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Vaccino anti Covid per i 5-11 anni,
il pediatra Giuseppe Cicione:
«Serve, è sicuro ed è efficace»

IL MEDICO osimano, segretario della Fimp, la Federazione italiana pediatri della provincia di Ancona e vice segretario della sezione Marche, risponde, dati scientifici alla mano, alle perplessità dei genitori e sfata le fake news. «A mamme e papà non smetto di ripetere: non informatevi sui social media, telefonate piuttosto al vostro medico di fiducia»

 

 

L’Agenzia europea del farmaco ha dato il via libera all’inoculazione del vaccino Pfizer per i bambini da 5 a 11 anni ritenendo che i benefici superino i rischi. L’Aifa potrebbe esprimersi già per la prossima settimana. L’estensione dello strumento già in uso per adulti e over 12 impiegato nella battaglia contro il Covid 19 divide, però, l’opinione pubblica.

Il pediatra Giuseppe Cicione

Tra i pediatri che si sentono di consigliare la somministrazione ai più piccoli della mini dose  (10 microgrammi rispetto ai 30 µg canonici) c’è l’osimano Giuseppe Cicione, segretario della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri della provincia di Ancona e vice segretario della sezione regionale Marche.

Dottor Cicione, sta rassicurando molti genitori allarmati in questi giorni?

«Sì, molti ma mi metto nei loro panni. Sono giustamente preoccupati di iniettare un nuovo vaccino sui propri figli. Per fugare dubbi e incertezze, cerco sempre di rispondere alle  domande più diffuse con risposte su basi scientifiche. “Se avesse un figlio di 5-11 anni lei lo vaccinerebbe” mi chiedono mamme e papà in questi giorni. Si lo vaccinerei, replico, e non lo dico per opinione personale ma sulla scorta dei dati scientifici. Ai genitori non smetto di ripetere: non informatevi sui social media, telefonate piuttosto al vostro pediatra di fiducia. Il successo della vaccinazione dipende molto dal rapporto tra medico e paziente. Ricordo anche che l’adesione alla campagna vaccinale dei 12-18enni è stata altissima, indipendentemente dall’obbligo del green pass che per i più piccoli non ci sarà. I ragazzi vogliano tornare a socializzare e sanno che cosa significa studiare in dad. Il vaccino per i bambini serve, è sicuro ed è efficace».

I contagi tra i più piccoli stanno salendo?

«Certo, non va trascurato neanche questo fatto: in queste settimane i contagi da Covid 19 sono in crescita anche nella fasce di popolazione di età anagrafica più bassa. Non dobbiamo sottovalutare quello che potrà ancora combinare questo virus, che continua a circolare in tutto il mondo e soprattutto a mutare. Nessuno scienziato è in grado di fare previsioni, ma un bravo medico deve essere pessimista e pensare al peggio. E poi mettiamo al bando anche i complottismi. Nessun pediatra è sponsorizzato dalle ditte farmaceutiche o dalle aziende sanitarie per consigliare il vaccino alle famiglie. I medici si affidano solo agli studi della comunità scientifica».

Quindi a suo giudizio il vaccino è utile e opportuno?

«Si, sono i dati scientifici a confermarlo. Il 96% dei bambini che contrae il virus è asintomatico, il 2% è sintomatico, il resto è pauci-sintomatico. In quel 2% dei sintomatici il tasso di letalità è molto basso: pari al 0.08%. Questi numeri apparentemente ci direbbero che i bambini sono poco interessati dalla malattia. Ma non è così, in realtà. Sono stati 36 i bimbi con comorbilità morti durante la pandemia in Italia, secondo le statistiche aggiornate al 9 novembre 2021. I bambini che invece hanno avuto la malattia infiammatoria sistemica sono stati 350 e non sono pochi. Certo queste cifre non sono uguali a quelle che leggiamo quotidianamente sui bollettini ufficiali per i pazienti adulti e anziani. Mettiamola così: la Sars CoV2 per i più piccoli va considerata come una ‘malattia rara’. L’obiettivo del medico è quello di salvare vite umane, anche quella di un solo bambino. E questo vaccino serve per evitare danni diretti e indiretti. Anche i pauci sintomatici, ad esempio, devono restare a casa in quarantena, se sono 3 gli alunni contagiati in una classe, vanno in isolamento preventivo anche i compagni, Insomma si torna in dad, un danno indiretto del Covid 19.

