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I temi del ballottaggio: Astea
La verità delle Liste
civiche e quella del Pd

OSIMO - Secondo i movimenti, che sostengono il candidato sindaco Dino Latini, «l'affare l'ha fatto chi ha comprato le sue azioni». Secondo il democrat Fabio Marchetti, a.d. della società, «per privatizzarla il Comune ha dovuto indebitarsi accendendo un mutuo»

La sede osimana di Astea in via Guazzatore

La vendita di Astea Energia, la questione sanità e il futuro dell’ospedale di Osimo, la variante alla ex ss 361 saranno i tre argomenti che potrebbero spostare gli orientamenti degli elettori osimani al ballottaggio del 9 Giugno. Le Liste civiche hanno concentrato la propaganda elettorale, nell’ultima parte della campagna elettorale del primo turno, martellando l’opionione pubblicas sulla storia della cessione delle azioni di Astea spa. Adesso che si staccano i biglietti per il secondo spettacolo, quello del ballottaggio, i movimenti civici di Dino Latini hanno pensato di postare sui social media un video che ricostruisce la storia dell’ex azienda municipalizzata dal 1999 al 2019.

(foto d’archivio)

LISTE CIVICHE:«ASTEA, AFFARE SOLO PER CHI L’HA COMPRATA» – «Astea è un affare solo per chi l’ha comprata. – esordisce la voce narrante del video delle Liste civiche – Nel 1909 nasce l’azienda municipalizzata di Osimo, poi Aspea e ora Astea Spa. Da allora e fino al 8 giugno 2014 l’azienda è sempre cresciuta nei settori acqua, rifiuti ed energie rinnovabili, In particolare dal 1999 l’azienda incomincia a fare i servizi per altri Comuni quali Filottrano, Numana, Sirolo, Falconara Marittima, inizia a realizzare l’impianto di selezione rifiuti a San Biagio a mettere in sicurezza le reti dell’acqua e sana il passivo del congeneratore, converte la Geos srl nel società per la manutenzione di verde e strade, salva il suo personale. Avvia la nascita di Prometeo una società snella senza direttore, con bilanci sani e personale efficiente».

Dino Latini (liste civiche)

Nel dicembre 2001, nel rispetto della riforma Bassanini che stabiliva che le aziende di servizi non il 100% delle quote l’amministrazione, l’allora sindaco Dino Latini «dopo perizia di stima dell’advisor che autorizza la messa in vendita con bando di gara europea del 35% dell’azienda, gara che viene vinta dal consorzio Gpo, delle aziende dei comuni di Genova e Verona. Nel settembre 2003 Aspea si fonde con l’Ast Recanati e aumenta il suo bacino di utenza che comprende ora anche i comuni di Recanati, Porto Recanati, Loreto, Montecassiano, Montelupone e Potenza Picena, triplicando il fatturato. Il 28 febbraio 2004 il comune di Osimo sottoscrive l’aumento di capitale della nuova Astea spa nelle casse della società oltre 6.000.000 di euro come unico socio di maggioranza relativa, al 39% della Spa così può decidere da solo le sorti della società mentre tutti gli altri soci comuni e GPO rimangono sotto la soglia minima delle 25% delle azioni».

Foto d’archivio

Nel 2009-2010 Astea Spa, ricorda il video delle Liste civiche, Astea «acquista Misco gas, società del gas di alcuni comuni tra cui Filottrano, ed avvia tanti servizi tra cui quello della raccolta dei rifiuti ‘porta a porta’. L’ 8 giugno 2014 l’amministrazione Simoncini lascia un Astea con 80 milioni di fatturato l’anno e 6 milioni di utili». I movimenti civici ricordano quindi che «il 19 gennaio 2016 l’attuale amministrazione vende direttamente alla SGR di Rimini l’80% del settore di gas e di luce non è un obbligo di legge, tanto è vero che tutte le altre società analoghe del territorio non hanno venduto nulla. Non è vero che hanno venduto per far tornare l’Astea Spa tutta pubblica perché non hanno liquidato il socio GPO e oggi Astea ha due soci oltre i comuni: GPO ed SGR. I 22 milioni incassati dalla vendita di luce e gas sono finiti senza essere impiegati in qualcosa che potesse fruttare utili: metà di questi milioni sono stati assegnati ai soci e Osimo li ho sprecati in piccole opere da ciclo elettorale; l’altra metà di questi milioni sono stati spesi dalla stessa Spa per attività normali della stessa». Secondo le Liste civiche quindi «oggi abbiamo un Astea Spa con un fatturato da 40 milioni di euro metà di quello del 8 giugno 2014 e metà dei servizi. Dobbiamo rilanciare l’azienda ricreando i settori di luce e gas e garantendo che il servizio igiene urbana rimanga pubblico dare il meglio per Osimo con Dino Latini sindaco».

SImone Pugnaloni e l’ad di Astea Fabio Marchetti

 

FABIO MARCHETTI (PD):«ECCO LA VERITA’ SU ASTEA» – «Volete sapere come sono andate davvero le cose su Astea? La versione delle Liste Civiche contiene tante bugie» replica Fabio Marchetti, amministratore delegato in carica di Astea spa, candidato nella lista del Pd con Simone Pugnaloni. Marchetti smonta in 5 passaggi la ricostruzione delle Liste civiche. Eccoli.

«Bugia numero 1: Nel 2001 – 2002 solo Osimo ha privatizzato la propria azienda multiservizi, mentre i Comuni vicini, da Ancona, a Recanati, a Civitanova, a Tolentino si sono ben guardate dal farlo. – ricorda Marchetti – All’epoca il Comune ha incassato 12 milioni, dove sono finiti? La realtà è che solo con la legge Madia (art. 4 del D.Lgs. 175/2016) è stato fatto divieto alle società a controllo pubblico di partecipare a società meramente commerciali. Questo è il motivo per cui Astea è stata costretta a cedere la maggioranza delle quote di Astea Energia. Tant’è vero che anche altre società come Viva spa (ex Multiservizi) di Ancona, l’Atac di Civitanova Marche e la società del Comune di Porto San Giorgio e diverse altre sono state costrette a farlo».

«Bugia numero 2: Latini ha creato l’impianto di trattamento rifiuti a San Biagio,- obietta Marchetti – mentre proprio lui oggi dice di battersi per evitare impianti nello stesso luogo, cosa che peraltro Astea non intende assolutamente fare».

«Bugia numero 3: Non è vero che l’aumento di capitale del 2004 di sei milioni di Astea sia stato sottoscritto dal Comune con i soldi incassati dalla privatizzazione del 2002- evidenzia Marchetti – Il Comune ha dovuto indebitarsi con un mutuo di 6.5 milioni (che ancora i cittadini di Osimo stanno pagando unitamente ad interessi passivi per 2,3 milioni) per avere una quota di Astea maggiore di quella degli altri Comuni. Prima vendi, incassa e spende tutti i soldi e poi fa un mutuo, indebitando gli osimani, per ricomprare parte di quanto aveva venduto».

«Bugia numero 4: Per acquistare le reti ex Enel di Osimo e Recanati Astea ha sottoscritto un mutuo di 8.5 milioni, altro che contributo del Comune – ribatte l’ad di Astea spa – Bugia numero 5: Latini inoltre fa furbescamente riferimento al fatturato di Astea tralasciando di dire che, nonostante la vendita di Astea Energia, Astea continua a fare un utile di quasi 3 milioni di euro, la metà dei quali distribuiti ai Comuni. Come vedete la loro “vera storia di Astea” è una Storia vera…mente inventata».



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