di Giampaolo Milzi
C’era una volta una quinta, antica, panchina “speciale”, di particolare valore come le altre quattro gemelle, risalenti intorno al 1920, tra le decine fiori all’occhiello di piazza Cavour. E l’ottobre scorso, sorpresa: quella panchina in ferro e in ghisa, invece di tornare a far parte dell’originario arredo della centralissima ed elegante piazza di Ancona, inaugurata nel 1868, è finita in esposizione permanente al Museo Italiano della Ghisa (Mig) con sede in un ex capannone industriale ristrutturato a Longiano (provincia di Forlì – Cesena). Destando malumore tra tanti appassionati della memoria storica cittadina.
Un giallo che ora Cronache Ancona è in grado di chiarire. Ma la cui soluzione, quella auspicata da parte anconetana, è tutt’altro che certa, e dal probabile effetto paradossale. La panchina potrebbe infatti sì tornare nel capoluogo marchigiano, ma a pezzi, e tra questi pezzi, quello più importante, ovvero la parte superiore dello schienale dov’è incisa parte del Bollettino della Vittoria, emanato dal Comando supremo delle forze armate il 4 novembre 1918, firmato dal generale Armando Diaz, che celebra la sconfitta impartita ad Austria ed Ungheria da parte dell’eroico esercito italiano e la fine della I Guerra mondiale. Una strana storia, che va raccontata dall’inizio, quando la consigliera della Lega, Antonella Andreoli, ha scoperto che nel blog del Museo Italiano della Ghisa c’è scritto che «recentemente la collezione si è arricchita di un nuovo pezzo, una panchina liberty, collocata originariamente nel giardino di piazza Cavour ad Ancona che riporta (appunto, ndr.) il Bollettino della Vittoria». La Antonelli, con interrogazione, il 21 ottobre ha chiesto in Consiglio comunale chiarezza sullo strano caso. Con l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Manarini che è caduto dalle nuvole, per poi promettere il suo interessamento e di adoperarsi per il trasferimento dell’artistica opera ad Ancona.
Dopo un mese di oblio, è l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca, da noi sentito sulla vicenda, che dice le cose come stanno: «L’impresa Campanelli (incaricata dall’amministrazione municipale dei corposi lavori di restauro e rifacimento di piazza Cavour, ndr) ha appaltato alla Neri spa la pulizia e la ristrutturazione di 66 panchine della piazza, ricevendo tutti i materiali disponibili, per lo più rovinati, di cui erano composte. La Neri ha quindi realizzato e riassemblato le panchine poi tornate in piazza – prosegue Marasca – Tra queste, quattro col famoso testo di Diaz. La ditta Neri ha trattenuto però del materiale, tra questo, uno schienale col Bollettino della Vittoria, usandolo assieme ad altro, per realizzare una nuova panchina molto simile all’originale». La Neri spa l’ha quindi ceduta alla Fondazione Neri, di cui è principale sponsor, che gestisce il Mig a Longiano.
E veniamo alla possibile soluzione. Marasca, dopo essersi consultato con l’assessore Manarini ha avuto uno scambio di e-mail con Raffaella Bassi, direttrice del Mig. Il succo delle risposte della direttrice? «Se proprio la volete, quella panchina, ve la restituiamo, sì, ma a pezzi». Una ricostruzione in sostanza confermata dalla Bassi: «Noi non abbiamo sottratto nulla al Comune di Ancona, dei nostri artigiani specializzati (della spa Neri, ndr.) hanno usato il materiale di risulta consegnatogli ad Ancona e hanno ricostruito una panchina simile, le gambe ad esempio sono un po’ diverse, alle quattro tornate in piazza Cavour. Al Comune di Ancona abbiamo fatto un’offerta precisa: vi diamo solo la parte col Bollettino della Vittoria, se vi sta bene venite a prenderla». Al che, smaltito l’imbarazzo, Marasca e Manarini probabilmente proporranno alla giunta comunale dorica di approvare un atto con la seguente proposta alla Fondazione Neri del Mig: «Vi lasciamo quella quinta, preziosa panchina, in comodato d’uso gratuito in modo che possiate continuare ad esporla nel Museo della Ghisa per un anno, poi ce la restituite integra e la collochiamo al Museo della Città di Ancona». Ma, se come probabilmente avverrà, la Fondazione non accetterà? Marasca: «A quel punto abbiamo il diritto di farci restituire la panchina smontata, sarà il Comune di Ancona a provvedere a riassemblarla».
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