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Il Papa in elicottero su Amandola:
benedizione ai terremotati

IL PONTEFICE A LORETO - Prima di arrivare nella città mariana, Francesco ha sorvolato il Comune colpito dal sisma, dove è stato salutato da un foltissimo gruppo di fedeli

 

 

dal nostro inviato Maurizio Verdenelli

Il papa a Loreto (24 visite dal 1449) non ha dimenticato le popolazioni colpite dal terremoto del 2016. Nel trasvolo in elicottero da Roma, nella mattinata, ha inviato la sua benedizione ad Amandola –dove l’avvenimento è stato salutato da un foltissimo gruppo di fedeli. La cittadina fermana, duramente ferita dalle scosse con epicentro nell’incombente monte Vettore, ha rappresentato così tutti i comuni del ‘cratere sismico’ già visitati da Francesco. A Maria, il successore di Pietro ha donato una rosa rossa ed affidato la maturazione dei frutti del lavoro sinodale, preparato nel lungo spazio di due anni.

Il Papa saluta dall’elicottero

«L’esortazione finale, la Lettera ai giovani cioè, verrà pubblicata il 2 aprile – annuncia Alessandro Gisotti, responsabile sala stampa vaticana – Una data importante, perché quel documento è stato stilato in memoria della morte di San Giovanni Paolo II, deceduto il 2 aprile di 14 anni fa».  Un’altra grande suggestione per Loreto e i lauretani. In via Traiano Boccalini, all’ombra del santuario, i commercianti in questi giorni hanno esposto assieme le foto dei due pontefici. Wojtyla è stato qui cinque volte in augurando il centro di Montorso. «Ufficialmente – mi rivelano -tuttavia, ufficiosamente tante altre volte! Veniva in incognito, com’era solito fare ed aveva fatto in altre occasioni (un caso famoso? lui sciatore sul Gran Sasso in giacca a vento nera) pregava la Madonna Nera cui era devotissimo e ripartiva con un seguito ridottissimo».

«Da tempo Lei desiderava farsi pellegrino» dice il giovane arcivescovo di Loreto a Francesco cui basta un ‘Cari fratelli e sorelle, buongiorno!” per accendere i cuori e l’entusiasmo di una piazza non del tutto piena, perché contingentata: tanto che ad un certo largheggiando i vuoti, lo speaker ha invitato i pellegrini in via Sisto V ad avvicinarsi al Palazzo Apostolico («Ne aspettavamo di più” dicono i lauretani, ma va bene così»). «Il Pontefice tiene tantissimo a questo messaggio», sottolineano monsognor Dal Cin e Gisotti.

 

Al seguito ci sono pure alcuni cardinali, tra i quali Baldisseri che ha presieduto i lavori del sinodo, e Bassetti, presidente della Cei. Nella Santa Casa, pur sottraendosi al baciamano, Francesco riceve tutti: religiosi e laici (tutte le autorità regionali a cominciare dal governatore Ceriscioli, da Macerata il rettore Adornato e come responsabile della pastorale giovanile il vescovo Marconi). Di più ancora di quelli previsti. Tanto che al settempedano cardinal Edoardo Menichelli, che la tira forse un po’ per le lunghe, dà un colpettino al fianco quasi a volergli dire: “Noi tanto ci si vede in Vaticano”.

 

Per una buona mezz’ora le campane di Loreto e di tutte le Marche annunciano la ‘Buona novella’ anche prima del tempo annunciato: le 12. Ma il papa va di fretta. «Mi sono voluto rendere conto personalmente se Lui avesse effettivamente firmato La Lettera ai Giovani, che ho dovuto quasi strappare dalle mani di mons. Dal Cin che la ‘difendeva’ come giustamente è: un tesoro. Si, la grafia ordinatissima era proprio quella di Franciscus», parola di Gisotti. Poi la partenza alle 14,03, 42’ in anticipo rispetto al programma di una mattinata particolare. Partenza dal Centro Giovanile ‘Giovanni Paolo II’ riattivato temporaneamente dopo la ‘ristrutturazione’ seguita al licenziamento dei sette dipendenti («ma hanno trovato tutti poi occupazione» puntualizza Vito Punzi, addetto stampa della santa Casa). Speriamo che l’auspicio del papa sia la ‘raccomandazione giusta’ per far ritornare alla vita la struttura e il catino ‘ribollente’ –Eurhope ed Agorà sembrano lontani anni luce­- di giovani da tutto il mondo accolti da Wojtyla (1995) e Ratzinger (2007).

Papa Francesco a Loreto (foto di Federico De Marco)



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