione, con una spesa aggiuntiva ancora al vaglio della casa madre di 3 milioni e mezzo di euro. Gli effetti positivi del nuovo piano dovrebbero sentirsi già a fine 2019 con il raggiungimento dell’obiettivo fissato a 630.000 pezzi. Però nel primo semestre di quest’anno già si contano 22.000 pezzi in meno rispetto al pari periodo del 2018. E si è lavorato sempre al 50% delle ore. Le ore lavorate le paga l’azienda, il 60% di quelle passate a casa sono a carico dello Stato italiano.

NAPOLI – A Napoli lavorano 412 persone, si producono circa 400.000 pezzi tra cui Omnia, la lavatrice top di gamma a marchio Whirlpool. «Che sul mercato soffre – ha sostenuto Capolongo – così come le lavasciuga che produciamo noi. Ha meno problemi invece l’Aqualtis». Da piano industriale 2019-2021 il sito campano è destinato a diventare polo delle lavatrici con un investimento di 17 milioni di euro per la nuova piattaforma che dovrebbe assorbire anche l’elettrodomestico di punta di Comunanza. 

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