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Esalazioni raffineria, altra perizia
La procura: «Ipotesi inquinamento
del suolo»

FALCONARA - L'ingegnere Gabriele Annovi dovrà valutare l'eventuale presenza di idrocarburi sul terreno su cui poggia il serbatoio TK 61, sul cui tetto c'era stato uno sversamento di grezzo nell'aprile dello scorso anno

Foto d’archivio

 

Una perizia per valutare la presenza o meno di idrocarburi nel suolo della raffineria. E’ quanto chiesto dal pm Irene Bilotta nell’ambito dell’inchiesta che ruota attorno al serbatoio TK 61, sul cui tetto ci sarebbe stato uno sversamento di grezzo, origine  – almeno questa è l’ipotesi degli investigatori – delle esalazioni percepite dai falconaresi nell’aprile 2018. L’incarico è stato affidato martedì mattina all’ingegnere Gabriele Annovi. In precedenza, il perito si era occupato di esaminare la sommità del serbatoio finito nel mirino della procura. Stando a quanto emerso, il nuovo accertamento si è reso necessario dopo alcuni esami eseguiti dai tecnici dell’Arpam. La procura vuole capire se il serbatoio TK 61 possa essere usurato a tal punto da provocare delle perdite, impregnando così il suolo e il sottosuolo circostante. Siamo nel campo delle ipotesi. Anche se si trovassero tracce di idrocarburi, infatti, non è detto che ci siano i presupposti per parlare di terreno inquinato. Serviranno almeno 60 giorni di tempo per completare le operazioni peritali, fatte anche di prelievi del suolo da analizzare in laboratorio. L’inchiesta aperta dalla procura nell’aprile 2018 dopo centinaia di segnalazioni di cittadini preoccupati dalle esalazioni conta 16 vertici della raffineria indagati a vario titolo per inquinamento ambientale, lesioni colpose e omessa osservanza delle normative sulla sicurezza sul lavoro. Le parti offese sono oltre mille.

(Fe.ser)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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