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Vetro rotto e allagamenti all’ascensore,
Sergio Roccheggiani: “Ma quali sprechi?”

ANCONA – L'architetto tra i progettisti dei lavori di recupero del Passetto replica alle critiche: “Normali interventi di messa a punto, ho letto accuse assurde”

L’inaugurazione dello scorso 21 giugno al termine dei lavori di ristrutturazione dell’ascensore

Il vetro rotto? “Nessun errore, né dei montatori, né dei produttori: capita una particella di nichel nei vetri temperati, statisticamente succede in un metro quadro di vetro ogni 22mila”. Gli allagamenti? “Si è rotta una normale pompa nel vano ascensore, che era già presente prima dei lavori di ristrutturazione. Nella torre dell’impianto l’acqua ci è sempre finita, anzi semmai con le vetrate di acqua ne arriva di meno. Problema diverso l’acqua che non defluisce dalla pedana, ma non è niente di tragico, stiamo intervenendo”. L’architetto Sergio Roccheggiani, tra i progettisti del recupero dell’ascensore del Passetto, replica alle critiche che sono piovute sull’opera alle prime due defaillance. Dalla festa dell’inaugurazione dello scorso giugno per la fine dei lavori di manutenzione da 2,4 milioni, oggi l’ascensore è rimasto chiuso al pubblico per le verifiche dovute alle infiltrazioni d’acqua causate dalle piogge. “Le critiche sono strumentali. Stiamo facendo normali interventi di messa a punto e l’ascensore non è pericoloso. Conerobus oggi ha preferito chiudere le cabine al pubblico per consentire le verifiche” ribatte Roccheggiani. Stamattina l’architetto era sul posto, insieme con i tecnici comunali e al collega Marco Battistelli con cui ha firmato il progetto architettonico dell’ascensore, mentre dei lavori edili si è occupato lo studio Acale e della parte impiantistica l’impresa Serpilli Engeneering. “Il vetro rotto è stato cambiato senza costi aggiuntivi e non c’è mai stato alcun pericolo per la sicurezza: non sarebbe andato in frantumi nemmeno con una spinta. E’ un evento che capita difficilmente: ogni 22mila metri quadri di vetro temperato, può capitare un metro quadro con una particella di nichel che ha provocato il danno. Non è colpa né di chi lo ha montato, né di chi lo ha prodotto” commenta Roccheggiani.

L’architetto Sergio Roccheggiani al centro al fianco del sindaco Mancinelli durante la riapertura dell’ascensore dello scorso 21 giugno

E gli allagamenti? Sono due: uno nella torre delle cabine, l’altro sulla balconata aperta al pubblico. “C’è stata una bomba d’acqua e una delle pompe idrauliche nella torre degli impianti si è rotta. Di questo non mi occupo direttamente, ma so che doveva intervenire la manutenzione già nel pomeriggio. Non parliamo di difetti di progettazione o di costi esorbitanti: sono pompe di sollevamento dell’acqua già presenti nell’ascensore perché l’acqua in quei locali è sempre entrata, anche prima dei lavori di ristrutturazione” continua Roccheggiani. Cosa diversa invece l’allagamento della balconata. “Qui interverremo per far defluire l’acqua, ma ho letto sui social accuse di incompetenza assurde: in ogni opera, una volta finiti i lavori, si fanno normali interventi di messa a punto. Questo è uno di quelli” conclude Roccheggiani.

(E. Ga.)

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