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Nuovo Inrca, il progetto alla revisione:
tra reparti a prova di pandemia
e attenzione alla mobilità sostenibile

ANCONA – Perizia di variante per adeguare la struttura in costruzione a Camerano alla normativa Covid con opere stimate in 14 milioni di euro da finanziare. L’assessore regionale Baldelli: «Oltre alla separazione dei percorsi al Pronto soccorso, è prevista l’istituzione di altri 10 posti letto in terapia semintensiva e l'adeguamento funzionale del’impiantistica in tre reparti che in caso di emergenza pandemica rimarranno isolati dal resto dell’ospedale». Allo studio anche una passerella pedonale di 39 metri sulla Sp 2 fruibile per chi scenderà dal treno alla fermata Aspio-Ikea

 

Il cantiere del nuovo Inrca all’Aspio di Camerano: ecco dove è arrivato lo stadio del lavori

 

Dovrebbero terminare nei primi mesi del 2023 i lavori per la costruzione del nuovo Inrca all’Aspio di Camerano. Mentre il cantiere prosegue a ritmi serrati, il progetto esecutivo è in fase di revisione con una variante in corso d’opera che incorpora i correttivi ipotizzati fin dal 2016 e adegua gli spazi del pronto soccorso e di alcuni reparti alle nuove normative Covid del 2020. L’idea progettuale  è datata 2010 e il complesso ospedaliero dell’Aspio rischiava di nascere come opera anacronistica oltre anche non adeguata ai nuovi standard ministeriali. Uno tra i primi atti della giunta regionale, nei mesi successivi all’insediamento del governatore Acquaroli, è stato quello di stanziare in bilancio 7 milioni di euro per realizzare nei locali rimasti grezzi all’interno della cubatura, più ambulatori, aree di riabilitazione, destinando nuovi spazi agli uffici. Cifra che è andata ad aggiungersi nel capitolato generale degli iniziali 79,5 milioni di euro, cofinanziati da Stato e Regione fin dagli anni ‘90. L’iter amministrativo-autorizzativo per il nuovo ospedale, destinato ad accorpare i reparti dell’Inrca di Ancona e Osimo, è stato punteggiato dal 2012 da una serie incredibile di rinvii, fallimenti dei costruttori e battaglie legali tra le imprese appaltatrici. Nel 2014 la posa della prima pietra nel cantiere,  con il riavvio dei lavori dopo nuovi stop solo nel 2019.

Francesco Baldelli

«La nostra amministrazione ha dato un cambio di passo perché la Regione Marche ha bisogno di un ammodernamento delle proprie strutture di edilizia sanitaria e ospedaliera, in linea con i tempi, con le nuove tecnologie e gli accreditamenti – spiega Francesco Baldelli, assessore regionale alle infrastrutture, lavori pubblici ed edilizia ospedaliera – Il nuovo Inrca aveva a disposizione un finanziamento iniziale di 79,5 milioni di euro. A dicembre 2020 abbiamo aggiunto quei 7 milioni di euro, non finanziati in precedenza, per il completamento di circa 600 mq, ancora allo stato grezzo. Al momento è in corso di redazione una variante al progetto esecutivo che dovrebbe essere depositata a breve. L’emergenza Covid ha cristallizzato nuove esigenze nella normativa. Ha imposto all’Europa, agli Stati e alle Regioni di preparare le strutture sanitarie ad affrontare eventuali altre crisi pandemiche. Il nuovo Inrca deve, quindi, essere adeguato ai requisiti disposti dal Dl 34/2020: deve essere plasmabile, più flessibile. In quest’ottica stiamo attrezzando anche tutte le strutture marchigiane».

L’elenco delle modifiche progettuali della ‘quarta perizia di variante’ per il progetto dell’Inrca di Canerano è racchiuso nel ‘Masterplan di Edilizia Sanitaria e Ospedaliera’, approvato a fine luglio dall’esecutivo regionale. L’atto ipotizza che serviranno altri 14 milioni di euro (da finanziare interamente) per l’adeguamento funzionale impiantistico della struttura, ora da 316 posti letto, costruita con innovativi criteri antisismici e distribuita su un’area di 61mila mq a margine della Sp 2-Direttissima del Conero. Non ci sono da separare solo i percorsi d’accesso del pronto soccorso ma vanno ridefinite la dotazione tecnologica e la distribuzione degli spazi in 3 reparti nevralgici che in caso di pandemia devono poter rimanre isolati dal resto dell’ospedale per evitare contagi.

