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Donazioni per Samuel, il Comune:
«Nessuna inerzia, non possiamo versarle
senza l’autorizzazione del giudice»

OSIMO - I soldi donati per il piccolo reso orfano dalla tragedia del Rigopiano sono ancora bloccati. Il sindaco ed il vice sindaco di Osimo stamattina hanno chiarito, atti alla mano, l'iter seguito. Secondo Simone Pugnaloni "la vicenda è stata strumentalizzata. Denunceremo chi ci ha diffamato" - VIDEO

Dino Di Michelangelo con la moglie Marina Serraiocco e il loro bambino in vacanza sulla neve, pochi giorni prima della Tragedia del Rigopiano

 

Un momento della conferenza stampa di stamattina a palazzo comunale, da sinistra l’assessore Gatto, il vice sindaco Pellegrini, il sindaco Pugnaloni e il capogruppo Campanari (Pd)

 

Non c’è stata alcuna inerzia da parte del Comune di Osimo perché la volontà di consegnare i fondi raccolti per il piccolo Samuel è stata manifesta più volte, dal 2017 al 2018, con diverse lettere prima al tribunale di Ancona, poi a quello di Chieti, al tutore legale e al curatore del bambino. Siamo piuttosto in una fase di stallo, come spesso avviene nelle vicende italiane, e non possiamo versare questi 137mila euro senza l’autorizzazione del giudice tutelare, come qualcuno vorrebbe far credere”. Intenzionato a mettere un punto fermo su una vicenda che si è ingigantita a dismisura, stamattina il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni ha voluto fugare ogni dubbio sulla correttezza dell’iter seguito dalla sua amministrazione comunale per la raccolta fondi ‘Un futuro per Samuel’ destinata al bimbo di Marina Serraiocco e Dino Di Michelangelo. La coppia, originaria di Chieti, risiedeva ad Osimo, quando morì con altre vittime nella tragedia del Rigopiano a gennaio 2017 . La comunità senza testa si era attivata subito, attraverso il sindaco, per avviare la campagna di solidarietà. Ormai da un anno e mezzo, però, i fondi raccolti sono bloccati nel bilancio comunale, tra le polemiche delle opposizioni. 

Nel corso della conferenza stampa, presenziata anche dal vice sindaco Mauro Pellegrini, dall’assessore Federica Gatto e dal capogruppo Pd, Giorgio Campanari, Simone Pugnaloni intanto ha annunciato querele per chi ha “gettato fango sulla comunità osimana e sull’ente Comune. Per tutelare l’onorabilità mia come sindaco e del Comune, abbiamo deciso di procedere per vie legali perché siamo stati calunniati e diffamati – ha sottolineato il primo cittadino di Osimo – Noi abbiamo agito correttamente”. E per dimostrarlo il vice sindaco Pellegrini ha ripercorso tutte le tappe salienti della vicenda a partire dall’apertura, il 30 gennaio 2017, del conto corrente per la raccolta fondi dedicato al bimbo rimasto orfano. “Sulla scorta del provvedimento del Tribunale di Ancona, il tutore del piccolo è stato autorizzato ad adempiere a tutta una serie di atti elencati, nero su bianco, nel documento. – ha spiegato l’avvocato Pellegrini – Nell’elenco però perché non era espressamente prevista l’autorizzazione preventiva alla accettazione di donazioni. Questo non significa che il tutore provvisorio non è nella pienezza dei suoi poteri, però, nel provvedimento del giudice non c’è annotata nemmeno una ‘clausola di stile’ che lo autorizza a incassare somme”.

Una bella immagini di Marina e Dino di Michelangelo durante la messa di suffragio celebrata nella cattedrale di Osimo

Chiusa la raccolta fondi, il 5 giugno 2017 il Comune ha ricevuto una lettera a firma del legali del tutore provvisorio del minore, inviata per conoscenza al curatore, nella quale “si chiedevano quali fossero le intenzioni dell’amministrazione comunale in merito ai fondi raccolti – ha ricordato il vice sindaco Pellegrini- Il sindaco ha risposto sempre con lettera il 24 luglio 2017 comunicando l’esatto importo della somma raccolta e specificando che sarebbe stata erogata ‘previa autorizzazione del giudice tutelare’. L’8 agosto 2017 il sindaco ha scritto anche al giudice tutelare del Tribunale di Ancona che inizialmente ha seguito il fascicolo, per portarlo a conoscenza delle donazioni e per domandare con quali modalità avrebbe dovuto erogare le somme donate”. Lettere rimaste senza riscontro, ha rimarcato Pellegrini, anche perché nel frattempo il fascicolo è passato per competenza al tribunale di Chieti. Il bimbo, infatti, ha cambiato residenza ed è andata a vivere con la famiglia affidataria che abita a Chieti.

“Ad oggi non è pervenuta al Comune di Osimo alcuna richiesta del tutore provvisorio. – ha aggiunto il vice sindaco- Il 6 febbraio 2018, il sindaco ha inoltrato una nuova lettera, stavolta però al presidente del tribunale di Chieti per renderlo edotto della situazione chiedendo chiarimenti in ordine al nominativo del tutore legale e delle modalità di erogazione delle somme raccolta favore del minore. Evidenziamo con profondo rammarico che dal Tribunale di Chieti non è mai pervenuta alcuna comunicazione a questa amministrazione comunale. Perfino un mese fa il sindaco ha provato a contattare telefonicamente il Tribunale di Chieti per chiedere un appuntamento, ma non è stato possibile perché era in atto un cambio al vertice e si stava insediando un nuovo presidente. Abbia cercato in ogni modo di sbloccare la situazione perché il nostro primario interesse è quello di versare le donazioni. Stamattina abbiamo inviato l’ennesima lettera al presidente del Tribunale di Chieti. Speriamo che possa essere quella risolutiva”.

I fiori deposti da tanti osimani davanti al negozio di Marina Serraiocco nei giorni della tragedia

Nel frattempo, qualche giorno fa è arrivata la pec inviata dalla consigliera Mariani, con l’istanza che sollecita al Comune il versamento sul conto pupillare aperto al nome del bimbo sulla scorta della risposta del giudice tutelare. “La risposta del giudice è stata quasi ovvia perché la consigliera non è parte del giudizio tutelare, come non lo è neppure il Comune di Osimo. Ma questa ovvietà è stata strumentalizzata a livello politico – hanno eccepito gli amministratori osimani – Noi abbiamo spiegato tutti i passaggi seguiti e auspichiamo di definire al più presto la questione. Adesso però facciamo calare il silenzio su questa storia, a tutela del bambino”.

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