Le conseguenze psicologiche prodotte dalla Didattica a distanza sono tangibili?

«Il lockdown, come la didattica a distanza e l’isolamento dai propri coetanei ha creato gravi danni nella popolazione più giovane. Noi pediatri abbiamo visto di tutto in questo anno e mezzo di pandemia: aumento dell’aggressività, disturbi del sonno, dipendenze tecnologiche fino a situazioni di autolesionismo».

Quanto è efficace il vaccino anti Covid per i bambini?

«I dati pubblicati dalla Pfizer e verificati dall’Fda americana, sono stati svolti su un campione di 3mila bambini e hanno dimostrato che il vaccino è capace di prevenire al 90,7% la malattia e l’infezione. Anche a voler essere malfidati nel pensare che sono dati di parte, a supporto di questo studio sono arrivati numeri e indici percentuali della vaccinazione israeliana svolta sul campione di 885mila bambini sottoposti alla somministrazione del vaccino. Questo studio come anche quello Usa, conferma la percentuale di circa il 90%. Stati Uniti e Israele sono infatti gli stati che hanno già avviato la campagna vaccinale dei più piccoli. A chi obietta che i bambini anche dopo la vaccinazione, proprio come succede agli adulti restano contagiosi, rispondo inoltre che è stato dimostrato da un altro trail dell’Fda come il tempo della contagiosità dei piccoli vaccinati sia molto più basso rispetto a quello non vaccinati. Un bambino vaccinato che prende il Covid può contagiare per un numero di giorni inferiore rispetto a chi invece non si è immunizzato perché ha una carica virale meno forte. Questo significa che dal punto di vista pratico in futuro si potrebbe abbassare anche la durata della quarantena, ad esempio da 10 a 5 giorni».

Il vaccino è sicuro? Questo è forse il maggiore timore delle famiglie…

«Sento il dovere di sfatare molti miti. Circolano notizie prive di fondamento scientifico a partire da quella che l’inoculazione dei vaccini può andare a interferire sul sistema endocrino e quindi sulla sviluppo puberale e sulla crescita dei bambini. Questa è una vera e propria fake news. Tra le reazioni avverse al vaccino nei bambini sono stati registrati casi di miocardite ma con incidenza di 5 casi ogni 100mila vaccinati. Questo invece è vero. Queste miocarditi, correlate alla somministrazione del vaccino, però si curano in pochi giorni con terapia cortisonica, non esigono ricoveri in Rianimazione. Non ci sono studi su quelli che potrebbero essere gli effetti del vaccino a mRna a lungo termine, è ovvio. Ai genitori però ricordo che alcuni bambini che hanno preso la Sars CoV2 e che avevano fattori di rischio, hanno mantenuto i sintomi di quello che viene definito il ‘long Covid’. Credo che la pandemia fino ad oggi sia stata sottovalutata per i più piccoli. Si è detto che interessa gli anziani e i soggetti fragili ma non è così. Se pensiamo che negli ultimi anni i bimbi morti per meningite sono stati 20, quelli da Covid 36, non è sbagliato pensare che la Sars CoV 2 sia entrata nell’elenco della malattie pediatriche».

Per quanto sono attese le mini dosi e dove saranno somministrate?

«Dopo l’ok dell’Ema, attendiamo il parere dell’Aifa. Credo che le dosi ridotte di un terzo per i bambini non saranno disponibili prima del 10 dicembre ma arriveranno sicuramente prima di Natale. I pediatri avevano già siglato un accordo con la Regione Marche per vaccinare anche nei propri ambulatori su base volontaria oppure nei centri vaccinali. Mi auguro che la soluzione scelta, anche per preservare la catena del freddo, sia quella di svolgere le vaccinazioni negli hub vaccinali alla presenza dei pediatra, come già avviene con i medici di famiglia e previa prenotazione sulla piattaforma regionale. I pediatri conoscono infatti la storia clinica dei propri assistiti e questo è molto importante. Quest’anno è ricomparso anche il virus sinciziale che sta creando criticità negli ospedali pediatrici di tutta Italia per casi di bronchiolite da Rsv. Dopo un anno di vacatio immunologica ne pagano le conseguenze molti bambini. Consiglio anche il vaccino anti influenzale che potrà essere co-somministrato insieme a quello anti-Covid».

(m.p.c.)



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