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«In arrivo un ospedale dalla Cina
con personale che ha lavorato a Wuhan»

CORONAVIRUS - L'annuncio è stato fatto dalla Protezione civile, la Regione aveva chiesto un aiuto al Paese dove è iniziata la pandemia. L'assessore Sciapichetti fa il punto sulla situazione, le mascherine iniziano ad arrivare ma mancano i tamponi. Intanto ancora troppe persone vanno in giro invece di stare a casa: «Un offesa al lavoro del personale sanitario»

AGGIORNAMENTO DELLE 20 – Dietrofront sul traghetto, Bertolaso ha scelto il Palaindoor ritendolo più idoneo per ospitare la struttura di terapia intensiva (LEGGI L’ARTICOLO). 

La conferenza di Luigi D’Angelo

 

di Gianluca Ginella

«Entro tre giorni è in arrivo nelle Marche, che ne hanno fatto richiesta, un ospedale offerto dalla Cina: si comporrà di 50 medici, 80 infermieri e 30 tecnici che hanno lavorato anche a Wuhan e che quindi portano in Italia una esperienza importante». A dirlo pochi minuti fa il direttore operativo delle emergenze del Dipartimento di Protezione civile, Luigi D’Angelo per fare il punto della situazione in Italia (assente il capo della protezione civile Angelo Borrelli che ha la febbre). Intanto prosegue il lavoro della Regione per far fronte all’emergenza. Con il presidente Luca Ceriscioli bloccato a casa perché in quarantena dopo che l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso (ora ricoverato al San Raffaele di Milano) è risultato positivo al Coronavirus. «Il presidente continua a coordinare il lavoro da casa, abbiamo finito una videoconferenza con il ministro Boccia e tutti i governatori per fare il punto della situazione – dice a Cronache Maceratesi l’assessore regionale alle Protezione civile, Angelo Sciapichetti –. Si è parlato anche di emendamenti per il nuovo decreto, stiamo predisponendo delle proposte, ad esempio sull’agricoltura e sul trasporto pubblico».

Angelo Sciapichetti

Intanto questa mattina «c’è stato il sopralluogo stamattina sul traghetto che dovrà ospitare 100 posti per terapia intensiva – prosegue Sciapichetti –. Va avanti la sottoscrizione, mi pare che stia andando abbastanza bene, gli imprenditori stanno rispondendo. C’è anche una grande risposta da parte della popolazione che si offre a pagare quello che può. Se si fa, si fa sull’ipotesi traghetto, ritenuta anche più utile perché può essere spostata. Il traghetto è stato messo a disposizione, ne è stato individuato un altro rispetto a quello di cui si parlava ieri. Questo ha anche la pista per l’elicottero. Sottolineo che l’idea non è quella di utilizzare le cabine, quelle non vengono usate: viene allestito un reparto di terapia intensiva nell’hangar del traghetto». Dopo quella del Gruppo Gabrielli, che ha stanziano un milione di euro, a rispondere alla chiamata per realizzare i 100 posti di terapia intensiva (servono 12 milioni) sono state l’Accademia della Tacchinella e la Fondazione Succisa Virescit che doneranno non meno di 50mila euro. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione come le mascherine «iniziano ad arrivare, anche se non ancora a sufficienza come vorremmo – dice Sciapichetti -. Mancano i respiratori: sono stati promessi ma ancora non arrivano e si sta lavorando sotto questo aspetto. Stiamo monitorando tutte le Aree vaste per vedere di far fronte alla situazione, stiamo lavorando per essere pronti tra 10-15 giorni quando gli ospedali che abbiamo destinato a Coronavirus si satureranno secondo quanto prevediamo in base al flusso di contagiati in aumento, seppur leggermente in flessione». Per quanto riguarda i tamponi: «ce ne sono ancora troppo pochi rispetto a quelli che servirebbero. E inoltre servirebbe anche più personale per le analisi. Ad Ascoli e Fermo vorremmo fare tamponi a tutti: significa tutti gli asintomatici in quarantena, tutti gli operatori della sanità e delle forze dell’ordine. Vorremmo iniziare ad Ascoli e Fermo perché c’è un numero più ridotto e possiamo farlo prima». Altre iniziative sono la richiesta a Medici senza frontiere «di un numero di medici per far fronte alle richieste della case di riposo – continua Sciapichetti –. Poi abbiamo chiesto la ripartizione di medici e infermieri volontari individuati dalla protezione civile». Sciapichetti poi segnala che «ancora troppe persone vanno in giro senza un motivo. Ieri ne parlavamo con il presidente, che c’erano gruppi di persone che ingiustificatamente stavano in giro. Io ne incontro la mattina andando al lavoro e tornando a casa quando non rientro tardi. Non si capisce a che pro vadano in giro. La stragrande maggioranza si rende conto della situazione e resta a casa ma poi c’è una minoranza che rischia di mettere a repentaglio tutto lavoro degli operatori sanitari, e questa è veramente una offesa».



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