Il cantiere del nuovo Inrca-camerano visto dall’alto (foto Masterplan di Edilizia Sanitaria e Ospedaliera-Regione Marche )

«Nel dettaglio, gli adeguamenti prevedono degli spazi di pre-triage e percorsi separati al Pronto soccorso , 10 posti letto in terapia semintensiva e la predispone dell’impiantistica adeguata per tre reparti che in caso di necessità possano trasformarsi in reparti ‘a pressione negativa’ – sintetizza l’assessore Baldelli -Verranno inoltre introdotti nel progetto un laboratorio analisi specifico per Covid 19, il potenziamento di 2 unità per l’Utic e creato il reparto per la Stroke Unit (l’unità di cura cerebrovascolare, ndr). Questi sono gli interventi principali che stiamo studiando, compresa la riorganizzazione degli spazi ad alta tecnologia». E’ stato infatti individuato anche un locale funzionale a ospitare una risonanza magnetica ‘3 tesla’, il potenziamento del reparto di diagnostica e l’inserimento della radiologia interventistica. Nel progetto iniziale, l’obitorio del nuovo ospedale, ad esempio, prevedeva solo 3 posti-salma, quando risultano già insufficienti gli attuali 3 dell’Inrca di Ancona e gli altri 3 della sala mortuaria del presidio di Osimo. Era inadeguato anche il numero delle sale endoscopiche, solo 4, mentre oggi tra l’Inrca di Ancona e quello di Osimo ne sono in funzione almeno una decina. Ecco quindi che, oltre al potenziamento del blocco operatorio, la revisione progettuale contemplerà anche un numero maggiore di sale di endoscopia e una camera mortuaria più ampia. L’aumento dei posti letto, poi, cambia per legge anche anche la quantificazione del numero dei parcheggi a servizio della struttura sanitaria. Di qui l’ipotesi di trasformare il piano tecnico in autorimessa con il conseguente spostamento delle centraline impiantistiche dell’ospedale al di fuori del fabbricato.

Al tutto vanno aggiunti i 9,2 milioni complessivi stimati per le modifiche alla viabilità per il collegamento del nuovo ospedale alla rete stradale principale, dei quali 4,2 milioni di euro già messi a disposizione dalla Regione attraverso i finanziamenti Fsc. Oltre all’ampliamento della strada a 4 corsie e della rotatoria su via Sbrozzola è stato previsto un sovrappasso sulla Sp2, lungo 39 metri, necessario per permettere l’attraversamento coperto della strada provinciale senza interferenze con il traffico stradale. «Gli ospedali non devono essere accessibili solo con mezzo proprio ma anche con mobilità pubblica. – ricorda l’assessore regionale – Pertanto verrà realizzata questa passerella pedonale connessa all’arrivo della fermata per i treni regionali della stazione ferroviaria davanti alla vicina Ikea. Un intervento concreto per la mobilità sostenibile, che è socialmente essenziale».

«Il cambio di passo insomma non è solo nei tempi di costruzione ma soprattutto nella qualità della struttura che dovrà essere funzionale al lavoro degli operatori e alle esigenze dell’utenza. E’ il risultato di una visione nuova della gestione della sanità nella nostra regione. – sottolinea Francesco Baldelli – Rispetto ai problemi insorti nel passato questa volta la procedura che si sta seguendo è molto lineare. Solo quando avremo definito tutti i dettagli della variante, saremo in grado di capire quante nuove risorse serviranno per realizzare le opere. Potremo attingere a varie modalità per il finanziamento delle opere aggiuntive, dal Pnrr ai fondi regionali di varia natura. L’obiettivo è fare bene e velocemente. Il cronoprogramma non dovrebbe cambiare.Certo poi ci sono sempre le variabili esogene difficili da prevedere, dai costi che aumentano, ai preziari». L’assessore tiene a precisare soprattutto che la variante progettuale non incide sulla geometria della struttura in costruzione «perché attiene all’impiantistica e alla separazione interna dei reparti. Quelli ‘a pressione negativa’ – esemplifica- possono essere modulati diversamente in cas di necessità e avranno un impegno di tipo tecnologico diverso da quello che era previsto in origine. Appena insediato e ho svolto un sopralluogo nel cantiere, le opere sopraelevate non c’erano ancora. Oggi a distanza di un anno, non dico che siamo arrivati al tetto, ma ci siamo quasi. Abbiamo sbloccato un’opera che sembrava non venisse più completata».

Rendering del nuovo Inrca dell’Aspio

Più complicato invece il reperimento di fondi aggiuntivi per la realizzazione della Variante nord di Osimo, in parte finanziata proprio con quelli collegati alla viabilità del nuovo Inrca. Risorse che a più riprese il sindaco di Osimo ha chiesto alla Regione di valutare nella programmazione per il completamento del bypass dell’ex Ss 361. «Stiamo cercando di porre rimedio alla mancata attenzione alle infrastrutture del passato. – ribadisce l’assessore Baldelli – Abbiamo previsto anche un Masterplan delle infrastrutture e stiamo attenti ad ogni intervento che possa aiutare la mobilità e la sicurezza dei cittadini marchigiani. Nell’ottica di un passo alla volta, però. Sono stato sindaco anche io, e oggi sento tante richieste ma nel passato ho sentito troppi silenzi. E lo dico senza spirito polemico nè riferimenti personali. I problemi di oggi, dalla Sanità alla rete viaria, sono il frutto di una mancata programmazione del passato».

 

(m.p.c.)



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